Il Napoli ha già iniziato il conto alla rovescia per la festa scudetto. La squadra sta viaggiando con numeri spaventosi. Il distacco dalla seconda in classifica è roba da record. Immaginiamo che da abile manager il presidente De Laurentiis stia già pensando al futuro. La prima mossa non riguarda Osimhen (chi lo vuole si presenti con 150 milioni e potrebbero non bastare) o l’artista Kvara. No, il primo passo del proprietario del Napoli sarà convincere il diesse Giuntoli e il tecnico Spalletti a restare. Lo diciamo subito: non sarà una partita facile. E sarà comunque complicato dividere il futuro di uno da quello dell’altro. Tra i due c’è grande stima e grande complicità. Il problema non sono gli stipendi di questi due manager ma il progetto che ha in testa De Laurentiis. Per convincerli a restare dovrà mettere sul piatto un progetto futuro per il Napoli. Come ha spiegato Spalletti, dopo i complimenti di Guardiola, il rapporto tra il budget del Manchester City e quello del Napoli è mostruoso. Se il club partenopeo vuole crescere deve alzare l’asticella. Non per avvicinarsi agli sceicchi inglesi che fanno partecipano a un altro sport ma almeno per essere ai livelli top in Italia.
Altro che lo Special One. E’ Maurizio Sarri il Re di Roma. La vittoria nel derby è un’altra picconata al profeta portoghese. Sempre più prigioniero delle sue battaglie. La Lazio ha un monte stipendi che non è paragonabile alle altre grandi (guardate quello della Roma…). Eppure punta dritto al secondo posto in classifica e alla qualificazione alla Champions che porterebbe nuova ricchezza in casa biancoceleste e nuovi investimenti. Sarri ha avuto il merito di valorizzare al massimo il parco giocatori che gli è stato messo a disposizione e di non farsi schiacciare dalla morsa Lotito-Tare. Lui è l’anima incontentabile e brontolone. Ma è fondamentale per obbligare la società a non accontentarsi. E Mou? Continui la sua guerra al mondo. Pronto a fare le valigie se qualcuno metterà in discussione il suo potere assoluto.
Passiamo al Milan. Guerriero in Champions, senza anima in campionato. Pioli è irriconoscibile anche nelle sue analisi critiche. Sempre più vuote di sostanza. La squadra rossonera funziona quando è l’avversario o lo scenario a dare le motivazioni giuste. Ma è nelle partire “normali” che si vede la mano dell’allenatore. E in questo momento nelle partite normali il Milan si perde. Nei panni di Maldini faremmo firmare subito Leao che non segna da undici giornate. E’ quando un giocatore è in difficoltà che va avvicinato con una proposta economica giusta. Leao è la speranza del Milan di avere presto un campione speciale.
Chiudiamo con l’inevitabile dibattito sul tocco di braccio di Rabiot. Fallo o non fallo? Ognuno resterà con la propria idea. In mancanza di immagini c erte dal Var ha fatto bene l’arbitro a restare fedele alla sua prima decisione. La Juve tra mille problemi sta risalendo la classifica. Non divertirà ma almeno ha un’anima.
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