Quattrocentodue presenze, una fascia al braccio e una storia che è diventata appartenenza. Marten De Roon non è solo il capitano dell’Atalanta, ma il volto di una generazione che ha reso grande la Dea in Italia e in Europa. Dieci anni dopo il suo arrivo in Serie A, l’olandese è oggi il simbolo di ciò che Bergamo rappresenta: lavoro, lealtà, dedizione e silenziosa grandezza.
IL RACCONTO – Nel format “Regalo ricordi fotografici” realizzato dallo storyteller Michelangelo Ienco su Instagram, De Roon si è raccontato con la sincerità che da sempre lo contraddistingue. «Bergamo e l’Atalanta mi hanno fatto diventare un vero uomo – ha dichiarato –. Tutto quello che ho vissuto e giocato in questi anni è stato un sogno. Quando avevo 16 o 17 anni non avrei mai immaginato di arrivare fin qui». Parole semplici, ma cariche di riconoscenza. E che sintetizzano perfettamente il legame fra un giocatore che ha dato tutto e una città che lo ha accolto come un figlio.
DAL 2015 AL MITO – Era il 2015 quando De Roon approdò in Italia, allora giovanissimo e poco conosciuto. Da lì ha costruito, passo dopo passo, un percorso che lo ha trasformato in un punto fermo della squadra e in un leader naturale. Con il tempo, è diventato il collante di uno spogliatoio capace di sfidare i giganti d’Europa, protagonista di serate che resteranno per sempre nella memoria collettiva. Le sue 402 presenze raccontano più di qualsiasi statistica: sono la misura della costanza, della professionalità e del senso di responsabilità di chi ha fatto della maglia nerazzurra una seconda pelle.
IL LEGAME CON BERGAMO – In un calcio che cambia in fretta, De Roon è rimasto un punto di riferimento. Non solo per la sua leadership in campo, ma per il modo in cui ha scelto di vivere Bergamo, diventando un cittadino adottivo e un ambasciatore silenzioso dei valori della città. È amato dai tifosi perché incarna perfettamente lo spirito della Dea: tenacia, umiltà, e quella costante voglia di migliorarsi che non lo ha mai abbandonato.
UN CAPITANO VERO – Oggi, a 33 anni, Marten De Roon continua a essere il cuore pulsante dell’Atalanta. La sua voce è quella del gruppo, la sua dedizione è esempio per i più giovani. È il capitano che non ha bisogno di gesti plateali per essere ascoltato: basta guardarlo correre, pressare, incoraggiare, rialzarsi sempre. E mentre parla di Bergamo come della sua casa, il suo messaggio suona come una dichiarazione d’amore: una promessa rinnovata a una città che lo ha scelto e che, in cambio, lui ha reso orgogliosa.
De Roon è il filo che unisce il passato e il presente dell’Atalanta, l’emblema di un club che non si arrende mai. E mentre il tempo passa, resta la certezza che la sua storia con Bergamo non finirà quando smetterà di giocare: perché certi legami non si sciolgono, diventano eredità.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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