Dodici presenze e una rete. Una meteora in una stagione disgraziata, quella della penultima retrocessione in B. Nonostante un pacchetto offensivo di tutto rispetto, nonché l'avvicendamento tra il profeta della promozione dell'anno prima Andrea Mandorlini e un Delio Rossi incapace di schiodare la squadra dai bassifondi. Davide Sinigaglia, comparsa dell'attacco dell'Atalanta edizione 2004/2005, spegne oggi trenta candeline. Da professionista delle categorie inferiori, reduce oltretutto da un'altra caduta: la sua Ternana, dodicesima maglia indossata in quindici stagioni, ha dovuto cedere le armi nel doppio confronto nei playout al sapore di derby con il Foligno. A nulla è valso il gol del temporaneo vantaggio siglato dal nostro tra le mura amiche, pareggiato prima dello scadere dagli ospiti che all'andata avevano prevalso di misura: per gli arancioverdi, la cui tifoseria è gemellata con quella dei nerazzurri di Bergamo, il presente si chiama Seconda Divisione del campionato di Lega Pro.

Giunto sotto le Mura in prestito dalla Reggiana, con ottime referenze di bomber (scuola Inter, esordì in prima squadra nel 5-1 casalingo all'Empoli del 7 febbraio 1999) in C con Meda, Monza, Padova e Lumezzane, Sinigaglia venne ad aggiungere il suo piede armato a un fuoco di fila sulla carta proibito: Igor Budan, Stephen Makinwa, Luca Saudati, Giampaolo Pazzini e Inacio Pià. Alla fine il capocannoniere fu il nigeriano con 6 palloni messi in porta, seguito a una lunghezza dall'incostante croato dal talento di cristallo. Per il ragazzo di Cassano Magnago, che tra Under 15 e Under 18 aveva già fatto la sua bella trafila in azzurro, la piccola soddisfazione del momentaneo 1-0 nel pari interno con il Siena, alla sedicesima giornata, il 16 gennaio 2005, Delio sulla tolda di comando per la seconda domenica. Sempre meglio che la scena muta di Comandini e Saudati, tra l'altro impiegati pochissimo all'interno di un reparto cui mancava giusto un Enrico Toti per essere sinistramente somigliante a un'infermeria al fronte.

Il resto della carriera? Poca roba, con le piccole ed effimere soddisfazioni di una parabola da girovago che sembra volgere verso la fine. Nato a Cassano Magnago (Varese) il 29 luglio 1981 e svezzato nel Torino Club di Gallarate prima di intrupparsi nel vivaio interista, il rapido attaccante nel post Atalanta ha toccato stazioni come Genoa (in C1), Arezzo, ancora Padova, Novara, Cesena e Lanciano. Senza più riassaggiare la massima serie. Ora, a Terni - fra l'altro città natale di un big rimasto nel cuore di tutti, Riccardo Zampagna -, la prospettiva di dover ricominciare di nuovo da zero. Tanti auguri.

Sezione: Auguri a... / Data: Ven 29 luglio 2011 alle 09:30
Autore: Simone Fornoni
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