Ci sono sogni che si trasformano in incubi, talenti pronti a sbocciare che si perdono nel buio crudele degli infortuni. Andrea Conti, ex promessa dell’Atalanta ed ex rossonero, ha scelto di mettere fine a un tormento durato anni. Lo ha annunciato in esclusiva a Gazzetta.it, raccontando la sua sofferenza, ma anche l’amore incondizionato per quei colori nerazzurri che lo hanno visto diventare grande. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
IL CALVARIO E LA RESA DEFINITIVA
“Ormai non ho più la forza fisica e mentale per andare avanti. Sono anni che cerco di rialzarmi, ma non è più possibile”. È netto Andrea Conti, 31 anni, che dopo una stagione da svincolato ha deciso di lasciare definitivamente il calcio giocato. “Ho sofferto moltissimo, e non ci sarà nessun annuncio particolare sui social. Dico basta, e la decisione è irrevocabile”.
LA GRATITUDINE PER GASP
Nella mente di Conti, però, non ci sono solo le delusioni. Emergono nitidi anche i ricordi più felici della carriera, legati indissolubilmente all'Atalanta e a Gian Piero Gasperini: “Gasp è il miglior allenatore con cui abbia lavorato, senza dubbio. È uno che in settimana ti massacra, ti sfinisce fisicamente, ma poi la domenica vedi i risultati sul campo. Ti senti invincibile, capisci tutto al volo. Lui non ha bisogno di troppe parole, sa farti capire ciò che vuole”.
L’ATALANTA, CASA VERA E PERDUTA
Ed è proprio da Bergamo che era partita la sua favola. Un’annata eccezionale nel 2017, con otto reti segnate e prestazioni da fenomeno assoluto. Ma poi il trasferimento al Milan, desiderato e sognato, si trasformò presto in un tormento. “Forse l’errore più grande è stato andarmene dall’Atalanta. Quando lasci Bergamo, spesso accade qualcosa, perdi quella spinta straordinaria che Gasperini riesce a darti. In altri club il lavoro è differente, le aspettative altissime, la pressione enorme. Tanti ex compagni si sono trovati male dopo il trasferimento, e oggi capisco perché”.
IL MILAN, UN’OCCASIONE PERSA
Il passaggio ai rossoneri doveva essere il grande salto, e invece divenne la caduta definitiva. Un ginocchio fragile, un crociato rotto due volte, e il buio che arriva a cancellare i sogni più belli. “Ricordo perfettamente il giorno dell’infortunio, sembrava un incidente normale, invece fu l’inizio di un calvario infinito. Al Milan mi sentivo realizzato, ero felice: Milanello, i tifosi che ti aspettano, San Siro… Ma l’infortunio cambiò tutto”.
PIOLI, L’ULTIMA FERITA
Un altro colpo duro arriva con Stefano Pioli. Il tecnico rossonero, inizialmente, sembra credere in lui, ma dopo l’ennesimo infortunio, Conti si sente improvvisamente invisibile. “Quando arrivò Pioli giocai subito, mi sembrava la svolta. Poi mi fermai ancora e per lui scomparvi totalmente. Mi sentivo bene, ero pronto, ma era come se non esistessi più. Non mi diede mai una spiegazione: fu uno schiaffo dolorosissimo”.
FUTURO E RIMPIANTI
Ora, Andrea Conti prova a guardare avanti. “Non so ancora cosa farò, forse rimarrò nel calcio, magari da allenatore. Oggi provo solo ad accettare che è finita e non è semplice. Rimpianti? Impossibile non averne. Penso ogni giorno a come sarebbe stato senza quegli infortuni. Vedo gli altri giocare e mi chiedo: perché loro sì e io no? Non troverò mai una risposta”.
L’ultima battaglia di Andrea Conti si chiude qui, col rimpianto di una carriera strappata via da un ginocchio maledetto. Resta il ricordo dell’Atalanta e di Gasperini, un passato felice che forse, se fosse durato più a lungo, avrebbe cambiato il destino di un talento che poteva arrivare in alto, ma che il calcio ha abbandonato troppo presto.
© Riproduzione riservata
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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