Ci sono serate che riscrivono le gerarchie e trasformano comprimari di lusso in protagonisti assoluti. La Coppa Intercontinentale finisce nella bacheca del Paris Saint-Germain, ma la copertina è tutta per un uomo solo, capace di compiere un'impresa statistica ancor prima che tecnica. Matvej Safonov si è preso la scena con la prepotenza dei grandi, trasformando la lotteria dei rigori contro il Flamengo in uno show personale. Neutralizzare quattro tiri dal dischetto su cinque non è fortuna, è istinto predatorio misto a ghiaccio nelle vene. Una prestazione che non porta solo un trofeo sotto la Tour Eiffel, ma che riaccende violentemente il dibattito sulla titolarità della porta parigina.
IL MURO DI GHIACCIO – Quello andato in scena è stato un dominio psicologico totale. Safonov ha ipnotizzato i tiratori brasiliani, intuendo, spingendo, volando. Parare l'80% dei rigori in una finale è roba da annali del calcio, un messaggio chiarissimo recapitato direttamente a Luis Enrique. Il tecnico asturiano, che in estate aveva avallato la rivoluzione tra i pali portando all'addio di Gianluigi Donnarumma, si trova ora a gestire un dualismo di altissimo livello. Se il piano iniziale prevedeva un'autostrada per il nuovo acquisto Lucas Chevalier, il campo ha detto che il russo non ha alcuna intenzione di fare la comparsa.
GERARCHIE IN BILICO – La situazione a Parigi si fa intrigante. L'estate scorsa, il club ha investito pesantemente (40 milioni) su Chevalier, pupillo del tecnico, spingendo di fatto Donnarumma verso l'uscita. Safonov, arrivato nel 2024 dal Krasnodar per una cifra comunque importante (20 milioni), sembrava destinato a un ruolo di secondo piano. Invece, con 21 presenze e prestazioni solide, sta dimostrando di valere ogni centesimo speso. L'exploit in Intercontinentale è la classica prestazione che può far vacillare le certezze di un allenatore, riaprendo una concorrenza che sembrava chiusa in partenza.
RECIDIVO DAGLI UNDICI METRI – A ben guardare, però, la fama di "pararigori" di Safonov non nasce oggi. Il russo è uno specialista e la memoria corre al dicembre 2024, in un quinto turno di Coppa di Francia contro il Lens. Anche in quell'occasione, fu lui a trascinare il PSG al turno successivo vincendo la sfida dagli undici metri. Curiosità statistica: tra le sue vittime di quella serata figuravano M'Bala Nzola e Andy Diouf, due nomi ben noti al calcio italiano. Safonov, insomma, ci ha preso gusto.
Luis Enrique ora sorride con la coppa in mano, ma da domani avrà un dolce rompicapo da risolvere: tenere in panchina un mostro capace di parare quattro rigori su cinque potrebbe diventare un lusso difficile da giustificare.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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