Dall'orgoglio per aver lasciato il club in mani sicure all'analisi spietata sulle difficoltà di chi lascia la Dea. L'ex presidente Alessandro Ruggeri torna a parlare e non fa sconti a TMW: il "mal d'Atalanta" colpisce ancora, anche i campioni pagati a peso d'oro, mentre sul passato svela i retroscena di uno degli acquisti più discussi della sua gestione.

IL PASSAGGIO DI CONSEGNE - Guardarsi indietro senza rimpianti è un lusso che Ruggeri può permettersi. Il passaggio del testimone alla famiglia Percassi nel 2010 non è stato solo un atto notarile, ma una benedizione per il futuro del club. «Il nostro tempo è durato per più di quindici anni, è stato un bel ciclo, siamo super soddisfatti di quanto abbiamo fatto» ricorda l'ex numero uno. La soddisfazione raddoppia vedendo dove è arrivata oggi la società: «Sono felice che le cose vadano in un determinato modo, perché vuol dire che abbiamo ceduto a una proprietà sana, solida e che sa fare calcio».

LA TRAPPOLA DEL PREZZO - L'argomento caldo è Teun Koopmeiners e le sue difficoltà alla Juventus. Per Ruggeri, l'olandese è vittima di due fattori: l'assenza della "magia" tattica nerazzurra e il peso del cartellino. «Sono usciti tanti giocatori dall’Atalanta che non si sono confermati. Gasperini crea un'alchimia ed è facile anche sbagliarsi» analizza lucidamente. «Koop è fortissimo, ma non sta dimostrando quello che ci aspettavamo. Uno fa sempre il paragone per quanto è stato pagato: fosse stato preso per 20 milioni nessuno avrebbe detto nulla. Invece è stato pagato molto, così ci sono delle aspettative diverse».

L'HABITAT PERFETTO - C'è un tema ricorrente nella storia orobica: Bergamo come isola felice che non si replica altrove. Ruggeri cita esempi storici per spiegare il fenomeno: «Alle volte ci sono calciatori che lasciano un club e poi non si confermano. Penso anche alla mia Atalanta, come i gemelli Zenoni, Donati… A Bergamo stai da Dio, non ti manca nulla, hai un insieme di dinamiche e situazioni di un certo tipo, è il posto ideale per un calciatore per esplodere».

IL MISTERO COSTINHA - Infine, un tuffo nel passato più amaro per chiudere definitivamente il caso Costinha, arrivato come star e finito come oggetto misterioso. Ruggeri smonta la tesi del boicottaggio e racconta la nuda verità su un investimento fallimentare. «Era il calciatore che guadagnava di più. Boicottato? Non credo proprio. Probabilmente era arrivato alla fine di un ciclo». Il racconto si fa impietoso: «Abbiamo tentato anche di risolvere anticipatamente, lui ha sempre rifiutato e ha fatto due anni e mezzo su un lettino di fisioterapia prendendo uno stipendio molto alto. Se non veniva preso in considerazione evidentemente gli allenatori non lo hanno ritenuto in grado. È stato un acquisto sbagliato».

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Sezione: L'angolo degli ex / Data: Sab 06 dicembre 2025 alle 12:25
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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