Cori discriminatori contro Vlahovic, partita interrotta per due minuti all’Allianz Stadium

La sfida tra Juventus e Fiorentina si è accesa, purtroppo, non solo per il calcio giocato. Al 6’ del primo tempo, l’arbitro Maurizio Mariani ha deciso di interrompere il match per circa due minuti a causa di cori discriminatori provenienti dal settore ospiti, rivolti all’ex attaccante viola Dusan Vlahovic. Il direttore di gara, seguendo le linee guida del protocollo contro le discriminazioni razziali, ha fermato l’incontro per richiamare l’attenzione sulla gravità dell’episodio.

L’ANNUNCIO DELLO SPEAKER
Durante la sospensione, lo speaker dell’Allianz Stadium ha effettuato l’annuncio ufficiale, invitando i tifosi a interrompere immediatamente i cori discriminatori. Il messaggio è stato chiaro: "Il ripetersi di tali comportamenti potrebbe portare alla sospensione definitiva della partita". L’annuncio ha sottolineato l’impegno del calcio italiano nella lotta contro ogni forma di discriminazione.

LA RIPRESA DEL GIOCO: IL VIA LIBERA DI VLAHOVIC
Dopo l’interruzione, l’arbitro Mariani ha deciso di riprendere il gioco, ottenendo anche il consenso dello stesso Vlahovic, che ha preferito proseguire senza ulteriori polemiche. Il centravanti serbo ha dimostrato grande professionalità e spirito sportivo, scegliendo di lasciarsi alle spalle l’episodio e concentrarsi sulla partita.

UN MESSAGGIO DI FERMEZZA CONTRO IL RAZZISMO
L’episodio di Torino rappresenta un’ulteriore dimostrazione di come il calcio italiano stia cercando di affrontare con decisione i problemi legati alle discriminazioni razziali. L’intervento dell’arbitro e il richiamo dello speaker sono segnali concreti della tolleranza zero verso comportamenti inaccettabili sugli spalti. Tuttavia, rimane fondamentale sensibilizzare ulteriormente il pubblico per estirpare del tutto simili episodi dai campi di gioco.

La partita tra Juventus e Fiorentina, purtroppo segnata da questo triste momento, è proseguita regolarmente, ma l’episodio resterà un monito per l’intero movimento calcistico. È necessario un impegno collettivo, dentro e fuori dal campo, per garantire che il calcio resti un luogo di inclusione e rispetto.