La Juventus ha scelto una via, chiarissima: consegnare le chiavi del progetto a Massimiliano Allegri. Sacrificando sull'altare del bilancio Matthijs de Ligt. Facendo partire il mai considerato Arthur e Denis Zakaria, col quale il feeling non è mai scattato. Prendendo tutti giocatori scelti dall'allenatore, non ultimo Leandro Paredes e prima ancora Bremer, Filip Kostic, Angel Di Maria, Paul Pogba e via discorrendo. Se dobbiamo analizzare il connubio società-allenatore nelle strategie, nelle scelte, nell'armonia e nella sintonia, quello della Juventus è stato uno dei migliori mercati dell'era recente dei trasferimenti italiani. Sarà promosso o sarà un fallimento? Non potranno esserci vie di mezzo: sono scelte hic et nunc, per vincere subito. Dovesse fare lo stesso score della scorsa stagione, quello di Massimiliano Allegri sarebbe un disastro sportivo, stante il mercato messogli sul piatto da Cherubini e Tognozzi, da lui e con lui scelto e desiderato. Ma se, viceversa, con una squadra d'esperienza, costruita in ogni tassello a braccetto, la Juventus dovesse tornare Juventus, allora vorrebbe dire che la strategia di prender giocatori vincenti, esperti o al giusto momento per il grande salto della carriera è quella giusta, per la Vecchia Signora. Ma senza vie di mezzo.
Il Milan, vincente, ha preferito andar avanti sulla sua linea. Quella dove lo scouting è centrale, dominante, dove c'è una ricerca del calciatore maniacale nelle caratteristiche, nelle peculiarità, dove la prospettiva tecnica va a braccetto con quella economica. Niente voli pindarici, niente sogni, niente colpi da prime pagine internazionali: l'esborso per Charles de Ketelaere, di fatto, in Inghilterra lo possono fare 20 squadre più metà Championship. Però è frutto di un lavoro di scouting, di squadra, di un progetto e di una strada chiara. Porta entusiasmo? Forse non quello dei grandi colpi, è vero, ma certamente contribuisce a creare presente e futuro, insieme.
Se il Milan non ha spalancato il portafogli, l'Inter è stata caratterizzata da una parola. Resistenza. Perché la dirigenza ha tenuto colpo dopo colpo davanti alle evidenti richieste di Steven Zhang di far cassa e dinanzi alle proposte dei grandi club per i propri gioielli. Questo è certamente da tenere in considerazione nel valutare l'estate di Giuseppe Marotta e Piero Ausilio, capaci di riportare Romelu Lukaku e di rinforzare il centrocampo con acquisti importanti e di prospettiva. Quello che manca? Se la sintonia con Robin Gosens non c'è, occhio alla fascia sinistra mentre dietro, al netto del valore di Francesco Acerbi, c'era forse da aspettarsi un guizzo, un'idea, anziché un usato sicuro. Nessun prospetto dall'estero, nessun talento. Chiaro è che col portafogli vuoto e con la necessità d'incassare, l'Inter è stata brava a tener botta anche se dovrà farlo entro il giugno che verrà. Spera, coi soldi dei proventi europei e non solo.
Poi c'è il Napoli. Che fino ad agosto era forse la grande bocciata di questo mercato ma che con innesti importanti degli ultimi giorni, soprattutto davanti, ha riportato gli azzurri a sognare i piani altissimi della classifica. Il lato negativo? Forse troppo tardi ma, soprattutto, mancano giocatori d'esperienza per il triplo fronte e per la Champions League. Peserà tanto sulle spalle di Luciano Spalletti che dovrà saper gestire i tanti talenti nelle gare a cui non sono abituati. La Roma è forse quella che è migliorata maggiormente rispetto alla scorsa stagione: Paulo Dybala e Georginio Wijnaldum i capolavori ma ce n'è uno in particolare che è passato sotto traccia, non tanto per il nome e per quello che è il suo talento, ma per le tempistiche. Mady Camara dall'Olympiacos. Perché? Si è infortunato Wijnaldum, la società ha chiamato José Mourinho per proporgli dei rinforzi e in poche ore ha trovato e chiuso la soluzione. Questo significa esser pronti, al netto di quel che sarà il risultato del campo.
Eccole, le nuove cinque sorelle del calcio italiano. Ce ne sarà una sesta? La Lazio ha fatto il mercato chiesto da Maurizio Sarri ma dà sempre l'impressione che le manchi qualcosa in profondità di rosa, che sia l'esterno sinistro o il vice Immobile, ma i trasferimenti l'hanno certamente migliorata. L'Atalanta è a fine ciclo o ne sta iniziando uno nuovo? L'impressione che ha dato è che tutti in quest'estate fossero necessari ma nessuno indispensabile, tanto che di fatto si è seduta ai tavoli di trattativa (quasi) per tutti i suoi giocatori. La Fiorentina ha migliorato i titolari ma ha discrepanze troppo forti tra prime e seconde linee, che non è riuscita a rinforzare nel finale di mercato. Ma adesso non c'è più tempo per i rimpianti. Due mesi, poi sarà Mondiale. Pardon. Poi sarà mercato, come sempre.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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