È finita l'era della tolleranza zero solo a parole. Da oggi, chiunque aggredirà un arbitro subirà la stessa pena prevista per chi attacca un agente delle forze dell’ordine. Con una decisione attesa e necessaria - descrive La Gazzetta dello Sport -, il governo mette finalmente mano a un fenomeno che nella scorsa stagione aveva raggiunto livelli inquietanti: ben 648 episodi registrati.

L’EPISODIO CHOC AD AREZZO - Ha appena 19 anni Lorenzo Petrelli, arbitro aggredito lo scorso 8 giugno durante il Memorial “Mirko Poggini” allo stadio “Città di Arezzo”. L’aggressore, identificato come il genitore di uno dei giovani calciatori, ha atteso Petrelli nello spogliatoio, colpendolo con una sedia e arrivando persino a morderlo. Un gesto sconvolgente, avvenuto in un torneo riservato a ragazzini di appena dodici anni. L’arbitro è tornato in campo per denunciare immediatamente quanto accaduto.

I NUMERI DELLA VERGOGNA - Una situazione gravissima quella degli arbitri aggrediti in Italia. Secondo dati aggiornati al 2 giugno 2025, la Lombardia guida tristemente questa classifica con 29 episodi documentati, seguita da Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Toscana. Numeri allarmanti, che delineano una realtà preoccupante e intollerabile nel calcio dilettantistico.

L’IDENTIKIT DEGLI AGGRESSORI - Ma il dato che fa riflettere maggiormente è un altro: nel 90% dei casi, a macchiarsi di queste violenze sono tesserati del mondo dilettantistico stesso, ovvero calciatori, allenatori e dirigenti. Una statistica che rende ancora più amara la realtà, rivelando che la minaccia più concreta per i giovani arbitri arriva proprio da coloro che dovrebbero rappresentare lo sport con correttezza e passione.

ORSATO: «LASCIATELI ARBITRARE SERENI» - Anche Daniele Orsato, attualmente responsabile per lo sviluppo dei giovani arbitri presso l’AIA, ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro contro questa escalation di violenza. «I ragazzi devono poter arbitrare serenamente, senza paura di essere aggrediti. Quando ricoprivo il ruolo di rappresentante degli arbitri, mi faceva stare malissimo dover chiamare giovani colleghi che erano stati aggrediti durante una partita. È inaccettabile. Lasciateli arbitrare in pace».

LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI - L’intervento del Ministro Abodi, con l’annuncio dell’equiparazione degli arbitri a pubblici ufficiali, rappresenta un passo avanti fondamentale. Una misura che potrebbe agire da deterrente efficace per arginare un fenomeno che rischia di compromettere irrimediabilmente il calcio dilettantistico e la passione di chi lo vive.

La speranza è che questi interventi legislativi possano finalmente invertire la rotta e restituire ai campi da gioco quel senso di rispetto e civiltà che dovrebbe essere scontato. Una battaglia di tutti, per un calcio più pulito e meno violento.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 21 giugno 2025 alle 08:58
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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