Inter batte Milan 2-0: a segno Dzeko e Mkhitaryan. Semifinale di ritorno in programma il 16 maggio.
L'unico rimpianto, per l'Inter, è non aver chiuso la qualificazione. Perché a un certo punto, per quasi tutto il primo tempo, a San Siro sembrava esserci soltanto una squadra in campo: la semifinale di andata di Champions League finisce sul risultato di 2-0, merito dei gol lampo di Edin Dzeko e Henrikh Mkhitaryan. In doppio vantaggio dopo undici minuti, la squadra di Simone Inzaghi non si limita ad amministrare, ma prova il colpo del definitivo ko: il palo lo nega a Calhanoglu, il rigore assegnato da Gil Manzano è un'illusione spenta dal VAR. Il Milan, che tra un uppercut e un gancio destro ha perso quasi subito il suo faro Bennacer, si scopre in campo soltanto alla ripresa del gioco dopo l'intervallo, anche se le principali occasioni della gara rimangono a tinte nerazzurre: Dzeko prima e Gagliardini poi vanificano la palla del potenziale tris. Resta negli occhi un euroderby molto lontano dal precedente 2003, che soprattutto dovrà essere tale fra sei giorni, sempre al Meazza. Stefano Pioli avrà a disposizione Rafa Leao, il grande assente di serata. E tutto sommato il Milan è ancora in corsa, nonostante la tantissima, quasi sempre troppa, Inter vista in campo questa sera.
Le scelte iniziali: Leao out, Calha titolare. Il portoghese non va neanche in panchina: Saelemaekers a sinistra con Brahim Diaz e Bennacer. Inzaghi preferisce il dente avvelenato dell'ex a Brozovic, davanti Dzeko con Lautaro: solo panchina per Lukaku.
Si è girato Dzeko: troppa Inter, Milan alle corde. 2-0 all'intervallo. Nel primo tempo la gara è come se non ci fosse. Meglio, il Milan è come se entrasse venti minuti dopo. Nel frattempo, l'Inter segna due gol: Dzeko si gira su calcio d'angolo per aprire le danze, raddoppia Mkhitaryan per un uno-due da ko tecnico. Il palo di Calhanoglu e l'infortunio di Bennacer, costretto a uscire per Messias, aggravano la situazione per la squadra di Pioli, che in qualche modo prova ad aggrapparsi a una partita fredda come una doccia quando a febbraio la caldaia non funziona. Quelli rossoneri sono solo squilli d'orgoglio in un mare nerazzurro: alla mezz'ora Calabria illude con l'esterno della rete, cinque minuti dopo Gil Manzano manda sul dischetto Lautaro. Il rigore è debole e infatti il VAR lo toglie dalla storia della serata. Ma negli spogliatoi si rientra reduci da un lungo monologo. E il 2-0 è persino risicato per gli "ospiti".
L'Inter non la chiude. La prevedibile strigliata di Pioli funziona: a inizio ripresa Brahim e Messias sfiorano la porta che Onana non ha neanche il compito di difendere. All'Inter, però, basta premere l'acceleratore sfondare: Bastoni corre sul red carpet e invita Dzeko a nozze, è solo corner grazie a una prodezza di Maignan. Parte la girandola dei cambi: escono tra gli altri il deludente vice-Leao e Mkhitaryan dolorante, altra scossa rossonera con il palo colpito da Tonali. La squadra arbitrale non lo vede, ma sarebbe corner perché la tocca Bastoni ed è anche un salvataggio decisivo. Il tourbillon delle sostituzioni prosegue e rallenta il ritmo della partita, la Lula dura poco perché Inzaghi prima mette Lukaku ma Lautaro va fuori dopo dieci minuti. L'Inter non affonda, il Milan ci prova ma accontentandosi di limitare i danni: Barella offre a Gagliardini il pallone del terzo gol, un dribbling di troppo dell'ex Dea vanifica la fatality nerazzurra.
MILAN-INTER 0-2
(8' Dzeko, 11' Mkhitaryan)
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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