«Stavamo andando via, tutto sembrava finito. Riccardo è stato colpito a tradimento, alle spalle». È questo il quadro inquietante che emerge dalle dichiarazioni rese ieri dagli amici di Riccardo Claris, ascoltati per ore nella caserma dei carabinieri di via delle Valli a Bergamo. I testimoni, entrati e usciti uno alla volta con volto tirato e poche parole ai cronisti, hanno ricostruito in modo sostanzialmente coerente la notte drammatica di sabato scorso, quando il 26enne bergamasco è stato ucciso con una coltellata sotto casa di Jacopo De Simone.

LA VERSIONE DEGLI AMICI DELL'ARRESTATO – Tra le testimonianze raccolte dagli investigatori - approfondisce e scrive L'Eco di Bergamo - c’è anche quella di un amico del diciottenne arrestato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il giovane, uscendo dalla caserma, ha affermato: «Quando è scoppiata la discussione, ero presente nel bar. Eravamo in cinque, contro una trentina di persone che ci hanno minacciato. Però noi non siamo ultrà, nemmeno Jacopo lo è. Seguiamo l’Inter in tv, nient’altro». Lo stesso testimone ha aggiunto che De Simone non avrebbe avuto intenzioni provocatorie, limitandosi a pronunciare una frase tratta dall’inno interista.

L’ORIGINE DELLA TENSIONE – La scintilla della tragedia sarebbe nata proprio da quella frase riferita da De Simone, che avrebbe suscitato la reazione del gruppo presente al Reef Café di via Borgo Santa Caterina, locale abitualmente frequentato da tifosi atalantini. Alcuni amici di Claris hanno però riferito agli investigatori che, più che un singolo episodio, sarebbe stato il comportamento provocatorio e minaccioso dei ragazzi di De Simone ad accendere la tensione fin dall’inizio.

UNA RICOSTRUZIONE COMPLESSA – Gli interrogatori svolti ieri, che proseguiranno anche oggi con ulteriori audizioni di testimoni oculari e residenti della zona, serviranno a comporre un quadro completo della tragedia. I carabinieri stanno lavorando per incrociare le testimonianze con i filmati delle numerose telecamere presenti nell’area, anche se nessuna ripresa avrebbe immortalato direttamente la scena del delitto, avvenuto esattamente sotto l'abitazione di De Simone al civico 27 di via dei Ghirardelli.

I FILMATI CHIAVE – Le immagini recuperate, decine di ore di registrazioni da differenti angolazioni, saranno determinanti per ricostruire con precisione gli spostamenti dei due gruppi e confermare o smentire i dettagli emersi dalle testimonianze. Proprio la mancanza di riprese dirette del momento dell’accoltellamento rende ancora più delicato il lavoro degli investigatori, impegnati a chiarire soprattutto se Claris fosse davvero di spalle e inerme, come sostenuto dalla maggior parte degli amici della vittima.

GLI INTERROGATORI CONTINUANO – Le audizioni proseguiranno nei prossimi giorni. Alcuni testimoni potrebbero essere nuovamente chiamati in caserma per chiarire eventuali incongruenze o approfondire particolari che emergeranno nel corso delle indagini. La complessità dell’inchiesta impone cautela, ma i contorni del delitto appaiono sempre più nitidi.

La verità sulla morte di Riccardo Claris sembra ormai vicina, e i carabinieri non intendono lasciare nulla al caso.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 07 maggio 2025 alle 07:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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