Domanda ingenua del teleutente seduto in poltrona per Juve-Inter: ma come hanno fatto gli arbitri a non vedere e a non sentire?
La risposta ovvia: non lo so.
Il commento scontato: incredibile.
Lo chiedo semplicemente perché l’arbitro Mariani (buon arbitraggio per il resto) e tutti i suoi tanti collaboratori sul terreno di gioco non hanno messo una parola sui loro referti scritti nel dopo gara e immediatamente mandati al giudice sportivo. Nada de nada. Come se Juve-Inter si fosse giocata nel silenzio di un tempio e con la correttezza di una partita a scacchi. E, lo sappiamo, se gli arbitri non sanzionano sul campo non possono scrivere niente e il giudice sportivo non può prendere provvedimenti. Banale. Ma la domanda è un’altra e la ripropongo con forza: come hanno fatto?
Come hanno fatto a non sentire quello che si dicevano in campo e tutto quello che arrivava dalla bocca di tesserati in panchina o sugli spalti?
Come hanno fatto a non vedere quello che è successo nel tunnel raccontato dai cronisti con dovizia di particolari?
Forse è più complicato o quasi impossibile accorgersi del labiale di Agnelli, ma comunque il discorso non torna.
E non torna perché alcune cose arrivavano perfino dall’audio della televisione, lo sentivamo dalla poltrona, s’è visto Bonucci in piedi urlare della roba a Conte, si sono udite altre voci sicuramente non signorili e gentili. E non faccio distinzioni, hanno sbagliato tutti.
I bordocampisti hanno segnalato in diretta, insomma c’era un clima da tenere d’occhio e d’orecchio. Niente.
Come avrà fatto Chiffi a non accorgersi della tensione e non sentire quello che si dicevano i giocatori e i dirigenti? Come ha fatto a non mettere sull’avviso Mariani? Mistero.
Non ce l’ho con gli arbitri, per carità. Mi sembra che vadano cambiate un po’ di cose e di input per gestire sempre meglio la partita, per evitare certe gazzarre, per intervenire al momento giusto e quando necessario punire. Tanto più in questi brutti tempi di Covid, con gli stadi vuoti diventati dei megafoni dove tutto si sente e viene addirittura ingigantito dall’eco, dove tutto si vede anche da lontano.
Lo dico per il calcio che non può essere teatro di faide o diventare un duello permanente stile Far West per vecchi rancori o vendette postume.
Era già successo con Ibra e Lukaku, non è possibile che tutti gli arbitri e guardalinee attorno al terreno di gioco (e sono una valanga) non si parlino in cuffia, non si aiutino, non segnalino e non mettano l’arbitro principale nella condizione di intervenire direttamente e di raccontare l’accaduto nei suoi referti.
La collaborazione in chiave Var e nella lettura del regolamento sta funzionando, anche i guardalinee sono più attivi, si vedono sempre più spesso i consigli che arrivano e l’arbitro prenderne atto, perché non succede anche nei casi vergognosi di queste due partite di coppa Italia?
L’arbitro non deve tornare all’epoca delle tre scimmiette “io non vedo, io non sento, io non parlo”, non si può continuare a far finta di niente derubricando tutto alla solita frase “sono cose di campo e mi giro dall’altra parte” perché non funziona più così. A questi livelli il calcio è un business globale e il prodotto va venduto con la sua faccia migliore, accompagnato da positività e soprattutto da sportività e fair play, perché di business sportivo stiamo parlando.
E’ possibile quantificare quanti danni di immagine al nostro pallone hanno fatto la lite di Ibra e Lukaku e tutto quello che è successo in Juve-Inter, dal dito medio, agli insulti volgari, al comportamento delle panchine e dei dirigenti?
Di sicuro il calcio ci ha rimesso parecchio e nessuno dei protagonisti ci ha guadagnato.
Proprio per questo la Federcalcio e soprattutto la Lega dovrebbero fare mente locale e chiedere atteggiamenti diversi e più attivi a tutti i soggetti che vanno nei campi per guardare, analizzare, intervenire e sanzionare tutti i comportamenti scorretti, anche quelli che vanno oltre le regola del campo e incidono sull’etica sportiva.
I dirigenti arbitrali dovrebbero chiedere maggiore attenzione soprattutto ai soggetti che non hanno parte super attiva come l’arbitro principale, a cominciare naturalmente dal quarto uomo che dovrebbe avere orecchie molto aperte, quasi più degli occhi e comunque dovrebbe avere la sensibilità e l’attenzione per capire la deriva che stanno prendendo certe situazione e certe partite. Per segnalare all’arbitro, ovvio. Ma anche per scrivere nel referto. Mi sembra che debba essere allargato il concetto del “se non si prendono sanzioni dirette in campo tutto finisce”. Se i comportamenti non vanno a incidere nell’immediato, tipo insulti dalle panchine, si dovrebbero comunque scrivere nei referti, si potrebbero segnalare comportamenti che meritano sanzioni anche a freddo.
E’ vero, ci sono i commissari di campo della Federcalcio e gli Ispettori della Lega. Benissimo. In aggiunta a loro si può fare di più perché altrimenti la sensazione forte è quella che convenga far finta di nulla per quieto vivere. E non va bene.
E vengo ai funzionari di Federcalcio e Lega. Anche i loro referti dovrebbero essere immediati, la mattina dopo la partita dovrebbero finire sulle scrivanie giuste perché non è possibile che fatti come quelli dei quali stiamo parlando, non vengano puniti a caldo. Servono interventi forti e immediati per far capire che non si scherza più. Se la sentenza della Procura federale arriva uno o due mesi dopo i fatti, è già finito tutto nel famoso dimenticatoio, l’effetto svanisce.
Il calcio, invece, dovrebbe reagire in maniera compatta, i cattivi esempi di giocatori, allenatori e dirigenti sono mine piazzate sotto i piedi dei tifosi e vanno disinnescate subito. Sono anni che si combatte una dura battaglia contro la violenza negli stadi, in nome del fair play, dello sport vero, e nel momento in cui si stanno ottenendo dei successi (prima del Covid, ovvio), certi comportamenti negativi possono diventare fiammiferi buttati sulla benzina futura. Prendiamo Juve-Inter. Già c’erano problemi, il dopo Calciopoli è sempre nell’aria, basta leggere i social per capire cosa sta scatenando ora nel dopo coppa.
Queste non sono cose di campo e le persone strapagate, che ricoprono incarichi o ruoli di grande rilievo non possono permettersi certi atteggiamenti, è richiesto un equilibrio superiore, guadagnano tanto anche per questo e non dovrebbero scordarlo mai.
Sono i dilettanti quelli che a volte possono perdere la testa. Non dovrebbero neppure loro, ma è più comprensibile. Per professionisti di questo livello invece è intollerabile.
Attenzione, non c’entrano la Juve, l’Inter o il Milan, direi le stesse cose per qualsiasi altra società. E i tifosi non cadano nella trappola delle ragioni. Non ci sono ragioni, chi più chi meno hanno sbagliato tutti e dovrebbero essere proprio i tifosi sani, quelli che amano lo sport, a pretendere comportamenti sportivi degni del massimo livello.
Dopo Lukaku-Ibra, l’inchiesta della Procura federale è stata aperta anche per Juve-Inter, è vero, ma come dicevo è una magra consolazione. Per la lite dei giocatori sono passati quasi venti giorni e siamo appena all’inizio. Chissà come e per quanto si procederà per Conte e Agnelli…
Credo serva un intervento per velocizzare e razionalizzare, la giustizia sportiva va aggiornata ai tempi. Tutto cambia alla velocità di Internet e invece in Federcalcio adoperano ancora il piccione viaggiatore. Il concetto dovrebbe essere: ad azione sbagliata segue reazione veloce e provvedimenti immediati. Altrimenti non c’è effetto mediatico, di esempio e di monito. Tutto sfuma e viene edulcorato.
Intanto per Juve-Inter sarà sentito Chiffi, il quarto uomo. Saranno acquisiti i filmati e anche il ricorso sempre più frequente alle immagini, come succede con il Var, dovrebbe essere il nuovo corso anche di chi deve far rispettare il codice etico.
Tutto questo non per fare i bacchettoni o i giustizialisti, ma per tornare al concetto già espresso di Fair Play come base portante dello sport e soprattutto se devi vendere lo sport come prodotto da business. Il calcio, appunto.
Un calcio scorretto, senza rispetto delle regole, un po’ Far West come dicevo, perderebbe appeal. Attenti.
Mi aspetto quindi sanzioni giuste, ma ferme. Spero soprattutto che nessuno ci venga a dire che l’audio gracchiava, che nelle immagini c’era nebbia, che il porc…era in realtà lo zio, che Agnelli ha detto birbone e non coglione e che Conte con quel dito si era appena stropicciato l’occhio.
La giustizia sportiva spesso è questa, ora anche basta. Siamo nel 2021, fatelo per i giovani.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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