Dopo il pareggio con lo Slavia in Champions, Antonio Conte si è autodefinito pubblicamente “un asino”, ben sapendo che gli asini sono altri. E’ furibondo per quello che sta succedendo in campo e fuori dal campo, e non l’ha mandato a dire alla squadra chiamata a raccolta in un faccia a faccia dai toni duri.
Chi non capisce e non si adeguerà in fretta finirà presto ai margini, Conte è un allenatore e un uomo dalle idee precise (anche troppo) e un decisionista come pochi. Dà molto e pretende molto.
Ovvio che nel “mondo Conte” la cosa più grave successa negli ultimi due giorni non sia il pareggio con lo Slavia Praga pur sorprendente e inatteso, ma soprattutto la soffiata arrivata alla Gazzetta dello Sport che ha raccontato di una lite avvenuta nello spogliatoio.
Conte basa tutto il suo lavoro nella formazione del gruppo sulle regole, sull’onesta nei rapporti, sulla franchezza, sulla capacità di dirsi le cose in faccia, lui vuole essere credibile fino in fondo e pretende giocatori credibili. In un gruppo, per lavorare duramente come richiede lui, non ci devono essere dubbi, ombre, retropensieri e comportamenti non limpidi. Il fatto che un giornale abbia pubblicato ampi stralci di quanto avvenuto nel chiuso della stanza più segreta del mondo Inter non solo è inconcepibile, ma manda all’aria due mesi di lavoro. E’ una mina alla base del palazzo che l’Inter sta costruendo. E’ chiaro che vedere pubblicati su un giornale ampi stralci di una discussione avvenuta nello spogliatoio significa che nel cuore dell’Inter c’è una gola profonda, che il repulisti di Marotta non è completato, qualcuno rema ancora contro o vuole semplicemente intorbidire le acque. Il giornale ha fatto il suo lavoro, il giornalista bravo sfrutta le sue fonti, il problema non è chi pubblica certe cose, ma chi le rivela. Ha ragione De Vrij, il fatto in se stesso è banale, chi conosce gli spogliatoi di calcio di qualsiasi categoria sa che ogni intervallo o quasi, è buono per confronti anche duri, lamentele, accuse, urla quando le cose non vanno. Non dico che è la routine, ma un modo adrenalinico che appartiene a certe situazioni, soprattutto quando non c’è soddisfazione nel lavoro o nel risultato. Il problema è chi ha rivelato quello che è successo. La società sta facendo tutto il possibile per capire, Marotta ha avviato un’indagine interna, Conte non avrà pace fino a quando non sarà ricostruito l’accaduto e punito il colpevole o i colpevoli. Se i nomi verranno fuori non vorrei essere nel giocatore o in qualche altro che era nello spogliatoio e ha rivelato l’accaduto. Conte non ripartirà sereno se non saprà come sono andate le cose.
Come sono andate in campo con lo Slavia invece lo sa e lo ha visto bene. Anche qui nel “mondo Conte” c’è qualcosa di inaccettabile e trattasi dell’atteggiamento. Le partite si possono interpretare più o meno bene, a volte nascono serate come quella di martedì, ma Conte non accetta la mancanza di grinta, di rabbia agonistica, di determinazione. Quando non ce la fai con il gioco deve arrivare il carattere e una squadra che trova il carattere soltanto nei minuti di recupero è una squadra che a Conte non piace. I giocatori “molli”, quelli che non sanno soffrire e non tireranno sempre fuori tutto, avranno pochissime occasioni per rifarsi. Conte è stato chiaro con tutti, il rapporto è stato duro.
Uno dei giocatori più deludenti in questo inizio stagione è, ovviamente, Lukaku. Da lui, dalla sua potenza e fisicità, ci si aspettavano cose diverse e migliori. A vederlo uno dei “molli” sembra proprio il belga, ma Conte sa benissimo che si tratta soltanto di una situazione legata allo stato di forma. Lukaku è un problema ora, ma presto non sarà un problema. Mi dicono che fisicamente è al 50-60 per cento. Anche sovrappeso. Conte ha consigliato un drastico cambiamento della dieta, è intervenuto un nutrizionista per ottimizzare l’alimentazione e consentire a Lukaku di riavere tonicità ed esplosività il prima possibile. Sulla condizione atletica c’era da aspettarselo che un fisico come quello di Lukaku avrebbe pagato i durissimi sistemi di allenamento contiani, ha bisogno di più tempo per smaltire i carichi di lavoro. Ma quando Lukaku entrerà in forma non si fermerà più, queste sono le previsioni di chi lo vede tutti i giorni e conosce la sua struttura.
Un altro problema da risolvere è l’atteggiamento della difesa. Conte vuole trovare la superiorità numerica facendo ripartire l’azione dal basso, ma s’è scontrato con la scarsa attitudine di Skriniar soprattutto, ma anche degli altri. Contro lo Slavia gli impacci e la lentezza della difesa hanno contribuito al farraginoso svilupparsi della manovra. Domani torna Godin e con lui sarà un’altra storia. Ma ci sarà anche Barella. Un’altra cosa è chiara, a centrocampo serve l’esplosività di questo ragazzo che se per ora fatica tatticamente, porta tanta energia e cattiveria che anche negli anni passati erano assenti nel centrocampo dell’Inter. Terza novità rispetto alla Champions è Sanchez. Conte ha sbagliato a non farlo giocare in coppa preferendogli lo stanco Lautaro reduce dalla nazionale, ma domani sarà la volta del cileno che con la sua rapidità potrà aiutare anche Lukaku.
E il Milan? Penso e lo ribadisco, che Giampaolo abbia bisogno dei suoi tempi, serve pazienza, ma anche Giampaolo si deve scuotere. S’è incartato attorno a Suso. Ha pensato di farlo giocare in mezzo, da trequartista, ma l’esperimento l’avevano bocciato anche altri suoi colleghi in precedenza. Non si può vedere un Milan con Suso esterno e un trequartista dietro una punta che a volte deve allargarsi a sinistra come con il Verona. Una sorta di 4-3-2-1 anomalo che ha portato solo confusione. Suso funziona quando è al top, altrimenti è un giocatore normale, prevedibile. A Giampaolo si può dare solo un consiglio: faccia il suo calcio. Fra l’altro può giocare anche con due punte (Rebic non sa fare solo l’esterno) e i trequartisti abbondano. Ma anche i nuovi, sono così acerbi? C’è da augurarsi che torni in fretta Bonaventura, un uomo che sa fare tutto e può diventare fondamentale. Il Derby è l’occasione per tirare fuori coraggio e carattere, le parole di Boban “mi aspettavo di più”, devono aiutare Giampaolo a dare l’accelerata che serve per non finire nel tritacarne, battere il Verona in dieci soltanto su rigore non può essere una medaglia.
E la Juve? La crescita l’avevo già vista con il Napoli, una cinquantina di minuti di calcio sarriano c’era stato. A Firenze una caduta incomprensibile, ma l’altra sera a Madrid s’è visto cosa può fare questa squadra. Il problema è di testa, motivazioni e convinzioni. In Champions è più facile trovarle. Ma oltre alle palle inattive che la difesa soffre come non dovrebbe a certi livelli (quattro gol uguali fra Napoli e Atletico), segnalo un crescente scetticismo e quasi un gufismo nel mondo Juve. Ho quasi la sensazione che tutti gli scettici, soprattutto bianconeri, su Sarri bianconero non aspettino altro per dire “non è da Juve”, il suo calcio non funzionerà. Una sorta di tafazzismo incomprensibile che arriva forse dagli stessi che non amavano Allegri. Si devono chiarire le idee, questo atteggiamento non aiuta a creare quell’entusiasmo che dovrebbe accompagnare un momento di cambiamento epocale e la sfida verso un calcio diverso. Ma anche Sarri deve capire che il mondo Juve è diverso. Se è caldo, freddo, piove o nevica, la Juve è la Juve e basta. Certe robe le lasci agli allenatori di provincia.
Chiudo con un plauso alla Juve società che ha denunciato e fatto arrestare i capi ultrà violenti. E’ questa la strada. Gli avvelenatori del tifo, i delinquenti da stadio, sono noti a tutti in tutte le curve e in tutte le società. Mi chiedo perché questo passo l’abbia fatto solo la Juve, ma soprattutto ho notato il clamoroso silenzio (mi è sfuggito qualcosa?) dei presidenti della Federcalcio e della Lega che avrebbero dovuto applaudire, prendere posizione e invitare tutte le società a fare altrettanto. Invece la solita ignavia, come sui cori e quant’altro. Con questi dirigenti il nostro calcio non crescerà mai.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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