Niente proclami, nessuna programmazione pubblica. Gabriele Gravina non vuole sentir parlare di playoff finché la qualificazione non sarà certa. Scaramanzia, prudenza o semplice pragmatismo: la parola d’ordine in casa FIGC è una sola, silenzio. Solo dopo la sfida contro Israele – nel caso in cui l’Italia dovesse conquistare matematicamente l’accesso agli spareggi – il tema sarà affrontato ufficialmente.

SEMIFINALE SICURA IN ITALIA – L’unica certezza, per ora, riguarda la semifinale, che si giocherà in casa. L’Italia, infatti, sarà testa di serie grazie al ranking FIFA e quindi avrà il diritto di ospitare il primo turno. Esclusi gli stadi più grandi come Olimpico e San Siro, più probabile che la Federazione scelga un impianto “caldo” e compatto, capace di ricreare un’atmosfera simile a quella dei grandi club. In pole ci sono città come Bologna, Firenze o Udine, che garantiscono capienza, entusiasmo e un terreno di gioco di qualità.

IL BALLOTTAGGIO PER LA FINALE – Diverso il discorso per l’eventuale finale playoff, in programma cinque giorni dopo la semifinale. In questo caso, la sede dipenderà dal sorteggio del 21 novembre a Zurigo, che stabilirà quale delle due nazionali giocherà in casa. Se la fortuna dovesse sorridere agli Azzurri, si aprirebbe il ballottaggio tra Roma e Milano.

ROMA FAVORITA SU MILANO – L’Olimpico sembra oggi la sede più accreditata. Il motivo è storico: San Siro ha già ospitato il playoff del 2017 contro la Svezia – finito amaramente con l’eliminazione – e le ultime partite di rilievo della Nations League come Italia-Francia e Italia-Germania. Roma, invece, garantirebbe un’atmosfera diversa, simbolicamente forte e logisticamente più gestibile per la FIGC.

PRUDENZA E SCARAMANZIA – Per ora, Gravina e Gattuso preferiscono non pensarci. «Non parliamo di playoff finché non siamo dentro», avrebbe confidato il ct, pienamente allineato alla linea federale. Ma la macchina organizzativa è pronta a muoversi nel momento in cui arriverà la certezza aritmetica.

E allora sì, si potrà cominciare a parlare di stadi, logistica e atmosfera. Con la consapevolezza che, questa volta, non ci sarà margine d’errore. Perché un terzo Mondiale mancato, stavolta, non sarebbe soltanto un fallimento sportivo: sarebbe una ferita storica.

Sezione: Italia / Data: Mar 14 ottobre 2025 alle 09:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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