Due anni più giovane di Pep, un lungo passato comune nella Masia del Barcellona e la stessa impostazione cruyffiana nel leggere il calcio. Oscar Garcia, ex allenatore fra le tante di Celta Vigo, Brighton, Watford e Reims, conosce Guardiola come pochi altri al mondo. L'ha visto crescere, sbocciare e comandare i compagni, prima dalla metà campo del Camp Nou e poi dalla panchina. Chi meglio di lui per presentare quindi la finale di Champions League in programma stasera fra Manchester City e Inter? L'abbiamo intervistato in esclusiva per TuttoMercatoWeb.com.
Lei e Guardiola siete entrambi discepoli di Cruyff: quanto la unisce a Pep questo passato comune?
"Tutti noi che abbiamo imparato il calcio da Cruyff e oggi facciamo gli allenatori abbiamo qualcosa in comune. Il fatto che tanti di quella scuola di vita siano diventati tecnici non è certo casuale. Pep è per distacco il migliore di tutti, uno specchio in cui guardarsi".
Vede questo DNA anche nel Manchester City di oggi?
"Assolutamente sì. A parte le basi del gioco, lo si ritrova soprattutto in termini di capacità di adattarsi alle continue esigenze del calcio moderno e alla ricerca di soluzioni diverse rispetto a ciò che l'avversario propone in ogni partita. Stesso discorso per quanto riguarda l'intento di non essere mai prevedibile".
Chi vede favorito nella finale di Istanbul?
"Inter e Manchester City sono due grandi squadre con due sistemi di gioco molto diversi, ma entrambe con giocatori che possono decidere la partita nelle singole azioni. Inzaghi e Pep cercheranno sicuramente di fare in modo che i loro calciatori più talentosi abbiano il maggior numero di occasioni possibili per trovarsi in situazioni decisive. In una partita secca e in una finale di Champions League magari non ci sarà la superiorità che forse il City potrebbe avere se si trattasse di campionato, dove l'Inter non è stato affatto al livello degli altri anni".
Proviamo a dare un consiglio a mister Inzaghi: come si mettono in difficoltà le squadre di Pep Guardiola?
"L'Inter può mettere in difficoltà qualsiasi squadra del mondo, ha giocatori di alto livello e un allenatore di alto livello. La superiorità numerica e posizionale del City a centrocampo e il modo in cui l'Inter la contrasterà potrebbero rappresentare l'ago della bilancia dell'incontro. I nerazzurri possono anche fare male al City pressando alti i centrali avversari quando la formazione di Pep ha la palla, provando a portargliela via. Come ho detto prima, in una partita qualsiasi episodio - espulsione, rigore, gol... - può cambiare la superiorità teorica di una squadra rispetto all'altra. Dettagli come l'ispirazione di un singolo giocatore, nel bene o nel male, possono aprire le porte a qualsiasi risultato. La logica di una partita a volte è meno logica di quanto si pensi".
Ha avuto esperienze da allenatore in Spagna, Inghilterra e Francia. Le piacerebbe proseguire il suo percorso proprio in Italia?
"Certo, la Serie A è un campionato che ogni anno diventa più attraente sia dal punto di vista del gioco sia degli allenatori. Sarebbe una vera sfida per me allenare in Italia, uno dei pochi campionati di vertice in cui non ho ancora avuto l'opportunità di allenare. Sarei sicuramente felice di farlo, chissà un giorno...".
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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