Ci sono notizie che lasciano senza fiato, che scuotono la memoria e fermano il tempo per un istante infinito. Quella di oggi è una di queste: ci ha lasciato Oliviero Garlini, l'attaccante che negli anni Ottanta divenne per Bergamo più di un semplice giocatore, bensì un'autentica icona nerazzurra. Con lui se ne va un pezzo importante della storia atalantina, un uomo capace di segnare l'immaginario collettivo con le sue imprese, la sua grinta e quella capacità unica di essere decisivo nei momenti cruciali.

Ricordare Oliviero significa ripercorrere una delle stagioni più emozionanti e avvincenti della storia della Dea: quella incredibile cavalcata europea nella Coppa delle Coppe. Era il 1987/1988 e Garlini, arrivato nella sua Bergamo dopo aver calcato campi prestigiosi come quelli di Inter e Lazio, diventò in poco tempo il trascinatore indiscusso della squadra. Non solo i 17 gol in campionato, che regalarono una rapida risalita in Serie A, ma anche – e soprattutto – quelle 3 reti europee che portarono l'Atalanta a sfiorare un sogno impossibile. Indimenticabile la semifinale contro il Malines: il suo gol al ritorno non bastò a ribaltare la situazione, ma rimase impresso nella memoria di ogni tifoso bergamasco come il simbolo della tenacia di chi non si arrende mai.

Eppure, sarebbe riduttivo ricordarlo soltanto per le sue reti. Oliviero Garlini era uno di quei giocatori che il calcio moderno rimpiange: uomo-squadra, leader silenzioso ma sempre presente, in grado di rappresentare al meglio i valori di un calcio fatto di cuore, passione e sacrificio. Doti che non abbandonò mai, neppure quando lasciò il campo per intraprendere la carriera dirigenziale e di allenatore nelle società della sua terra. Anche fuori dal rettangolo verde continuò a insegnare calcio con umiltà e competenza, lasciando un'impronta profonda e indelebile.

Per Bergamo, oggi, è il momento del lutto e della riflazione. La Dea saluta uno dei suoi figli più sinceri, capace di regalare emozioni che hanno attraversato intere generazioni e che continueranno a vivere nella memoria storica della città e dei suoi appassionati.

Oliviero Garlini se n'è andato, ma il suo ricordo resterà vivo per sempre. Il bomber che fece sognare Bergamo lascia un'eredità di passione e di attaccamento ai colori nerazzurri che nessun tempo potrà mai cancellare. Oggi la Dea piange, ma domani sorriderà ancora ricordando le gesta di un uomo che ha saputo trasformare il calcio in leggenda.

Sezione: Copertina / Data: Gio 08 maggio 2025 alle 19:21
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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