Il cerchio si chiude sotto il cielo di Al Rayyan, dove il Paris Saint-Germain mette l'ultimo, preziosissimo tassello a un mosaico che rasenta la perfezione. Il 2025 sarà ricordato come l'anno in cui Parigi ha smesso di inseguire la grandezza per incarnarla definitivamente. Vincendo la Coppa Intercontinentale contro un coriaceo Flamengo, la corazzata di Luis Enrique non si limita a succedere al Real Madrid nell'albo d'oro, ma riscrive la storia del calcio transalpino, portando per la prima volta il trofeo all'ombra della Tour Eiffel. Una vittoria sofferta, arrivata all'ultimo respiro della lotteria dei rigori, che certifica il dominio globale di una squadra capace di vincere 6 competizioni su 7 nell'anno solare.
EQUILIBRIO E PAURA AD AL RAYYAN – La finale non è stata la passerella trionfale che molti pronosticavano, ma una battaglia vera. Dopo 120 minuti di tensione agonistica, il tabellone recitava un 1-1 specchio fedele di due filosofie a confronto. A spezzare l'equilibrio al 38' ci aveva pensato il solito Khvicha Kvaratskhelia, ormai abbonato ai gol pesanti nelle notti che contano. Ma il cuore dei brasiliani, mai domo, ha trovato la via del pareggio nella ripresa grazie all'esperienza infinita di Jorginho, glaciale nel trasformare il rigore del pari al 62'. Con le squadre stremate e incapaci di superarsi ai supplementari, il destino della coppa è stato affidato agli undici metri.
SAFONOV, L'EROE INATTESO – È qui che la cronaca si trasforma in epica. La sequenza dei rigori si è trasformata nella "fiera dell'errore" per il Flamengo, ipnotizzato da un Matvey Safonov in stato di grazia. Il portiere del PSG ha eretto un muro invalicabile, neutralizzando ben quattro esecuzioni su cinque: Saul Niguez, Pedro, Leo Pereira e Luiz Araujo si sono visti ricacciare in gola l'urlo del gol dai riflessi del russo. Solo De la Cruz è riuscito a violare la porta parigina. Dall'altra parte, nonostante gli errori illustri di Dembélé e Barcola, la freddezza di Vitinha e Nuno Mendes è bastata per completare l'opera e scatenare la festa.
LA STORIA E IL RISCATTO FRANCESE – Il trionfo assume contorni storici se si guarda al passato. Mai una squadra francese aveva alzato al cielo l'Intercontinentale (o il Mondiale per Club), nemmeno il Marsiglia campione d'Europa nel 1993, che fu escluso dalla competizione per squalifica. Il PSG di Luis Enrique sana questa ferita nazionale e si siede sul trono del mondo, dimostrando una maturità che in passato era spesso mancata nei momenti topici.
UN 2025 DA GUINNESS – La bacheca del Parco dei Principi ora scricchiola sotto il peso dell'argenteria. Il ruolino di marcia di quest'anno solare è spaventoso: sei trofei alzati. Tutto è iniziato il 5 gennaio con la Supercoppa di Francia, passando per una Ligue 1 dominata ad aprile e una Coupe de France vinta a maggio. Ma è il triplete internazionale a impressionare: prima l'umiliazione inflitta all'Inter (5-0) nella finale di Champions League, poi la Supercoppa UEFA strappata al Tottenham e infine questa Intercontinentale.
Luis Enrique ha costruito una macchina da guerra che sa vincere in tutti i modi: dominando, soffrendo e, quando serve, aggrappandosi ai guantoni del suo portiere. Il 2025 va in archivio con un verdetto inappellabile: il mondo del calcio parla francese.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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