Il lunedì post-campionato lascia spesso in eredità sentenze che pesano più dei tre punti incamerati. Nonostante il successo della Juventus sul Bologna, negli studi de La Domenica Sportiva il clima non è stato solo celebrativo. Sotto la lente d'ingrandimento di Ciccio Graziani, voce storica e mai banale del nostro calcio, sono finite le scelte di Luciano Spalletti e, soprattutto, il rendimento di alcuni singoli che faticano a brillare come ci si aspettava. Un'analisi chirurgica che tocca da vicino anche il mondo nerazzurro, rievocando fasti passati che a Torino sembrano ancora lontani.

IL CASO KOOPMEINERS - Il passaggio più pungente dell'intervento di Graziani riguarda senza dubbio Teun Koopmeiners. Il tuttocampista olandese, costretto finora a sacrificarsi spesso sulla linea difensiva per l'assenza di Gleison Bremer, non ha convinto nemmeno quando ha avuto licenza di offendere. Con il rientro del brasiliano, l'ex Dea dovrebbe tornare nel suo habitat naturale a centrocampo, ma l'opinionista resta scettico sul suo attuale stato di forma, usando una metafora tanto colorita quanto impietosa: «Anche se in quel ruolo non ha mai reso come dovrebbe. Dall’Atalanta è arrivato il cugino». Parole che certificano la metamorfosi involutiva del giocatore, apparso la copia sbiadita del dominatore ammirato a Bergamo. La sfida per Spalletti è chiara: «Se Luciano riesce a farlo tornare quel giocatore, ha fatto jackpot».

La vittoria non deve dunque ingannare: la Juventus è un cantiere ancora aperto, specialmente nella capacità di convertire la mole di gioco. La chiosa di Graziani suona come un compito a casa per l'allenatore bianconero: «Spalletti deve lavorare sugli attaccanti». Serve maggiore cinismo e, soprattutto, serve ritrovare la versione originale di quei campioni che altrove facevano la differenza e che oggi, all'ombra della Mole, sembrano cercare ancora la loro identità perduta.

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Sezione: L'angolo degli ex / Data: Lun 15 dicembre 2025 alle 18:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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