«Uno si è salvato rinnegandovi, due hanno seguito le vostre orme. È ora di tornare giù e accogliere il vostro destino». Parole criptiche, pesanti, minacciose. È comparso nella notte - scrive e riferisce Gazzetta.it - , poco lontano dal punto esatto in cui Riccardo Claris, 26 anni, tifoso atalantino, è stato accoltellato mortalmente durante uno scontro tra gruppi rivali di tifosi. Un episodio che ha sconvolto profondamente Bergamo e che adesso alimenta ulteriori paure e tensioni attorno al mondo del tifo organizzato. 

IL SILENZIO DEI TIFOSI - Ieri, allo stadio di Monza, i tifosi atalantini hanno ricordato Riccardo nel modo più forte: restando in silenzio per tutta la partita, con uno striscione semplice e potente: «Claris ovunque con noi». Un messaggio netto, che riassume il dolore composto della tifoseria organizzata. Poco lontano, nel quartiere che confina con lo stadio Gewiss, amici e conoscenti hanno deposto mazzi di fiori, nastri nerazzurri e una maglia della Curva Nord, proprio dove Riccardo ha perso la vita.

L'INDAGATO DAVANTI AL GIP - Intanto, oggi a Brescia, il gip ascolterà Jacopo De Simone, il diciottenne bergamasco accusato dell'omicidio. De Simone, che si è consegnato spontaneamente ai carabinieri subito dopo il fatto, vive nella stessa strada in cui è avvenuto il delitto. Il ragazzo è incensurato, ma proviene da una famiglia nota alle cronache: il fratello, Carmine, di sette anni più grande, lo scorso marzo è stato coinvolto nell'omicidio di Luciano Muttoni a Valbrembo.

IL DRAMMA DI UNA FAMIGLIA PERBENE - Riccardo Claris era descritto da tutti come una persona mite, lontana da ogni forma di violenza. Nato a San Giovanni Bianco e residente a Bergamo, da poco laureato, aveva perso il padre qualche anno fa e aveva ereditato proprio da lui la grande passione per l'Atalanta. La madre, stimata dirigente scolastica, e la sorella Barbara hanno ricevuto una valanga di messaggi di solidarietà.

L'APPELLO DELLA SORELLA
In una lettera affidata ai Social, Barbara Claris ha espresso con grande compostezza e dignità il dolore della famiglia: «In questo momento così difficile chiediamo solo rispetto, silenzio e giustizia. Mio fratello non era una persona violenta, chi lo conosce sa bene che non meritava questo. Nulla potrà mai giustificare un omicidio. Nulla».

UNA CITTÀ ANCORA SOTTO CHOC - Il clima a Bergamo resta teso e pieno di interrogativi. Quell’inquietante messaggio notturno, ora rimosso, riaccende preoccupazioni e sospetti: una minaccia, un avvertimento, oppure una provocazione destinata a far salire ulteriormente la tensione? In attesa che la giustizia faccia il suo corso, rimane il dolore per un'altra giovane vita spezzata e la consapevolezza che un dramma del genere non può e non deve più ripetersi.

Perché Bergamo, ferita e incredula, vuole solo giustizia e pace. Non altra violenza.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 05 maggio 2025 alle 14:56
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print