Dalle dieci di ieri mattina alle tre del pomeriggio, gli uffici della caserma dei carabinieri di via delle Valli sono stati il crocevia di testimonianze cruciali per chiarire la dinamica dell’omicidio di Riccardo Claris. Gli investigatori hanno ascoltato separatamente amici della vittima - descrive dettagliatamente L'Eco di Bergamo -, conoscenti dell’arrestato Jacopo De Simone e diversi abitanti della zona dove è avvenuta la tragedia, la notte tra sabato e domenica scorsi.

LA FRASE INCRIMINATA – Le testimonianze raccolte ieri coincidono nel descrivere il clima inizialmente teso, nato all’interno del «Reef Café» di Borgo Santa Caterina, dove De Simone avrebbe pronunciato un passaggio provocatorio tratto dall'inno dell'Inter. Un amico del diciottenne arrestato, ascoltato dai carabinieri, ha spiegato: «Non c’era alcuna intenzione di sfidare o provocare. Jacopo ha solo ripetuto una strofa dell’inno nerazzurro». Ma quella frase sarebbe stata sufficiente ad alimentare la discussione con il gruppo di Claris.

IL DRAMMA IN VIA GHIRARDELLI – Gli eventi si sono poi spostati sotto l’abitazione di De Simone, in via Ghirardelli, a poca distanza dallo stadio di Bergamo. Stando alle dichiarazioni degli amici di Riccardo, ascoltati ieri dagli investigatori, la situazione in quel momento sembrava già essersi calmata. Un testimone ha dichiarato ai carabinieri: «Ormai la discussione era finita, eravamo già pronti ad andarcene. È stato proprio in quel momento, all'improvviso, che Riccardo è stato pugnalato alla schiena».

LA VERSIONE DEL GRUPPO DI DE SIMONE – Uno dei ragazzi vicini a De Simone ha invece riferito di aver avvertito immediatamente un clima ostile e minaccioso all’interno del locale: «Eravamo appena cinque ragazzi contro circa trenta persone che cercavano qualcuno di noi», ha raccontato agli inquirenti, ribadendo però con forza che nessuno del suo gruppo frequenta ambienti ultrà: «Guardiamo semplicemente le partite dell’Inter a casa, non abbiamo mai fatto parte del mondo ultras».

TESTIMONIANZE E VIDEO – Nella giornata odierna gli interrogatori proseguiranno. Altri amici dei due gruppi coinvolti, oltre a clienti del locale e a residenti della zona, saranno ascoltati per approfondire ulteriormente i dettagli della tragedia. Gli investigatori, parallelamente, stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza che circondano l’area del delitto, anche se nessuna avrebbe ripreso direttamente il momento fatale della coltellata.

VERIFICHE INCROCIATE – I carabinieri stanno lavorando intensamente, incrociando dichiarazioni, testimonianze e video per eliminare ogni dubbio sulla dinamica esatta degli eventi. Alcuni testimoni potrebbero essere riconvocati qualora emergessero contraddizioni o nuovi elementi utili per chiarire definitivamente l'accaduto.

Le prossime ore saranno determinanti per completare il quadro di una tragedia assurda, iniziata con una banale provocazione calcistica e finita con la morte di un giovane innocente che aveva tutta la vita davanti.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 07 maggio 2025 alle 10:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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