A volte il destino segue percorsi strani, quasi beffardi. Mentre Bergamo inizia a coprirsi per affrontare il rigido inverno lombardo, sul prato della New Balance Arena è scoppiata una primavera calcistica inattesa e folgorante. Il protagonista è Gianluca Scamacca, un gigante che sembrava essersi smarrito nei meandri di una condizione fisica precaria e che ora, invece, sta trascinando l'Atalanta con la forza di chi ha ritrovato se stesso. La doppietta contro il Cagliari, arrivata in condizioni fisiche proibitive, non è solo una statistica da aggiornare, ma il manifesto di una metamorfosi completa che fa sognare due tifoserie: quella nerazzurra e quella azzurra della Nazionale.

IL RETROSCENA, EROICO CON L'INFLUENZA C'è un dettaglio che rende l'ultima prestazione del numero 9 ancora più epica. Scamacca è sceso in campo con 38 di febbre, debilitato ma determinato. Raffaele Palladino, che sta dimostrando di essere un fine psicologo oltre che un ottimo tattico, lo ha motivato con una frase che sa di profezia: «Le migliori partite si giocano con l'influenza». Detto, fatto. Il bomber romano ha risposto presente, restando in campo fino all'ultimo respiro e trovando la zampata decisiva per il 2-1 quando le energie sembravano finite. Bollente dentro per la passione, glaciale fuori nel momento di colpire: due tiri in porta su tre tentativi trasformati in oro.

LA CURA PALLADINO, I NUMERI DELLA SVOLTA - Il cambio in panchina è stato lo spartiacque. I dati raccontano una verità inconfutabile: con Ivan Juric la media realizzativa era di un gol ogni 292 minuti, con l'attuale tecnico si viaggia alla media mostruosa di una rete a partita (ogni 97 minuti, per l'esattezza). Scamacca è il centro di gravità del nuovo tridente delle meraviglie, capace di annichilire i Campioni del Mondo del Chelsea e di risolvere le pratiche più scorbutiche in campionato. Quattro dei suoi cinque gol stagionali sono arrivati sotto la nuova gestione. Non è un caso che, con lui titolare, l'Atalanta abbia quasi sempre fatto risultato, cadendo solo contro Napoli e Verona (uniche sconfitte del nuovo corso).

QUALITÀ E SACRIFICIO, LO SCAMACCA 2.0 - Ma non sono solo i gol a impressionare. Il centravanti moderno che si sta ammirando a Bergamo unisce l'istinto del killer d'area alla raffinatezza tecnica del numero 10. Il primo gol contro il Cagliari, un colpo di tacco visionario per correggere in rete il tiro di un compagno, è pura poesia calcistica. A questo si aggiunge un lavoro oscuro preziosissimo: pressing, sponde intelligenti, movimenti a svuotare l'area per gli inserimenti dei compagni. Tira di più, tocca più palloni negli ultimi sedici metri, ma non smette mai di giocare per la squadra.

SOGNO MONDIALE, GATTUSO OSSERVA -  Questa rinascita non passa inosservata ai piani alti di Coverciano. Rino Gattuso, avvistato in tribuna a Bergamo un paio di settimane fa (mentre il suo vice Bonucci era presente in Champions), si frega le mani. L'Italia ha un disperato bisogno di certezze offensive in vista dei delicatissimi playoff mondiali di marzo contro l'Irlanda del Nord. Ritrovare uno Scamacca in stato di grazia, capace di segnare tre volte di fila nelle ultime tre uscite (cosa che non accadeva da maggio 2024), è la migliore notizia possibile per evitare l'incubo della terza esclusione consecutiva dalla rassegna iridata.

OBIETTIVO EUROPA, LA RISALITA -  «Sono entrato finalmente in condizione e ho trovato continuità», ha ammesso candidamente l'attaccante dopo aver ritirato il premio di migliore in campo. Parole che suonano come musica per le orecchie dei tifosi atalantini. La risalita verso la zona Europa passa inevitabilmente dai suoi piedi e dalla sua testa. Scamacca è tornato, e con lui le ambizioni di una Dea che vuole tornare a volare alto.

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Sezione: Primo Piano / Data: Lun 15 dicembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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