L’Atalanta è tra i club che incarnano meglio l’influenza dei capitali stranieri sulla Serie A. Nel 2022, il gruppo americano guidato da Stephen Pagliuca ha acquistato la maggioranza dai Percassi per circa 215 milioni, rilevando successivamente altre quote minori per ulteriori 12 milioni. Inclusi i 67 milioni versati nella società controllante Dea per finanziare infrastrutture e sviluppo, l’investimento complessivo a Bergamo sfiora i 300 milioni di euro. Una cifra che pone gli americani tra i principali finanziatori del nostro calcio.

FRIEDKIN RE DEI "BIG SPENDER" – Al vertice degli investitori stranieri - approfondisce La Gazzetta dello Sport con un'inchieta - resta però Dan Friedkin, proprietario della Roma. Dal suo ingresso nel club giallorosso ha già speso circa 958 milioni, di cui 722 destinati principalmente a risanare le perdite economiche accumulate dal club. Al secondo posto si piazza Gerry Cardinale, che con RedBird ha sborsato 825 milioni per il Milan, buona parte dei quali andati nelle tasche di Elliott. Sul podio anche gli Agnelli, con Exor che dal 2001 ha iniettato nella Juventus 715 milioni di euro, più ulteriori risorse previste nel breve periodo.

COMMISSO E IL CASO PARMA – Impressionano anche gli esborsi effettuati da Rocco Commisso e Kyle Krause. Commisso, presidente della Fiorentina, ha investito complessivamente 474 milioni, con una grossa fetta (122 milioni) destinata alla realizzazione del Viola Park. Ancora più sorprendente il dato di Kyle Krause, che con il Parma ha speso circa 443,5 milioni di euro dal suo arrivo nel 2020, cifra considerevole per un club attualmente di dimensioni inferiori rispetto ai top della Serie A.

LA SPINTA INDONESIANA DEL COMO – Un'altra storia emblematica di investimenti stranieri è rappresentata dai fratelli Hartono, proprietari indonesiani del Como. Acquistato nel 2019 per soli 200mila euro, il club lombardo ha visto riversarsi 390 milioni attraverso la controllante Sent Entertainment, finanziando non solo la squadra ma anche progetti paralleli in ambito immobiliare, mediatico e sportivo. Un investimento sorprendente, che testimonia l’ambizione e il potenziale attrattivo del calcio italiano.

MECENATISMO "MADE IN ITALY" – Se capitali esteri dominano le cifre più alte, il mecenatismo tradizionale resiste ancora nelle realtà più piccole. È il caso del Sassuolo, dove la famiglia Squinzi, attraverso la Mapei, ha investito ben 483 milioni dal 2003 ad oggi, prevalentemente sotto forma di sponsorizzazioni. Una strategia analoga a quella della Cremonese della famiglia Arvedi, con 210 milioni spesi dal 2007.

I VIRTUOSI DELLA SPESA CONTENUTA – Casi opposti, invece, quelli rappresentati da Lazio e Napoli: Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis hanno adottato modelli molto più sostenibili. Dal 2004 Lotito ha investito appena 36 milioni nella Lazio, mentre De Laurentiis, vincitore dello Scudetto, ne ha spesi appena 16, confermando un’eccezione virtuosa nel calcio italiano. Moderati anche gli investimenti di Cairo per il Torino (72 milioni dal 2005) e Giulini per il Cagliari (62 milioni dal 2014).

LA NUOVA LINFA DEL PISA – Un altro recente ingresso è quello di Alexander Knaster, magnate americano di origini russe, che ha investito 110 milioni di euro nel Pisa, appena promosso in Serie A. Una ventata d'aria fresca per il calcio toscano, che testimonia ancora una volta l’importanza dei capitali esteri per mantenere competitivo il nostro campionato.

L’Atalanta, così come altri club con proprietà straniere, rappresenta oggi un modello di crescita e stabilità che potrebbe fungere da esempio per tutto il calcio italiano, sempre più globalizzato e meno dipendente dalle storiche figure dei mecenati locali.

Sezione: Serie A / Data: Lun 23 giugno 2025 alle 07:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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