Rieccoci. Saremo sbrigativi. L'anno nuovo regala situazioni antiche. E ci introduce al maledetto mercato di gennaio.
E allora ecco le situazioni antiche. E allora ecco quello che serve alle grandi per affrontare la seconda parte della stagione senza avere rimpianti.
La Juve stravince. Lo fa grazie a un enorme Ronaldo. Un mese fa dicevamo "Ronaldo è un problema". Oh, mica tutti, ma qualcuno sì. E invece eccolo qui, tornato in un amen al suo livello. E pure i suoi compagni sembrano tutti più o meno "a livello". E allora ecco cosa devono fare Paratici e Nedved, in entrata, a gennaio: niente. Le grandi squadre non sfruttano gennaio per sistemare il presente, ma per costruire il futuro. La Juve deve diminuire il monte ingaggi e a giugno lo farà, ora invece deve semplicemente far fruttare il suo (enorme) potenziale. Sarri ci sta riuscendo molto bene - piaccia o non piaccia sono più importanti i risultati del gioco - e pazienza se qualcuno dice "Sì ma il sarrismo dov'è?", quelli si chiamano "eterni insoddisfatti".
Il Milan è cementato nel mezzo della classifica e il problema è che non ha grosse speranze di recuperare sulla zona-Europa e nemmeno rischia di finire nell'inferno della zona retrocessione. Si chiama "limbo" e non è accettabile. Il limbo è ottimo se sei una neopromossa, inaccettabile se ti chiami Milan e porti allo stadio più di 60mila spettatori.
Il limbo - anzi, il Purgatorio - è figlio di una gestione sciagurata che la proprietà sta provando a mascherare con lo specchietto-Ibra. Ibra può fare molto, ma non i miracoli. Una dirigenza che spera nei "miracoli" certifica la sua inadeguatezza, questo è chiaro. "E allora che investano! Servono 383838 giocatori nuovi!". E invece no, non serve nulla. Il Milan non deve prendere nessuno al mercato di gennaio, nessuno. Lo diciamo ad alta voce e siamo certi che molti non saranno d'accordo. Fa niente. Il Milan non ha bisogno di altri rattoppi e, al contrario, dovrebbe già pensare alla prossima rosa. Dovrebbe farlo, certo, ma difficilmente accadrà. E questo perché la proprietà ha sì una priorità, ma non quella di "organizzare", semmai quella di vendere (giocatori, club, tutto). Forse ci riuscirà e allora i tifosi del Diavolo potranno tornare a sperare. Ora no, non lo possono fare. E forse qualcuno dirà che siamo tragici, ma "Io ero più sereno all'epoca della serie B, perché anche in mezzo alle difficoltà si percepiva il desiderio comune di tirarsi fuori dal fango. Ora vedo solo il fango". Parola di mio padre, tifoso rossonero dal 1936.
E allora ai rossoneri possiamo dare solo un consiglio, benché difficile: prendere una via chiara, mettere in piedi un progetto e perseguirlo. Lo ha fatto la Lazio che ha vinto due trofei in pochi mesi e oggi tiene il ritmo di Juve e Inter in testa alla classifica. Lo fa segnando sempre nel recupero? Anche meglio. E lo ha fatto l'Atalanta che viaggia a forza 5 e sabato testerà il vero valore dell'Inter di Antonio Conte. Progettualità, tempo, scelte oculate e pochi "colpi di testa", ma anche il coraggio di bocciare chi non serve. E pazienza se poi si perde per strada il Kulusevski di turno, anzi, pure meglio: porta in cassa i milioni necessari per far progredire il progetto.
Infine l'Inter e la magia firmata Conte. A Napoli i nerazzurri hanno sfruttato tre gentili omaggi dei padroni di casa che, sì, sono regali, ma il dato di fatto è che bisogna saperli scartare: Lautaro e Lukaku sanno come si fa. Al resto ci ha pensato la difesa, in particolare il solito De Vrij e con lui Bastoni, che per molti era una "plusvalenza fittizia" e invece si sta trasformando piano piano in una certezza. E il mercato? Si chiede a gran voce questo e quel giocatore. Arriveranno un centrocampista (Vidal è complicato, Eriksen possibile a giugno, forse Nandez ma solo se si accontenterà il Cagliari con Nainggolan) e un esterno a sinistra (si insiste per Marcos Alonso), di più non avrebbe senso: in fondo è questo il gruppo che è riuscito ad arrivare in vetta, cambiarlo troppo sarebbe illogico.
E anche queste Feste...
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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