L’Italia giovanile parla sempre più bergamasco. E la giornata azzurra appena archiviata ha dipinto con forza un’evidenza: la nuova generazione della Dea è già protagonista nel calcio internazionale, e non solo di passaggio. È una presenza che incide, decide, trascina.

In Qatar, dove la Nazionale U17 ha staccato il biglietto per i quarti del Mondiale battendo 3-2 l’Uzbekistan, i fari erano tutti su due classe 2008 che con l’Atalanta hanno mosso i primi passi e che oggi stanno scrivendo pagine importanti con l’Italia. Samuel Inacio, ex nerazzurro ora al Borussia Dortmund, ha deliziato la platea con le sue giocate da grande fantasista che fanno la differenza. Il primo gol azzurro nasce, tra l'altro, da un suo guizzo: l’ennesima conferma di quanto la sua fantasia sia un’arma letale quando trova libertà tra le linee. E, purtroppo, in ogni sua giocata vincente raffiora sempre più il rimpianto di averlo perso in quel di Zingonia.

Accanto a lui, ma con un ruolo diverso, c’è stato Federico Steffanoni, centrocampista tuttofare della Primavera atalantina: uno che corre, rifinisce, tampona e riparte senza mai dare l’impressione di soffrire il peso della maglia o il livello della competizione. Nelle sue movenze c’è già la completezza di chi sa stare dentro una partita in ogni zona del campo. Per l’Italia è diventato una certezza. Per l’Atalanta, semplicemente, una splendida promessa che sta rispettando ogni aspettativa.

Non è finita qui. Perché anche la Nazionale U19 ha messo la firma sul suo successo grazie a un altro ragazzo cresciuto nel mondo nerazzurro: Javison Idele, classe 2007 e ora col gruppo U23, è stato il match-winner nella sfida contro la Polonia, decidendo il match che ha consegnato all’Italia il primo posto nel girone di qualificazione all’Europeo di categoria. Una rete che è la sintesi perfetta del suo modo di giocare: spinta, coraggio, verticalità. Elementi che in casa Atalanta conoscono bene. Non solo Idele, perchè in campo dal 1’ c'erano anche gli atalantini Manuel Maffessoli e Marco Leandri, entrambi dalla Primavera nerazzurra di Bosi.

Tre storie diverse, tre percorsi uniti dalla stessa matrice tecnica e identitaria. I cinque nerazzurrini stanno dimostrando che il metodo bergamasco funziona: coltiva talento, struttura personalità, forgia giocatori pronti al calcio vero ancora prima di diventare adulti.

Il Mondiale U17 ora chiamerà l’Italia alla sfida contro il Burkina Faso. L’U19 guarderà con ambizione alla fase élite. Ma, al di là dei risultati, resta una certezza: la nuova generazione atalantina è già qui, e sta crescendo alla velocità della luce. E non è un caso se, nelle grandi notti azzurre, i protagonisti portano sempre più spesso un marchio ben riconoscibile: quello della Dea.

Sezione: Copertina / Data: Mer 19 novembre 2025 alle 00:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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