Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale italiana, ha presentato in conferenza stampa la gara di andata dei quarti di finale di Nations League, in programma domani a San Siro con la Germania.
Si parte con un ricordo di Pizzul?
"Con la sua voce riusciva a portare dentro tutti quelli che erano a casa, riusciva a portarli nel rettangolo di gioco, a fargli vivere la partita in maniera molto più diretta, molto più vicino rispetto alle distanze effettive. Sapeva leggere benissimo la partita, da casa ci sembrava di avere a che fare con una squadra più forte grazie alla sua voce: era lui a dare volume, era l'attaccante che salta l'uomo dei telecronisti del suo tempo. Quando accelerava con la voce c'era sempre da aspettarsi qualcosa che poteva essere la soluzione per vincere la partita. È stata una perdita di quelle che ricorderemo per tutta la vita".
Le condizioni di Retegui?
"L'abbiamo mandato a casa perché non ce l'avrebbe fatta, però si spera che recuperi con l'Atalanta per il campionato. Non ha un problema ben definito, ma un affaticamento. Per il momento non chiamo nessuno perché voglio vedere come va la prima sfida: può darsi che possa avere bisogno di una prima o una seconda punta in base ai recuperi di Zaccagni e Cambiaso. Se devo chiamare una prima punta chiamerò Piccoli, altrimenti Baldanzi".
Il ballottaggio tra Ricci e Rovella?
"Sono un po' diversi, ma entrambi sanno giocare a calcio. Sono tutti e due bravi nella gestione e nella regia della squadra. Ricci, anche per come è stato impiegato ultimamente, è un po' più mezzala: si inserisce di più. Rovella è più mediano, è più quello che, quando fa questa riga per terra e vede che la gente vuole andare oltre, gli viene il sangue agli occhi. Diventa tignosissimo. Non vi dico chi gioca, meglio se si aspetta l'allenamento: ho tanti dubbi, perché ho 23 calciatori forti. Il mio dubbio è su tutti, però al contempo mi fa stare tranquillo quando uno non va a casa: sono convinto che l'altro mi riuscirà a dare quello che desideriamo. Non dipende solo da come noi la vediamo dal campo, anzi dobbiamo riuscire a entrare negli occhi di chi ci vede da fuori".
Italia-Germania ha un fascino diverso.
"È vero. Per i trascorsi, perché sono due nazionali fortissime, lo sono sempre state, e per la tipologia dei risultati che sono venuti fuori: hanno dato forza al fascino della partita. Sono convinto che sarà una bella gara, che entrambe giocheranno per vincere, a viso aperto. È chiaro che, se non saremo bravi nella gestione di alcune fasi della partita e dovremo rincorrere sempre, sarà molto difficile poterne uscire in maniera positiva. Per cui noi si va a giocare la nostra gara, loro ci metteranno la qualità che hanno: in alcuni momenti saremo costretti a scegliere come starci in questa qualità che esibiranno. E poi noi si vuole vincere: staremo a vedere".
Cambiaso e Zaccagni saranno disponibili solo per la seconda?
"C'è questo rischio".
Siamo entrati nell'anno delle qualificazioni mondiali: nota nella squadra un po' di tensione? Il girone dipende anche dalla gara con la Germania...
"Intanto la ringrazio per avercelo ricordato, serviva. Noto che sono convinti delle qualità che hanno e del tentativo di metterla in pratica. Mi sembrano ragazzi che riflettono su quello che devono fare: così si cresce. Se lavori in una direzione ripetuta per crescere, stai sicuro che cresci. Sono qualità che vedo nei nostri calciatori: li vedo riflettere, li vedo vogliosi di crescere".
Come ha trovato mentalmente e fisicamente Gatti?
"Io guardo in proiezione delle due partite, dentro le due partite possono giocare tutti. Poi si valuterà di giorno in giorno, è chiaro che può succedere che tra la prima e la seconda faccia scelte differenti. Sono talmente ravvicinate che sarà difficile per qualcuno recuperare: lui è un calciatore che ha qualità ben precise, è un difensore molto forte con la difesa schierata. Ora sta mettendo roba, dentro la sua qualità, per poter fare anche cose diverse e accompagnare l'azione nella maniera giusta, cosa che non era la sua dote migliore. Noi lo abbiamo richiamato, perché vediamo tutto questo e la possibilità di adattarsi a fare cose nuove".
Cosa pensa di Julian Nagelsmann?
"È un collega molto forte. Quando si va a vedere la sua squadra, è facilmente individuabile come allenatore di quelli moderni, che lavora sul campo. Si vede che la squadra si comporta in base alle richieste che gli vengono fatte. Il calcio di inizio ne batti uno a partita, gliene si riconoscono sette o otto battuti diversamente e ricercati: si vede che vanno a fare quella cosa richiesta dall'allenatore, a cui tutti fanno attenzione nei comportamenti. Sul calcio di rinvio variano e si vede. Nella costruzione bassa difende e costruisce a quattro, nella costruzione media passa a tre con un centrocampista che entra dentro, spinge i terzini. Gioca un calcio molto offensivo, che assomiglia molto alle qualità dei giocatori che ha. Lui è sicuramente dentro questo processo di crescita del gioco della Germania, che è partito una decina di anni fa: prima era una nazionale più attenta ad avere muscoli e forza. Dopo l'avvento di Guardiola, è stato messo dentro anche qualità tecnica, possesso palla, gioco corto. Ora è una squadra completa come proposta di calcio e Nagelsmann è dentro questa completezza di proposta. È un allenatore forte".
Mancano Kai Havertz e Florian Wirtz, giocatori fondamentali. Cosa si aspetta senza di loro?
"Di assenti una nazionale come la Germania non ne ha. Chi sono? Se non gioca un esterno ne gioca un altro, ne ha 4-5 di livello altissimo: sono tutti calciatori veloci, che sanno saltare l'uomo e fare uno contro uno. A metà campo gli avanzano calciatori fortissimi. Non gli manca nessuno, come a noi non manca nessuno: sarà una squadra piena di grandissima qualità e proporrà il loro gioco, al di là dell'assenza di un paio di elementi che hanno giocato più spesso".
L'Italia non vince con la Germania da 13 anni. Deve restituire qualcosa agli italiani di Germania?
"È vero. Abbiamo fatto anche quattro pareggi nelle ultime sei partite, ma abbiamo il dovere di essere quel sogno che tutti gli italiani hanno nel vedere giocare la Nazionale. Cioè vincere le partite ed essere una nazionale forte: noi abbiamo questo dovere qui. Ci dobbiamo portare dietro la nostra storia, nel bene e nel male, conoscere bene quello che vogliono gli italiani vedendo giocare a calcio la nostra nazionale".
Ha detto che Retegui può recuperare con l'Atalanta.
"Una puntina di roba c'è, però non è una cosa così importante. Ballano i giorni insomma".
In passato ha detto che a Retegui va portata di più la palla, mentre Kean se la porta anche da solo in area. Per queste due partite che tipo di centravanti è più utile?
"Siccome penso che verrà fuori una partita da sbattimento, da continui ribaltamenti di fronte, Kean in questo sbattimento è più adatto. Retegui lo sa fare, ma è più bravo nell'area di rigore per quello che ho visto io. Kean parte più da lontano, qualche volte riparte da metà campo e non ha bisogno di nessuno, sbatte su un paio di difensori e riesce ugualmente a concludere in porta".
Sei partite dopo gli europei: si è vista una bella Italia. È sufficiente a ritenere la squadra non più a rischio sbandamento?
"Secondo me non siamo a rischio, se non succede qualcosa di particolare. Poi ci sono delle cose e dei momenti durante le partite, che possono ribaltare totalmente la naturalezza dello scorrimento. Ma, per quello che ho visto io, non siamo a rischio".
Cambiaso non sembrava avere niente di che, potrebbe stringere i denti?
"Il fatto che sia venuto, che sia qui e che lavori giornalmente è segno che ci vuole stare. Lo riteniamo un calciatore che ama il lavoro che fa. Quando ami profondamente qualcosa poi ti viene più coraggio: lui vuole bene alla Nazionale, ci vuole stare e ha il coraggio di soffrire anche un po' pur di portare a casa una prestazione utile per i suoi compagni".
È possibile che giochi Buongiorno in una Nazionale abbastanza napoletana?
"Nelle due partite è possibile. Anzi, quasi sicuramente giocherà Buongiorno nelle due partite".
Calafiori ha detto che la svolta è stata la partita con la Francia. È una gara simile questa con la Germania?
"Come forza, come qualità che si può prendere durante questa partita, come situazioni che ci possono far crescere, ce ne sono molte. Assomiglia molto a quella partita, ma dipende dallo storico, dal collettivo, dalla squadra avversaria, dal bello di queste sfide così emozionanti".
Nagelsmann attacca e però lascia spazi. Questa maniera di giocare può portare a dosare un po' di più fase offensiva e difensiva?
"È sempre così nel calcio. Se aspiri a qualcosa di importante c'è bisogno sempre di una disponibilità incondizionata, anche a dover soffrire un pochettino. Loro ci saranno dei momenti in cui comanderanno la partita, e non dobbiamo lasciargli la possibilità di giocare sempre in campo aperto. Avendo queste qualità di velocità, potrebbe essere un problema. Una delle qualità più importanti del calcio è saper scegliere come comportarsi in alcuni momenti, saper scegliere i momenti in cui si va tutti a sbattere forte addosso all'avversario facendo uomo contro uomo a tutto campo, e quelli in cui gli si concede un po' di palla perché non siamo equilibrati come blocco squadra, facendo questo rientro cattivo fino a essere tutti sotto palla. Poi c'è il momento che bisogna valutare se si può ripartire. Non è sempre in un modo e sempre in un altro: bisogna cambiarlo, sennò loro continuano a dire che giochiamo all'italiana. Ci saranno momenti diversi, bisogna essere sempre legati in quello che si fa".
Ha trovato Kean migliorato anche a livello personale?
"Sì, molto. Poi con lui ho avuto la possibilità di confrontarmi, non solo sul calcio, al telefono o quando sono andato a vedere la Fiorentina. L'ho conosciuto meglio, è un po' diverso dal messaggio che manda: è un ragazzo molto sensibile, che tiene alla sua professione e ai suoi compagni. È perfettamente dentro quella qualità morale di squadra che vogliamo andare a creare".
Non aver convocato un sostituto di Retegui dipende anche dall'avere centrocampisti con gol nelle gambe come Frattesi o Barella?
”È una considerazione corretta, ci aggiungerei anche Casadei. Si guarda di fare le cose più logiche possibile, un po' di equilibrio bisogna averlo. Se metti un centrocampista ti dà una mano in più, se metti uno come Raspadori o Maldini hai più possibilità di fare gol. Magari Raspadori ti aiuta ugualmente a fare la fase difensiva, perché ora sta benissimo e ha tutto".
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