C’è un filo invisibile che unisce la Champions League al campetto di via Papa Giovanni XXIII, a Lurano, piccolo comune della Bassa bergamasca. È il filo che racconta la parabola di Lorenzo Bernasconi, classe 2005, oggi esterno dell’Atalanta e protagonista di un’ascesa che sembra scritta per diventare un romanzo di calcio e passione.
DAL PAESE ALLA DEA – A Lurano, 2.871 abitanti e una tradizione calcistica rinata solo di recente, il nome di Bernasconi è sinonimo di orgoglio. «Nel “Berna” che gioca oggi in Serie A e in Champions – racconta ai microfoni de L'Eco di Bergamo l’ex presidente dell’Oratorio Pro Lurano, Alessio Belloli – vedo lo stesso ragazzino di dodici anni che ci faceva vincere le partite da solo. Non ho meriti, se non quello di aver riportato il calcio nel paese. Oggi, grazie ai premi di preparazione, la società si pagherà un’intera stagione».
Il centro sportivo di Lurano è rimasto lo stesso: l’erba consumata, le porte segnate dal tempo e i volontari che, ancora oggi, lavorano per tenere viva una passione collettiva. Bernasconi arrivò qui da Arcene, piccolo paese confinante, quando la società locale cessò l’attività giovanile. Da subito emerse per rapidità e coraggio: dribbling, scatti e quella sfrontatezza che lo accompagnano ancora oggi.
LE PRIME IMPRESSIONI – Chi lo ha allenato non ha dubbi. «Prendeva palla, saltava tutti e segnava o serviva i compagni», ricorda Belloli. «Era sempre sorridente, curioso e rispettoso». Anche Alessandro Regantini, ex vivaio nerazzurro e oggi tecnico della Trevigliese Under 17, ne conserva un ricordo vivido: «Allenavo i giovanissimi provinciali e lui, pur essendo esordiente, veniva spesso a giocare con noi. Aveva già elasticità, resistenza e una voglia di imparare fuori dal comune. Giocava esterno basso, ma poteva adattarsi ovunque. Oggi ha la rimessa più lunga del campionato, e non è un caso».
DALLA PRO LURANO ALL’ATALANTA – Il salto verso il calcio professionistico arriva con la Trevigliese, poi con la Cremonese, fino all’approdo a Zingonia, la culla dei talenti nerazzurri. Una crescita graduale, costruita con pazienza, che lo ha portato a essere una delle rivelazioni dell’Atalanta di Juric in questa prima parte di stagione. Ironia della sorte, Lurano è anche il paese natale di Mauro Bianchessi, tra i migliori talent scout d’Italia: un segno del destino.
Grazie ai premi di valorizzazione, l’Oratorio Pro Lurano riceverà circa 18 mila euro, cifra sufficiente a sostenere un’intera stagione del vivaio. «Siamo tutti volontari – aggiunge Belloli – e qui le quote restano popolari. Lorenzo è il miglior premio alla nostra scelta di far rinascere il calcio in paese, partendo dai bambini».
UN MODELLO DI SPERANZA – Tra Arcene e dintorni, Bernasconi è ancora “il Berna di Lurano”, quello che d’estate torna a giocare con gli amici e che non ha dimenticato le sue origini. «È esploso più tardi rispetto ad altri, ma forse è proprio questo che lo spinge a migliorarsi ogni giorno», spiega Regantini. «La sua storia dimostra che nei settori giovanili serve pazienza, e che anche gli oratori possono ancora essere luoghi dove nascono i campioni di domani».
Oggi Bernasconi veste il 47 dell’Atalanta e calca i palcoscenici d’Europa, ma il suo cuore resta in quel campetto della Bassa dove tutto è cominciato. Lì dove, tra una grigliata e un allenamento improvvisato, un gruppo di volontari ha creduto che anche un paese di tremila anime potesse regalare al calcio un talento da Champions.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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