In un Velodrome ribollente di passione, l’Atalanta di Ivan Juric ritrova vittoria, fiducia e convinzione. A commentare il successo ai microfoni di Bergamo TV, nel post partita nella mixed zone, è Max Nebuloni, volto e voce di Sky Sport. L’esperto inviato ha offerto un’analisi lucida e approfondita del match, individuando nella solidità mentale e nella ritrovata organizzazione di squadra le chiavi del successo nerazzurro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com

Max, come si spiega questa vittoria così importante? Dopo Udine serviva una reazione, e l’Atalanta l’ha data.
«Era la risposta che tutti si aspettavano, e la squadra non ha deluso. L’Atalanta ha mostrato carattere, organizzazione e maturità, le tre qualità che fanno la differenza nelle notti europee. Dopo una settimana complicata, con tante critiche, Juric ha tirato fuori il meglio dal gruppo. I giocatori hanno interpretato la partita con la giusta intensità, hanno sofferto insieme e colpito nel momento decisivo. È la prova che la squadra è viva, compatta e crede nel suo allenatore.»

Hai parlato di Juric: che tipo di segnale arriva da questa prestazione per il tecnico croato?
«Un segnale fortissimo. Juric è stato bravo a non stravolgere l’impianto di gioco, ma a restituire convinzione ai suoi ragazzi. Dopo Udine ha chiesto un cambio di atteggiamento, e lo ha ottenuto. L’Atalanta è tornata ad aggredire alta, a recuperare palloni, a tenere il baricentro nella metà campo avversaria. Tutto questo senza perdere equilibrio, che è la vera differenza rispetto alle ultime uscite. Si è vista una squadra concentrata, lucida e determinata fino al 90’.»

Samardzic ha deciso la gara con un capolavoro. Che valore ha per lui e per la squadra questo gol?
«Un gol pesantissimo, perché è arrivato in un momento chiave. Samardzic aveva bisogno di una notte così, dopo un periodo in cui era finito un po’ ai margini. Juric lo ha gestito bene, lo ha fatto lavorare e lo ha rimesso in campo quando era mentalmente pronto. La sua qualità non si discute, ma quello che ha colpito ieri è stata la sua maturità: è entrato con la testa giusta, ha cercato sempre la giocata utile per la squadra e poi ha tirato fuori un sinistro da fuoriclasse. È la sua rinascita, e allo stesso tempo il simbolo della reazione di tutto il gruppo.»

Si è parlato anche della sostituzione di Lookman e della sua reazione. Quanto possono pesare episodi del genere nello spogliatoio?
«Sono cose che succedono in tutte le squadre di alto livello. Un giocatore competitivo vuole sempre restare in campo, ma Juric ha gestito la situazione con equilibrio e fermezza, come deve fare un allenatore esperto. L’importante è che Lookman capisca che l’Atalanta viene prima di tutto, come ha detto lo stesso mister. In questi casi il tempo e il lavoro risolvono ogni tensione. A fine gara, l’immagine di Juric che abbraccia i suoi giocatori è la sintesi perfetta: spirito di squadra, unità e senso d’appartenenza.»

Hai seguito da vicino la Champions League: che impressione ti ha fatto il Marsiglia di De Zerbi?
«Il Marsiglia è una squadra di qualità, ma ieri l’Atalanta ha fatto sembrare semplice una partita che non lo era affatto. De Zerbi è un allenatore che dà identità e intensità, ma la Dea ha interpretato il match meglio. È stata più compatta, ha gestito i momenti chiave con esperienza e ha colpito quando serviva. L’abbraccio tra Juric e De Zerbi nel finale è stato un gesto bellissimo, di rispetto reciproco tra due tecnici che condividono la stessa visione del calcio.»

Dopo cinque settimane senza vittorie, questa può essere la partita della svolta?
«Non so se chiamarla svolta, ma di sicuro è un punto di ripartenza importante. In Europa vincere fuori casa, in uno stadio come il Velodrome, ti dà energia e fiducia. Ora bisogna portare questa intensità anche in campionato, dove l’Atalanta ha raccolto meno di quanto meritasse. Il successo di Marsiglia dimostra che la squadra c’è, che il lavoro di Juric sta dando frutti e che il gruppo è unito. Con questa mentalità, può tornare a scalare la classifica.»

Se dovessi sintetizzare in una frase la chiave di questa vittoria, quale sarebbe?
«Direi che è stata una vittoria di identità. L’Atalanta ha ritrovato se stessa: aggressiva, organizzata, compatta. E quando la Dea gioca così, è sempre difficile da battere. Dopo Udine serviva un segnale forte: è arrivato, e nel modo migliore possibile.»

Per Max Nebuloni, quella di Marsiglia è stata più di una semplice vittoria: un manifesto di resistenza, maturità e unità. «Juric – conclude – ha rimesso al centro i valori dell’Atalanta. Ora serve continuità, ma questa squadra ha tutto per tornare protagonista.»

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Sezione: Interviste / Data: Gio 06 novembre 2025 alle 00:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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