Alla vigilia di una sfida fondamentale per la qualificazione al Mondiale 2026 contro la Norvegia, la Nazionale italiana è scossa da un inatteso terremoto interno: Francesco Acerbi, convocato dal ct Luciano Spalletti, ha deciso improvvisamente di rinunciare alla maglia azzurra. Una scelta che apre una crepa pesante nella gestione del gruppo, proprio in uno dei momenti più delicati del percorso mondiale.

L’ATTACCO DI ACERBI – Dopo l’annuncio di Spalletti in conferenza stampa («Acerbi ci ha ripensato, non verrà in Nazionale»), è arrivata immediata e durissima la replica del difensore interista, affidata ai Social network: «Non cerco scuse, ma esigo rispetto. Vestire la maglia dell'Italia è sempre stato un onore, ma se non mi sento realmente voluto da chi dovrebbe gestire il gruppo, allora è meglio farsi da parte».

SCONTRO E POLEMICHE – La rottura tra Spalletti e Acerbi non è soltanto un problema di campo o di modulo tattico, bensì personale e profondo. Il ct, pur evitando polemiche dirette, non ha nascosto un certo fastidio per la decisione del giocatore«Avevamo avuto un confronto chiaro e Acerbi aveva garantito la sua disponibilità. Ha cambiato idea dopo la finale di Champions, ma io non posso permettermi di perdere tempo o deprimermi per questo: farò altre scelte, probabilmente anche più forti».

DIFESA IN EMERGENZA Il rifiuto improvviso del centrale interista aggrava ulteriormente i problemi della retroguardia azzurra, già in emergenza per le assenze di Calafiori, Scalvini e Buongiorno. Acerbi era considerato il perno ideale per affrontare la Norvegia, in particolare per arginare Haaland, attaccante che aveva già contenuto brillantemente con la maglia nerazzurra in Champions.

VECCHI VELENI MAI DIMENTICATI – Alla base della decisione - ricostruisce La Gazzetta dello Sport - potrebbe esserci anche una ruggine mai realmente dimenticata, risalente al marzo 2024, quando Acerbi venne coinvolto in una controversia per presunte frasi razziste rivolte a Juan Jesus. La Nazionale, allora, decise di non convocarlo per opportunità e da quel momento il difensore non aveva più rivestito la maglia azzurra.

VERSO L’ADDIO DEFINITIVO – Acerbi, nel suo messaggio social, precisa che la scelta non è dettata dall’emotività post-finale di Champions League persa contro il PSG, ma la sua dichiarazione lascia intuire che questa rinuncia potrebbe segnare l'addio definitivo alla Nazionale. La FIGC, al momento, non prenderà provvedimenti disciplinari, ma è evidente che il ciclo azzurro del giocatore sia giunto al capolinea dopo 34 presenze e un gol.

UN MESSAGGIO NEGATIVO – L’episodio, al di là delle responsabilità individuali, rischia di creare tensioni inutili in un ambiente che ha bisogno di serenità e compattezza. Ora più che mai, Spalletti dovrà dimostrare di avere in pugno il gruppo, perché la posta in gioco contro la Norvegia non lascia margini di errore.

La palla passa al campo, mentre la frattura tra Acerbi e Spalletti resta aperta, forse insanabile.

Sezione: Italia / Data: Lun 02 giugno 2025 alle 08:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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