In una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Josip Ilicic racconta il distacco dall’Atalanta, il ritorno a casa e la consapevolezza di aver lasciato un segno indelebile nella storia nerazzurra. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com 

Gasperini disse che nel 2020 lei meritava il Pallone d’Oro. Ci credeva anche lei?
«Ero in una forma straordinaria, ma non so se fossi da Real Madrid. A Palermo misi piede in palestra per la prima volta, troppo tardi. Se lo avessi fatto a 17 anni, chissà. Mi cercarono Napoli, Milan e Bologna, ma Percassi bloccò tutto. Meglio restare a Bergamo, dove mi sentivo unico».

Perché ha deciso di lasciare la Dea?
«I tendini non reggevano più. Il saliscendi con il peso fu devastante. Nel 2022 mi cercò il Siviglia, ma non ero più io. Così tornai al Maribor, dove tutto era cominciato. Quando, nel 2023, i bergamaschi vennero a trovarmi, mi commossi».

Quando ha capito quanto era amato a Bergamo?
«Nel 2024, durante Atalanta-Real Madrid. Pensavo che la gente si fosse dimenticata, invece lo stadio cantava per me. Me lo disse anche Modric: “Non giocavi, ma lo stadio era tuo”. Quello è stato il momento in cui ho capito tutto».

Cosa le è rimasto dentro di quegli anni?
«Un gruppo di amici sparsi per il mondo. Con loro ci sentiamo ancora. Ci è mancato solo un trofeo, ma vedere l’Atalanta vincere l’Europa League mi ha riempito il cuore. È come se quel trofeo l’avessimo vinto tutti insieme».

Che sogno le resta oggi?
«Rivederli tutti, un giorno. Tornare nello spogliatoio, abbracciare chi c’era e chi non c’è più. Perché quello che abbiamo fatto noi è stato qualcosa di irripetibile, folle e bellissimo».

Un uomo nuovo, sereno, che gioca ancora “a casa sua”. Ilicic oggi non cerca più il gol perfetto, ma l’equilibrio. E forse, come i grandi artisti, lo ha finalmente trovato.

© foto di www.imagephotoagency.it
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Sezione: Primo Piano / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 07:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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