"Le norme FIFA e UEFA sull'approvazione preventiva di competizioni calcistiche, come la Superlega, sono contrarie al diritto dell’UE sono contrari al diritto della concorrenza e alla libera prestazione dei servizi". Una frase abbastanza chiara, ma che francamente non dovrebbe destare nessuna sorpresa in nessuno. "Le regole FIFA e UEFA subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico inter club, come ad esempio la Super League e il divieto ai club e ai giocatori di giocare in quelle competizioni sono illegali. Non c'è quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali concorsi sono tali da restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e telespettatori nell’Unione europea".
Fin qui la sentenza che abbiamo letto tutti ieri. Ha portato un terremoto nel mondo del calcio ma che, per chi segue come lavorano FIFA e UEFA, non è una novità. Perché sia la FIFA che la UEFA si sentono legittimate a decidere le regole per tutti. Il calcio era roba loro, nessuno poteva entrarci. È incredibile che nessuno lo abbia fatto prima, in effetti, al netto della Superlega. C'è un monopolio che non c'è in nessun mondo che porta così tanti quattrini a chi organizza. La FIFA e la UEFA non hanno rischio di impresa. Non pagano i giocatori e non hanno mai avuto avversari, se non quelli geograficamente contigui. Ora l'avversario c'è, forse è debole.
Ma cosa succederà quando arriverà il player davvero forte? È vero che ci sono Real Madrid e Barcellona nella Superlega, ma finora ci sono solamente loro. Ma se domani Salman, emiro dell'Arabia Saudita, decidesse di organizzare con capitali forti la Superlega Mondiale? In un esercizio di stile lo abbiamo ipotizzato qui, ma ora con questa sentenza si può dire che il lavoro sporco lo hanno fatto gli altri. E se io posso organizzare un torneo invitando il Napoli, la Juventus o il Bayern Monaco in una Superlega - ovviamente poi dovrò trovare i giusti argomenti, ma lo hanno fatto con Ronaldo... - allora è necessario che io lo faccia.
Il problema non sarà mai se la Superlega come pensata da A22 si farà o non si farà. Ma che prima o poi qualcuno, come potrebbe essere Elon Musk o Salman o uno degli uomini più ricchi del mondo, si alzerà e lo farà. Poi lì bisognerà scegliere fra sport e denaro. UEFA e FIFA hanno sempre scelto questo secondo aspetto, da Joao Havelange in giù. Mondiali allargati, Europei altrettanto, trovate per far sì che l'Arabia Saudita si prenda il Mondiale del 2034 dodici anni dopo quello in Qatar. Sono state tutte mosse politiche.
In piccolo si può dire che la stessa cosa stavano facendo con i procuratori. Hanno inserito delle regole mondiali per cercare di mitigare il problema, andando contro - molto spesso - alle leggi dei singoli stati che, ovviamente, non hanno recepito le norme e hanno rimandato al mittente. Eppure la FIFA tira dritto e continua a spedire comunicati in cui parlano della bontà della nuova riforma. Non si sa bene in base a cosa, ma questo è un altro discorso. La buonanima di Mino Raiola, procuratore fra i più feroci e vincenti della storia del gioco, disse. "Tra 10 anni la Fifa non esisterà più [...] È una famiglia corrotta, non violenta, ma molto opaca, focalizzata sull’accumulare potere e controllo con enormi conseguenze sul calcio. Infantino vuole limitare gli agenti e iniziare una banca della Fifa in cui controllare i trasferimenti, ma è solo una tattica per fare bella figura con l’opinione pubblica e non turbare i grandi sponsor. Vogliono tornare al totalitarismo comunista, che è illegale. Per questo va consentito ad un altro sistema di co-esistere. Questo è il mio obiettivo, voglio aiutare a creare un calcio migliore e forzare tutti a pensare criticamente".
Chissà se aveva la palla di vetro.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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