È un racconto sincero, a tratti nostalgico ma privo di rimpianti, quello che Giorgio Pesenti affida ai microfoni di TuttoAtalanta.com. Una chiacchierata che ripercorre la parabola di un ragazzo cresciuto a pane e pallone nel mitico settore giovanile nerazzurro, accanto a futuri campioni, e poi costretto a reinventarsi altrove, diventando una leggenda del calcio dilettantistico lombardo. Pesenti non si nasconde e svela i retroscena di quel momento che ha cambiato la sua carriera: l'addio forzato ai colori della Dea.
Giorgio, facciamo un salto indietro: come arrivasti all’Atalanta?
«Giocavo nella Tritium e fui notato durante un’amichevole a Zingonia. Da lì iniziai ad allenarmi con "il Maestro" Bonifaccio al campo militare. Ricordo ancora con emozione la lettera di convocazione che arrivava ogni anno a luglio, dagli Esordienti fino alla Primavera: un piccolo rito che segnava l’inizio della stagione. Non c’erano procuratori o intermediari: restavi in attesa e la conferma arrivava per posta. Purtroppo, l’ultimo anno al posto della lettera dell’Atalanta trovai la cartolina per il servizio militare. Una sorpresa amara».
Come reagisti alla mancata conferma nell'Atalanta?
«Ci rimasi malissimo. Parlai con Favini e la società, mi spiegarono che non avevo ancora il fisico pronto per il salto. In effetti, nell'ultimo anno ero cresciuto di venti centimetri di colpo, arrivando a 188 cm, e questo mi aveva causato problemi muscolari. Da lì iniziai un lavoro in palestra per costruire potenza ed esplosività, arrivando a 90 chili. Nei dilettanti, poi, quello strapotere fisico faceva paura».
Paura confermata dai 273 gol...
«È stato un percorso devastante. Ho vinto 13 campionati, giocando con gente come Alessio Dionisi e Roberto Bortolotto. Quando passai nei dilettanti avevo una forza fisica doppia rispetto agli altri. Pierluigi Zambelli fu il primo a schierarmi punta, trasformando la mia esperienza da mediano in quella di un attaccante completo».
La storia di Pesenti è la dimostrazione che nel calcio le porte chiuse possono aprirne altre inaspettate. La delusione di Zingonia è stata la miccia che ha acceso una carriera fatta di vittorie, record e un affetto popolare che vale più di mille contratti tra i professionisti.
LEGGI QUI - L’intervista integrale di Giorgio Pesenti ai microfoni esclusivi di TuttoAtalanta.com
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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