Gasperini torna "a casa": cena nostalgica nel cuore di Bergamo

Ci sono legami che resistono oltre il calcio, oltre i colori e le maglie che cambiano. È questo il caso di Gian Piero Gasperini e Bergamo, una città che lo ha reso protagonista di una favola sportiva indimenticabile. Ora alla guida della Roma, il tecnico piemontese non ha resistito al richiamo di quei luoghi che ancora oggi chiama «casa».

UNA CENA SPECIALE - Nei giorni scorsi Gasperini è tornato nella città lombarda, regalandosi una serata in un luogo che ha segnato le sue abitudini bergamasche: la storica trattoria "da Giuliana" (ufficialmente Trattoria D'Ambrosio), punto di riferimento per molti protagonisti nerazzurri, oltre che per lo stesso allenatore. Una foto pubblicata sui Social del locale immortala Gasperini sorridente accanto alla ristoratrice, che lo ha salutato affettuosamente scrivendo: «Qui i casoncelli ti aspettano sempre, buona fortuna mister!».

IL PRECEDENTE DI MARZO - Non è la prima volta che Giuliana dedica una particolare attenzione al tecnico di Grugliasco. Lo scorso marzo, quando l’addio all'Atalanta cominciava a farsi concreto, la ristoratrice aveva preparato per lui una torta speciale con una dedica inequivocabile: «Non lasciarci!». Quel gesto spontaneo era stato un tentativo, seppur simbolico, di trattenere Gasperini a Bergamo fino alla scadenza naturale del contratto prevista nel 2026.

UN AFFETTO INDELEBILE - Nonostante l'anticipato addio per approdare alla Roma, il legame di Gasperini con Bergamo non si è affatto interrotto. È difficile dimenticare nove stagioni piene di soddisfazioni e imprese storiche, come la recente vittoria dell'Europa League, un trionfo che ha reso il tecnico cittadino onorario già nel 2019.

FUTURO ROMANO, CUORE BERGAMASCO - Oggi Gasperini ha intrapreso una nuova avventura, ma resta chiaro che i legami più forti vadano oltre le maglie e i contratti. Un sentimento reciproco che accomuna allenatore, tifosi e ristoratori, uniti da un affetto che non conosce scadenze.

E allora, arrivederci Bergamo. Perché quando si ama una città, la si lascia solo fisicamente: col cuore, invece, si torna sempre.