Genoa, scatta l'operazione Atalanta: De Rossi riapre i cancelli a Pegli. Ostigard, è corsa contro il tempo

I cancelli del centro sportivo "Signorini" si sono riaperti, il giorno di riposo è già un ricordo. In casa Genoa si è voltato pagina dopo la sconfitta interna contro l'Inter, un ko che ha lasciato l'amaro in bocca per il risultato ma non per la prestazione, giudicata comunque incoraggiante. Daniele De Rossi ha richiamato la truppa all'ordine con un unico obiettivo nel mirino: la sfida di domenica, ancora a Marassi, contro l'Atalanta. Un incrocio che profuma di ex e di rivincite, con il Grifone chiamato ad alzare l'asticella per fermare una Dea in netta ripresa sotto la cura Palladino, subentrato a quel Juric che proprio sotto la Lanterna aveva lasciato ricordi indelebili.

IL NODO DIFESA - L'attenzione dello staff tecnico rossoblù è quasi interamente catalizzata dall'infermeria, vero ago della bilancia per le scelte di formazione. Il nome caldo è quello di Leo Ostigard: il centrale norvegese, fermo ai box dalla trasferta di Udine per una noia al polpaccio, ha continuato a lavorare a parte. Tuttavia, filtra un cauto ottimismo: l'obiettivo è reinserirlo gradualmente in gruppo nei prossimi giorni per strappare una convocazione in extremis. La sua presenza sarebbe ossigeno puro per la retroguardia, anche se pende su di lui la spada di Damocle della diffida: un cartellino giallo farebbe scattare la squalifica, un dettaglio non trascurabile in una gara che si preannuncia fisica.

PIOGGIA DI ASSENZE - Se per Ostigard si spera, per altri il semaforo resta rosso. De Rossi dovrà fare i conti con un'emergenza che non accenna a rientrare: le chance di vedere in campo Hugo Cuenca e Junior Messias sono ridotte al lumicino, così come quelle di Maxwel Cornet. A complicare ulteriormente i piani ci si mette il calendario internazionale: il centrocampo perde i muscoli di Jean Onana, che ha risposto alla chiamata del Camerun per la Coppa d'Africa e non sarà della partita. Contro un'Atalanta affamata di punti, il Genoa dovrà fare di necessità virtù, affidandosi all'orgoglio e alla spinta del Ferraris per colmare il gap tecnico e numerico.

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