Certe esperienze possono spezzarti o forgiarti. Gianluca Scamacca ha scelto la seconda via. Dopo un'intera stagione trascorsa nel limbo dell'infermeria, il numero 9 dell'Atalanta ha deciso di trasformare la rabbia in carburante, diventando il volto della rinascita nerazzurra. In estate, all'indomani della cessione record di Mateo Retegui (partito per l'incredibile cifra di 68,5 milioni di euro), l'investitura è stata automatica: il "miglior acquisto" doveva essere lui. Con Krstovic arrivato per coprigli le spalle, le chiavi dell'attacco sono tornate nelle mani del romano, chiamato a dimostrare che quel talento cristallino non si era mai perso, ma era solo in attesa del momento giusto per esplodere.

DALL'ILLUSIONE AL BUIO, LA GESTIONE DIFFICILE - L'avvio sembrava promettere fuochi d'artificio: gol immediato al debutto contro il Pisa e prodezze sfiorate a Parma. Ma Scamacca è un cristallo tanto prezioso quanto fragile e l'ennesimo stop muscolare lo ha costretto a un mese di stop, spezzando il ritmo. In quel frangente, sotto la gestione Juric, il centravanti è apparso l'ombra di sé stesso: fuori condizione, spesso isolato e vittima di continue rivoluzioni tattiche che non lo aiutavano a trovare continuità. Sembrava l'inizio di un altro calvario.

LA CURA PALLADINO, UN NUOVO CENTRO DI GRAVITÀ - Poi, la svolta. Con l'arrivo di Raffaele Palladino la musica è cambiata drasticamente, e non solo per una questione di serenità ambientale. Il tecnico ha rimesso Scamacca al centro del villaggio: lo ha fatto sentire importante, indispensabile. E il campo ha risposto. Oggi Gianluca non è solo un finalizzatore, ma un regista offensivo aggiunto: protegge palla, fa salire la squadra, lotta su ogni pallone e beneficia dell'intesa con i compagni di reparto. Quello che mancava, oltre alla salute, era sentire la fiducia cieca dell'ambiente.

OLTRE IL GOL, SPIRITO DA COMBATTENTE - I numeri recenti raccontano solo una parte della verità - esamina nel dettaglio TMW -. Se si esclude il gol liberatorio di Napoli, nelle sfide contro Francoforte, Fiorentina e Genoa il tabellino dei marcatori non ha riportato il suo nome (spesso solo per questione di centimetri o legni). Ma l'atteggiamento è stato da leader vero. Scamacca lotta come un leone e lavora per la squadra. La rete, come predica Palladino, è solo la conseguenza logica di questo lavoro. Con questa maturità e questo spirito di sacrificio, la profezia è facile: Gianluca ha tutto per tornare a essere uno dei centravanti più dominanti d'Europa, riprendendosi con gli interessi tutto ciò che la sfortuna gli ha tolto.

© Riproduzione riservata

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 04 dicembre 2025 alle 15:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print