"Buffon non lo conoscevo e frequentandolo ho potuto apprezzare la qualità della persona. Al netto dei risultati, io e lui resteremo sempre amici". Il commissario tecnico della Nazionale Luciano Spalletti a circa un mese dalla doppia sfida contro la Germania ha rilasciato una lunga intervista per fare il punto sullo stato di salute del calcio italiano. Direttamente da casa sua, con Gigi Buffon al suo fianco. "Spesso mi avete detto cosa era cambiato dopo l'Europeo, cosa si era visto in più nella Nations League. E posso dire che molto c'è del suo, dopo la Germania fu talmente vero e puro nel darmi delle notizie che io ne ho fatto tesoro e ho provato a metterle in pratica, anche se poi la differenza la fanno sempre i calciatori. Noi stiamo lavorando per tentare di far crescere una Nazionale che duri nel tempo, questo gruppo pensiamo possa avere un futuro importante e vogliamo farlo in piena sintonia col Presidente Gravina e con tutta la Federazione. Andiamo ad affrontare le prossime partite con totale fiducia, anche se per come sono fatto io passa troppo tempo da una gara all'altra. Se perdi l'ultima partita quei risultati ti restano addosso per tanto tempo e finché non rigiochi non sei contento. Sicuramente il doppio confronto con la Germania avrà un fascino particolare, ma per come sono fatto io queste sfide voglio giocarle quanto prima".
Che tipo di discussione è stata quella con Buffon post Europeo?
"Lui sa molto più di me della gestione. Mi ha detto la sua impressione venendo in Nazionale per quello che è il lavoro di un allenatore, mi ha spiegato le esigenze di un giocatore quando arriva a Coverciano. Ciò che i giocatori già si portano dietro. A marzo siamo in un momento cruciale della stagione, siamo già carichi di grande tensione e non devo far vivere loro quel doppio confronto come lo vivo io".
Sarà un doppio confronto molto importante anche in chiave Mondiale
"Sì, si gioca anche in questa chiave qui. Giochiamo talmente raramente che partite come queste sono molto importanti per la crescita corretta di tutto il gruppo. E' una gara che si porta dietro ricordi e sensazioni, che deve darci convinzioni sul fatto che possiamo affrontare certi avversari. Daremo tutto il possibile. Io in questo periodo non ho sentito molto i calciatori, ora inizierò e questo fatto di restare collegati è anche figlio di uno scambio di messaggi che ha portato tutti a essere molto carini".
A Dortmund nel 2006 c'era Gigi Riva. Quanto manca una figura così?
"Tanto, è verissimo. Ma fa parte di chi ha la mia età: è bene far conoscere la nostra storia, quella storia può servire a creare stimoli. Però bisogna essere bravi a somministrare queste notizie e a dare fiducia a questi ragazzi giovani perché la meritano e perché con loro andiamo a sfidare avversari molto forti. Noi siamo tranquilli, anche le vittorie delle nazionali giovanili lasciano intravedere che ci sarà un futuro, un valore. Riva e Vialli saranno sempre un valore, ma allo stesso tempo dobbiamo lasciare questi ragazzi abbastanza leggeri".
Cosa pensa di questo campionato?
"Il campionato italiano è sempre importante, sempre livellato verso l'alto. Non c'è un appiattimento verso il basso, io vedo sempre cose nuove. Può sembrare che ci siano molte squadre sotto il loro livello, ma è determinato anche dalla complicazione nel giocare contro squadre di seconda fascia. E' sempre difficile".
Cosa pensa del campionato del Napoli?
"Il Napoli sta facendo un campionato eccezionale, io personalmente faccio i complimenti a Conte non solo per i punti e per le vittorie, ma anche per quello che fa vedere la sua squadra. Il Napoli sa quello che vuole, sa stare in campo, mette in atto un piano che i giocatori sanno riconoscere ed è elaborato durante gli allenamenti. Oltre ad Atalanta e Inter il Napoli sarà lì a lottare fino in fondo, e magari con qualche altro passo falso può inserirsi ancora qualche altra squadra".
Retegui e Kean sono i primi due cannonieri di questa Serie A
"Siamo molto contenti di entrambi, sono numeri 9 diversi. Uno più d'area di rigore, un altro che attacca di più la profondità. E' una cosa che può succedere, soprattutto contro squadre che giocano con un blocco squadra molto basso: lì per forza bisogna mettere un attaccante in più o un esterno con caratteristiche più offensive. Per fare calcio offensivo le due piazzole degli esterni determinano, fanno la differenza. Per cui si può pensare anziché avere uno che va per il cross, inserire uno alla Politano che si butta anche dentro".
E Raspadori?
"Quello che sta facendo ora è perfetto, quello è il suo ruolo. Ieri ha corso moltissimo a Como. Ti può dare molto in quel ruolo lì, soprattutto se riesce a ritagliarsi più minutaggio".
Quanto sono stati importanti i risultati ottenuti in autunno e la fiducia ricevuta dal presidente Gravina?
"Quei risultati sono stati molto importanti, ci hanno detto che abbiamo a che fare con una forza diversa rispetto a ciò che abbiamo visto all'Europeo. Siamo convintissimi di avere a che fare con una Nazionale forte, possiamo avere un futuro e si va dritti per quella strada. Gravina in questo senso è stato il primo a invogliarmi ad andare oltre l'Europeo, siamo in perfetta sintonia".
Ti aspettavi l'eliminazione delle tre italiane dalla Champions?
"No, non me l'aspettavo. Ma non sono eliminazioni figlie di un calcio che è peggiorato. Sono figlie di prestazioni e gesti che non sono andati a buon fine nella partita. Ma anche io sono rimasto abbastanza sorpreso".
Quindi solo episodi?
"Sì, solo episodi per quello che è stato lo scorrimento delle partite".
C'è troppa esasperazione nei confronti degli allenatori?
"Secondo me sono frenetici tutti di fronte ai risultati, a volte anche io cambio troppo freneticamente opinione anche se li conosco e mi piace il modo in cui lavorano".
Come le è sembrata la nuova Champions?
"Probabilmente una novità dal punto di vista delle abitudini, ma a me non è dispiaciuta. L'ho ritenuta bella e giusta a viverla da fuori, però sicuramente è stata una cosa nuova".
Ha sentito Kean dopo quanto accaduto ieri?
"L'in bocca al lupo glielo faccio da parte mia e di tutta la Federazione. Il medico della Nazionale e quello della Fiorentina si sono sentiti e le informazioni sono confortanti. Siamo tutti ad aspettare che possa tornare ad allenarsi".
Edoardo Bove ha detto che coltiva ancora il sogno di vestire un giorno la maglia azzurra. Le piacerebbe che la normativa gli desse la possibilità di tornare a giocare di nuovo a calcio?
"A me piacerebbe che la normativa somigliasse alla sua volontà, ciò che vuol fare lui è la normativa più bella e che dovrebbe dargli la possibilità di fare ciò che più gli fa piacere".
C'è in questo gruppo di base che ha in mente qualche elemento che comincia a preoccuparlo?
"Dal punto di vista delle preoccupazioni è sempre la stessa cosa, ovvero vederli scendere in campo questi calciatori con una certa continuità. E' chiaro che mi farebbe piacere vedere Chiesa giocare più dei 370 minuti che fin qui ha giocato, mi piacerebbe vedere che i giovani riescono ad affermarsi velocemente. Noi siamo pronti a cogliere qualsiasi nuova opportunità, anche se questo è un gruppo importante e le prossime convocazioni somiglieranno molto a quelle precedenti. Però, anche se questo è un gruppo importante su cui costruirci sopra, gente come Baldanzi vogliamo andarla a vedere. Folorunsho sta facendo benissimo e la vedremo fino alla fine prima di diramare le convocazioni. Penso stavolta sia possibile portare 1-2 giocatori in più rispetto ai 22 23 canonici".
Questo gruppo di giovani nel 2026 può competere per la vittoria?
"Ho grande fiducia in questo gruppo, è quello che vogliamo portare avanti nei prossimi mesi. Questo è un gruppo con determinate qualità e può avere una crescita importante in futuro, però ci sono tante altre cose che ancora non hanno tirato fuori e che siamo convinti tireranno fuori. Noi siamo all'inizio, alla partenza, ma la vittoria è un punto d'arrivo, non di partenza. La vittoria è sempre la somma di ciò che ti è successo durante un percorso".
Si rivede in qualche giovane allenatore della Serie A?
"Non riesco a fare paragoni, il contesto dove sei nato è sempre quello che ti porta a fare la differenza. Io sono nato in un calcio normalissimo e poi sono finito in tutti i tipi di spogliatoi. Oggi vedo tante conoscenze, tanta qualità e tanta tecnologia che porta tutti a potersi documentare velocemente. Questa tecnologia è un bene".
Vinicius, Mbappé, Messi, Cristiano Ronaldo... Ci mancano i talenti che possono determinare la vittoria?
"Questi talenti, questi grandi calciatori possono dare la soluzione in poco tempo, è vero. Ma il talento non è solo nella giocata offensiva risolutiva. Secondo me il Calafiori della situazione può diventare uno di questo livello qui, Cambiaso ha fatto vedere che può interessare anche a grandissime squadre. Vedendo giocare il Real Madrid io vedo anche il talento anche nella capacità di non sbagliare mai il passaggio, un gesto ripetuto all'infinito e fatto sempre bene. Barella mi sembra un giocatore talentuoso con le sue scorribande e la sua capacità di raccattare cose da tutte le parti. Ne abbiamo 3-4 di grandissimo talento".
Si sente di mandare un messaggio al Papa in questo momento difficile?
Per me è abbastanza facile. Io l'ho conosciuto, per due volte ho avuto la fortuna di stringergli la mano e quando sei davanti a lui riesci a riconoscere l'energia che ti trasmette".
Carlo Conti ha detto di esser partito contro-pronostico e alla fine ha vinto... Ti ci rivedi un po' in questo discorso?
"E' stato bravo a lavorare con persone competenti e io cercherò di imitarlo nel mio percorso".
Quale sarà il risultato di Napoli-Inter?
"Sarà un bel duello, una bella sfida. Potrà dire molto della classifica e dello scorrere del campionato. Non vedo ancora l'Inter al top delle sue possibilità e siccome ha quel livello altissimo di potenzialità penso possa esprimerlo di nuovo da un momento all'altro. Il Napoli ha disputato partite straordinarie, al di là di qualche spezzone che non gli ha permesso di portare il risultato a casa. Conte gli ha trasferito una forza eccezionale, si vede il lavoro sul campo: quando perdono palla si riabbassano tutti, c'è l'uomo contro uomo appena perdono palla, hanno dribbling e tiro dal limite dell'area. L'Inter ha un trascorso che gli dà del vantaggio in queste sfide, però il Napoli è un'altra squadra forte".
Lucca se continua così può esserci?
"Spiegaci bene il così? (ride, ndr). Buffon è stato un suo grande sponsor, è venuto subito a farmi partecipe dei suoi pensieri e sono d'accordo con ciò che mi disse Gigi a suo tempo. E' curioso che uno con la sua fisicità abbia quella mobilità che ha lui. Sono cose che si possono usare".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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