E' la notte delle stelle. E' 10 agosto. Il 10 illumina, il numero dei geni in campo. Ma non sempre un genio in campo si trasforma in fenomeno in panchina. Anzi. Maradona ha fallito, Totti e Del Piero sono rimasti lontani, Platini ha fatto la politica... Zidane ci è riuscito. E qui ci togliamo subito il dente. Se l'obiettivo è copiare il Real Madrid, allora, auguriamo alla Juventus di riuscirci ma una società come quella bianconera non è nata per copiare; neanche se il giochino è riuscito al Real Madrid. Più che il sabato della Juventus abbiamo vissuto il sabato del villaggio e, senza offesa, ci siamo sforzati a spiegare che quella gestione fosse della Juventus. La società che programma tutto, l'emblema di Italia che però forse ha perso il controllo della situazione. Il punto di partenza è che, a Torino, hanno preso un allenatore e gli hanno costruito la squadra al contrario. Hai vinto lo scudetto e hai messo una pezza ma il gioco, le prestazioni, le coppe perse e la figuraccia in Champions hanno fatto saltare il banco. Una stagione negativa ci può stare ma la confusione che questa stagione ha generato ci sta un pò meno. Perché ti chiami Juventus e perché alla guida di questa società c'è un grande Presidente, come Andrea Agnelli, che ha dimostrato in questi anni di essere un leader capace a programmare e a vincere. In questa annata non abbiamo capito nulla ma soprattutto non abbiamo capito le ultime due settimane. Se la tua idea, anche mezza idea, è quella di prendere Andrea Pirlo come allenatore non lo presenti come nuovo Mister della tua squadra di serie C, otto giorni prima della rivoluzione di Torino. Sei la Juventus e non puoi permetterti un altro anno di delirio dopo aver preso due estati fa Cristiano Ronaldo. Investi sul portoghese e in tre anni lo fai allenare da 3 mister diversi. Dov'è finita la programmazione della Juventus? Pirlo potrà essere un genio, un predestinato, un visionario e potrà vincere le prossime 8 Champions League ma ad oggi i fatti dicono altro. E noi possiamo basarci solo sui fatti. Per arrivare alla Juventus ci vuole tempo, devi seguire un percorso, devi avere delle esperienze e devi aver dimostrato qualcosa. Altrimenti torniamo ai tempi di Gigi Maifredi e Ciro Ferrara ma, allora, spiegateci che qualcosa sta cambiando. Oggi parliamo del nuovo allenatore della Juve come un tecnico di cui non conosciamo il modulo, le caratteristiche, non ha il patentino da allenatore e 8 giorni prima lo avevi assunto per fare la serie C. Qualcosa non mi torna. E' una scommessa di Agnelli ed è giusto che il Presidente segua il suo istinto ma è anche giusto che noi seguiamo quel poco di ratio che ci è rimasta. Le eccezioni ci sono sempre state e ci saranno ancora ma, sinceramente, il rischio del testacoda è elevatissimo. C'è da dire che Sarri ha remato da solo. Ha le sue grandi colpe ma i veri colpevoli sono i calciatori che hanno giocato senza voglia e senza furore. Gente strapagata che quasi devi pregarla per dare il massimo in campo. Pirlo non è una scommessa ma un azzardo. Ha due settimane per prepararsi e meno di un mese per fare il ritiro. Con quali idee? Le sue. Mai messe in campo e ci auguriamo che abbia uno spirito diverso. Il carattere in campo conta meno dei piedi ma per fare l'allenatore devi avere anche delle qualità da oratore e motivatore. Marotta tocca a te. Se l'Inter fa un mercato pesante, il prossimo anno scavalca la Juventus in Italia. Non per Pirlo ma per la confusione nella quale si è infilata la Juventus. Qualcuno aveva parlato anche di esonero di Paratici. Notizia che non abbiamo mai seguito perché sarebbe stata contro ogni logica dopo averlo confermato pubblicamente 12 ore prima e perché si può cambiare allenatore in un giorno ma rifare il management con il tempo che c'è a disposizione sarebbe stata follia. In bocca al lupo ad Andrea Pirlo che, in campo, ci ha fatto innamorare ma in panchina deve dimostrare ancora di conoscere le lettere dell'alfabeto. Una scelta da ultimo Milan, quando è iniziata la girandola di Inzaghi, Brocchi e Seedorf. Senza tutela mandati nella gabbia dei leoni.
Il Napoli esce dalla Champions perché il Barcellona era più forte, perché gli azzurri hanno avuto troppo timore di Messi e dei suoi amici. Non puoi iniziare a giocare, al Camp Nou, sul 3-0. Dopo 3 gol, il Napoli ha iniziato a fare quello che voleva Gattuso. Unica scelta giusta di tutto l'anno. De Laurentiis dovrebbe cestinare questo 2020 e salvare solo la Coppa sullo sfondo del suo PC. In questa annata, però, ha bruciato soldi. Per uno come lui che vuole farli non è il massimo buttarli dalla finestra. Tra San Paolo e San Nicola, gli resta solo San Gennaro. A Napoli ha fatto perdere di valore a quasi tutti i suoi calciatori. Colpa sua, della area tecnica e di Ancelotti. Pessima gestione di Allan e salva Mertens per un soffio. Ora subito i sostituti di Callejon e Allan. Poi un esterno basso e l'erede di Koulibaly. Bene i rinnovi di Rui e Di Lorenzo. Il Napoli senza Champions perde valore e De Laurentiis ha perso grande appeal anche a livello internazionale. Troppi errori negli ultimi 12 mesi pagati a caro prezzo. Dopo aver perso Sarri si è smarrito anche il suo progetto. Basato su un allenatore e non su una solida struttura societaria. Un frullato è stata la gestione di Bari. I conti non tornano e dopo che hai speso milioni di euro non puoi fare ancora la serie C in una piazza come Bari. Oltre ad avere troppe incertezze sul futuro con idee poco chiare. Il Bari doveva risalire immediatamente in serie B ma con tutto il macello che hanno combinato rischiano di fare danni anche nella prossima gestione. Il Bari non potrà mai essere la succursale di Napoli. Sono due piazze troppo simili che, in futuro, rischiano un quasi scontato corto circuito.
Oggi il Lecce riparte dalla serie B. Ma lo fa con idee chiare e con grande programmazione, quella che è mancata alla Juventus. Appena retrocesso il Lecce si è presentato con Pantaleo Corvino, nonostante sia giusto ricordare il grande lavoro fatto da Meluso (anche sul mercato invernale, ha sbagliato se così si può dire solo quello estivo). Corvino riparte dalla B, come a Bologna, ma lo fa solo perché stimolato dalla sua terra e dalla sua città. Bravo Sticchi Damiani a convincerlo. Lecce deve tornare in serie A. Lo meritano i tifosi. Lo merita la proprietà. Corvino, nelle squadre, porta più punti degli attaccanti. Crea valore con i calciatori e ottiene risultati in campo. Sui giovani sconosciuti è un fenomeno e se Castrovilli oggi è il più forte che ci sia a Firenze, Commisso deve dire grazie a Corvino.
In chiusura un pò di mercato di procuratori perché non stanno mai fermi e hanno sempre voglia di farsi i dispetti tra di loro. Orsolini ha cambiato agente. Donato Di Campli, dopo ave perso Verratti e Favilli perde anche Orsolini. Per l'agente pescarese vita nuova tra lidi e hotel abruzzesi. Non male come nuova vita. Il calcio può aspettare. Su Orsolini ci sono andati tutti ma la decisione arriverà dopo ferragosto. Caprari ha lasciato Lippi, Bertolacci dice addio a Lucci e va con Alessandro Moggi in cerca di un contratto pesante ma le sue ultime stagioni non consentono grandi aspettative, Raiola dopo aver perso Insigne (per Pisacane) perde anche Falco del Lecce (per Giuffredi). Totti si è messo a fare il procuratore. Punta sui giovani ma non solo. Lui chiama, i suoi assistenti lavorano. Immagine e sostanza. A Bozzo è rimasto Tonali, Iuliano e Nicola Amoruso hanno deciso di aprire una agenzia di agenti, Stefano Antonelli torna al primo amore: il procuratore, dove era un asso. Fa spesso coppia con Fabio Parisi. Damiani perde Radu e si vocifera di qualche dissidio tra Pagliari e Minieri. Per uno che cresce (Minieri) c'è un altro che prova a restare sul carro vincente (Pagliari). Come cambiano i tempi. Prima uno era il procuratore e l'altro l'assistito. Adesso l'allievo supera il "maestro" che senza l'allievo perderebbe cattedra, registro e bacchetta. Restano forti Lucci e Tinti. Tutti gli altri in pensione. La generazione del 2000 ormai è finita. Spazio alle nuove leve. Alcuni rami secchi, però, sarebbero da tagliare prima.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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