Il Napoli ritrova vittoria, identità e classifica proprio nel momento più delicato. Il 3-1 sull’Atalanta restituisce fiducia, scaccia le nubi post-Bologna e riporta gli azzurri provvisoriamente in cima alla Serie A, mentre il mondo “contiano” rivede tracce del progetto immaginato da Antonio Conte. Ma la partita, più che un ritorno alla normalità, offre due immagini opposte dello stesso Napoli: travolgente nel primo tempo, vulnerabile nella ripresa.

PRIMO TEMPO DOMINANTE - Il Napoli impone ritmo e aggressività come nelle sue giornate migliori, trovando in Neres e Lang due interpreti devastanti. Il piano di Conte è chiaro: Hojlund a fare da catalizzatore tra le linee, gli esterni-trequartisti a infilarsi negli spazi creati dalle sue sponde. Ne nasce un 3-0 scolpito in mezz’ora: la verticalizzazione volante di Hojlund che libera Neres per l’1-0, l’assist profondo di McTominay per il 2-0, e infine il 3-0 firmato da Lang su cross di Di Lorenzo, con l’olandese che spunta sul secondo palo come un centravanti. La squadra azzurra ricorda per intensità e coraggio l’Atalanta dei tempi d’oro, mentre la versione palladiana ne mostra la copia sbiadita.

IL RISVEGLIO DELL’ATALANTA - L’intervallo cambia la partita. Palladino corregge tutto ciò che non funzionava: dentro Kossounou per l’incerto Ahanor, fuori Pasalic e spazio a Scamacca, con la squadra rimodellata in un 3-4-2-1 più coerente. L’attaccante della Nazionale ribalta l’inerzia, accorcia con una splendida girata su cross di Bellanova e trascina i compagni verso la porta di Milinkovic. De Ketelaere e lo stesso Scamacca sfiorano addirittura il 3-2, rendendo il Maradona improvvisamente nervoso. Il Napoli, stanco e meno lucido, si siede e rischia più del previsto.

LE CONTROMOSSE E I PROBLEMI - Conte richiama energie fresche dalla panchina e il risultato non accenna più a cambiare, ma la differenza tra primo e secondo tempo resta un segnale chiaro: il Napoli può essere dominante, ma soffre cali mentali improvvisi. La serata consegna anche un tema pericoloso: l’ennesimo stop muscolare, questa volta per Hojlund. Con Anguissa out dieci settimane, più gli stop di De Bruyne, Lukaku, Gilmour e Spinazzola, la lista cresce in modo preoccupante. Una riflessione più ampia sul tema infortuni diventa inevitabile.

LE SCELTE DEI TECNICI - Palladino paga una formazione iniziale sbagliata - mette a nudo La Gazzetta dello Sport -: l’esperimento Pasalic alle spalle delle punte non incide, e il croato finisce per vagare senza trovare misure o linee di pressione. L’ingresso di Scamacca ribalta assetti e spirito, facendo emergere ciò che l’Atalanta avrebbe potuto essere se il centravanti fosse partito titolare. Conte, dal canto suo, conferma il 3-4-2-1 con un centrocampo ridotto all’osso, ma dimostra di poter costruire piani partita efficaci anche in piena emergenza.

Il Napoli ritrova il primo posto almeno per una notte e, soprattutto, una direzione tecnica precisa. Il Qarabag in Champions rappresenta un ostacolo superabile, anche con Lucca al centro dell’attacco, mentre l’immagine di Lukaku – a bordo campo, vicino al rientro – aggiunge un segnale di speranza. La partita racconta una squadra ancora in fase di trasformazione, ma abbastanza forte da rimanere competitiva nonostante i problemi.

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Sezione: Serie A / Data: Dom 23 novembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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