L’Atalanta lascia alle spalle lo 0-0 con lo Slavia Praga con la sensazione di aver perso un’altra occasione. Tante chance, tanto gioco, poca concretezza. È il filo conduttore di questo inizio di stagione europea: la Dea produce ma non finalizza, e il suo cammino in Champions League 2025/26, dopo tre giornate, è già un intreccio di rimpianti e di consapevolezze. La squadra di Ivan Juric è viva, ma ancora incompiuta, frenata da un cinismo sotto porta che non le consente di tradurre in punti la superiorità tecnica.

UN AVVIO DA ALTALENA – Con 4 punti conquistati (una vittoria, un pareggio e una sconfitta), l’Atalanta eguaglia il bottino delle stagioni 2020-2021 e 2021-2022, ma resta dietro al rendimento dello scorso anno, quando dopo tre giornate era a quota 5. Una partenza non disastrosa, ma al di sotto delle aspettative di una squadra che ambiva a sfruttare il nuovo format a fase campionato per consolidare la propria dimensione europea.

IL CONFRONTO CON IL PASSATO – Analizzando i numeri delle campagne europee dal 2019 a oggi, emergono dati emblematici:

2019-2020: 0 punti, 2 gol fatti e 11 subiti (debutto traumatico).
2020-2021: 4 punti, 6 gol fatti e 7 subiti.
2021-2022: 4 punti, 5 gol fatti e 5 subiti.
2024-2025: 5 punti, 3 gol fatti e 0 subiti.
2025-2026: 4 punti, 2 gol fatti e 5 subiti.

Il bilancio attuale racconta una squadra solida ma sterile, seconda miglior difesa (5 gol incassati) ma con il secondo peggior attacco della storia recente nerazzurra: appena 2 reti segnate, come nel 2019-2020, la stagione del debutto europeo.

IL PROBLEMA È SOTTO PORTA – Juric lo sa bene: l’Atalanta crea tanto, ma concretizza poco. Krstovic e Sulemana hanno sprecato troppo, Lookman non ha ancora ritrovato la brillantezza del passato e Scamacca, appena rientrato, non è ancora al top della condizione. I numeri parlano chiaro: nelle ultime tre partite ufficiali la Dea ha realizzato solo un gol (quello di Samardzic a Como) e non segna da 264 minuti.

LA DIFESA TIENE, MA NON BASTA – Se in avanti manca la scintilla, dietro la squadra resta un blocco compatto. Cinque reti subite in tre gare europee non sono poche, ma la Dea ha dimostrato una crescita evidente in organizzazione e attenzione. L’Atalanta non è più la squadra che si esponeva al rischio pur di attaccare: oggi è più bilanciata, più matura. Ma questo equilibrio, senza la zampata decisiva davanti, diventa sterile.

VERSO MARSIGLIA – Il prossimo appuntamento europeo sarà decisivo: il 5 novembre al Velodrome contro il Marsiglia di De Zerbi. Juric dovrà trovare soluzioni per sbloccare un reparto offensivo inceppato, senza perdere la solidità che finora è l’unico vero punto fermo. L’Atalanta ha costruito tanto, ma in Champions la differenza la fanno i dettagli: un gol mancato, un’occasione sprecata, una vittoria lasciata a metà.

Per tornare a volare in Europa, la Dea deve ricordarsi chi è sempre stata: una squadra capace di trasformare la bellezza del gioco in concretezza.

Sezione: Champions League / Data: Gio 23 ottobre 2025 alle 15:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print