Dopo l'ebbrezza della notte europea contro il Chelsea, l'Atalanta è chiamata a un brusco ritorno alla realtà del campionato, dove la classifica impone un cambio di passo immediato. Alla vigilia della sfida casalinga contro il Cagliari di Fabio Pisacane, Raffaele Palladino non accetta cali di tensione. Il tecnico nerazzurro, consapevole delle insidie nascoste dietro l'angolo, chiede alla sua squadra di trasformare l'entusiasmo della Champions in carburante per la Serie A. Tra l'emergenza sulle fasce per l'infortunio di Bellanova, la gestione di una rosa colpita da qualche virus influenzale e la necessità di recuperare pienamente pilastri come Scalvini e Scamacca, Palladino detta la linea: umiltà, fame e quel "DNA atalantino" che deve diventare una costante e non un'eccezione. Ecco il pensiero dell'allenatore orobico dalla sala conferenze dell’Accademia Favini al Centro Sportivo Bortolotti. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, nel 2025 l'Atalanta ha faticato a imporre la legge del proprio stadio in campionato. Quanto diventa cruciale, in questo momento, ritrovare la continuità di vittorie tra le mura amiche per risalire la china?
«Parliamo di continuità, che è l'aspetto su cui sto battendo il tasto con maggiore insistenza nelle ultime settimane. A noi serve come il pane: continuità di prestazione e, di conseguenza, di risultati. Dobbiamo ripartire, senza se e senza ma, dalla partita di Champions League. Ciò che mi interessa maggiormente è la continuità mentale: ogni gara va affrontata con lo stesso spirito visto contro il Chelsea. Quella deve essere la nostra base, il nostro standard minimo. Dobbiamo tirare dritto su quella strada senza concederci mai più cali di tensione. Ho visto la squadra molto concentrata in questi giorni, e per noi questo deve essere il punto di partenza imprescindibile».
Adesso si apre un ciclo di sette partite senza impegni infrasettimanali. Guardando al passato, ad esempio alla rimonta della Roma di Ranieri l'anno scorso, crede che questa squadra abbia la testa e i mezzi per emulare quel percorso e rientrare prepotentemente in zona Champions?
«Dobbiamo provarci, assolutamente. Dobbiamo farlo con tutte le nostre forze e le nostre qualità, mettendo in campo mentalità e fame. Quando sono arrivato, ho detto subito che bisognava ritrovare il DNA dell'Atalanta: con quello spirito, che i ragazzi hanno dimostrato di aver capito in Europa, dobbiamo andare avanti. Risalire in campionato è un obbligo per noi, perché abbiamo le carte in regola per farlo. Ma va fatto tenendo la testa bassa, con umiltà. Voglio una squadra affamata, consapevole che la classifica attuale non ci rispecchia. Serve fare dei filotti di vittorie, perché solo così si scala la graduatoria».
C'è un dato statistico che preoccupa: in Serie A sono stati segnati tantissimi gol nella prima mezz'ora, ma l'Atalanta ne ha realizzato solo uno. È una questione di approccio o c'è dell'altro dietro queste partenze a rilento?
«Se fosse per me, vorrei fare gol al primo minuto (sorride, ndr). Sicuramente l'approccio alla gara è un aspetto che dobbiamo migliorare, i dati parlano chiaro. Storicamente forse questa squadra ha faticato a sbloccarla subito, ma ci possiamo e dobbiamo lavorare. Non è semplice, ma l'inizio è fondamentale. Sarà mio compito far capire ai ragazzi che bisogna imporre il nostro gioco dal fischio d'inizio. Poi, come visto anche in Champions, le partite sono figlie degli episodi, ma l'atteggiamento iniziale non deve mai essere passivo».
Si parla molto della crescita dei giovani. Che risposte sta avendo da Hanor (Kossounou/giovane difensore, ndr)? Al di là dell'aspetto tecnico, sembra aver acquisito una sfrontatezza importante.
«Per me è un grandissimo talento che va preservato, tutelato e coltivato. Ha fatto partite importanti, anche a Napoli contro un avversario di valore. Contro il Genoa ha segnato, e in Champions il gol del 2-1 nasce anche da una sua iniziativa: ha dato palla, si è buttato dentro da attaccante aggiunto con coraggio. È questo lo spirito sfrontato che mi piace nei difensori e nei giovani. Ha un potenziale enorme e quando ha l'occasione la sta sfruttando al meglio».
Domani è Santa Lucia, una festa molto sentita a Bergamo. Lei ha promesso un giorno libero in caso di vittoria, ma che regalo si aspetta dai suoi giocatori in campo?
«Mi aspetto che entrino in campo con fame. Le partite di Serie A sono tutte complicate, l'equilibrio è totale e anche le cosiddette "piccole" se la giocano a viso aperto. Il Cagliari è un avversario ostico: si difende benissimo e riparte con giocatori di gamba come Palestra, Folorunsho o gli attaccanti Esposito e Borrelli. Bisogna stare attentissimi. Il regalo che chiedo alla squadra non è per me, ma per loro stessi: devono capire che lo spirito deve essere lo stesso di mercoledì scorso».
L'infortunio di Bellanova complica i piani sulle fasce. Con soli tre esterni di ruolo e Bakker ancora ai box, come pensa di gestire l'emergenza fino a gennaio?
«Bakker sta recuperando ma ci vorrà ancora tempo. In rosa abbiamo Zaleski, Bernasconi e Zappacosta, ma sto studiando altre soluzioni. Ad esempio Musah: nella sua storia, anche al Milan, ha ricoperto quel ruolo e l'altro giorno in allenamento l'ha fatto benissimo. È il nostro jolly, può giocare in mezzo o a destra. Con queste quattro opzioni possiamo tranquillamente arrivare a gennaio e aspettare il rientro di Bellanova».
Scalvini ha compiuto gli anni ieri. A che punto è il suo recupero e come cambia la difesa con il rientro suo e di Kolasinac, considerando che Kossounou partirà per la Coppa d'Africa?
«Perdiamo Kossounou dopo questa partita per la Coppa d'Africa, ma abbiamo recuperato Kolasinac e devo assolutamente recuperare Giorgio Scalvini. È la prima settimana che lavora con noi con continuità. Abbiamo organizzato un'amichevole il giorno dopo la Champions proprio per dargli minutaggio. Ha bisogno di giocare e allenarsi, cercherò in tutti i modi di riportarlo al top perché per noi è fondamentale».
Cosa deve portarsi dietro la squadra dalla vittoria col Chelsea e cosa invece deve dimenticare per non sbagliare approccio col Cagliari?
«Dobbiamo portarci dietro tutto: mentalità, spirito, coraggio. Troveremo una squadra magari più chiusa, ma la lezione del Chelsea è capire i momenti della gara. Contro gli inglesi abbiamo saputo soffrire difendendo da squadra, per poi colpire quando era il momento. Questa è una prova di maturità. Mi aspetto una risposta importante soprattutto sotto il profilo mentale, perché dopo certe vittorie la stanchezza fisica non esiste, è la testa a fare la differenza».
Da qui a fine gennaio giocherete quasi sempre in orario serale. Questo fattore incide sulla preparazione quotidiana?
«Personalmente mi piace giocare di sera, e credo piaccia anche ai calciatori. L'orario delle 12:30 non lo amo particolarmente. Giocare tardi non cambia la preparazione, anzi: a volte ti permette di sfruttare la mattina della gara per curare i dettagli, i piazzati, far vedere video. Nel calcio di oggi la cura del particolare è fondamentale».
Bernasconi è la sorpresa del momento. Domani potrebbe trovarsi di fronte Palestra, altro prodotto del vivaio. Che ne pensa di questi giovani?
«Bernasconi mi ha impressionato dal primo giorno per la sua dedizione. È l'esempio del lavoro: un ragazzo serio, che sta zitto e pedala. Gli ho dato un'occasione e l'ha sfruttata, dimostrando ai compagni che per me non esistono 11 titolari fissi, ma sono tutti importanti. Per domani vedremo, farò le mie valutazioni anche in base alle caratteristiche dell'avversario, ma ho tante soluzioni, incluso Zaleski che ha fatto bene».
Il calendario senza coppe può essere il vero punto di svolta per lavorare sui dettagli tattici?
«Sicuramente. Avere messo fieno in cascina in Champions è vitale perché ora possiamo dedicarci anima e corpo al campionato. Da quando sono arrivato, credetemi, non ho mai potuto fare tre allenamenti di fila: era solo recupero e preparazione partita. Ora potremo lavorare di più in settimana, mettere dentro concetti nuovi e fortificare quelli esistenti. È un momento decisivo per risalire».
Il ranking UEFA sorride all'Italia e il quinto posto potrebbe valere la Champions. È uno stimolo in più?
«Deve essere uno stimolo per tutto il movimento italiano, non solo per noi. Dobbiamo essere ambiziosi. Questa società lo è sempre stata e io sono venuto qui per questo. Sappiamo di essere indietro in classifica e dobbiamo prenderne atto, guardandoci alle spalle ma con lo sguardo rivolto in avanti».
Tatticamente, come vede Brescianini? Gasperini lo usava trequartista, Juric in mediana. Lei dove lo colloca?
«È un centrocampista duttile che può fare tutto. A tre può fare il play o la mezzala di inserimento; a due lo vedo bene nei due di centrocampo, anche se l'ho usato pure sulla trequarti. È un ragazzo d'oro, un grande lavoratore. Mi auguro di potergli dare presto un'occasione perché la merita».
In attacco è tornato il "trio delle meraviglie" col Chelsea, ma c'è l'influenza che gira e Krstovic scalpita. Ci saranno novità?
«Sì, aspettatevi novità. Oggi pomeriggio farò la conta perché c'è qualche sindrome influenzale che gira e qualche acciacco da valutare. Krstovic ("Nico") ha fatto bene quando è entrato, con lo spirito giusto di chi va a duemila all'ora in pressing. Mi è piaciuto molto».
Scamacca a che punto è della condizione? Sembra giocare molto per la squadra, ma lei vuole più gol.
«Mi auguro che possa crescere ancora fisicamente, ha bisogno di minutaggio dopo la lunga inattività. Mi piace come lega il gioco, ma il mio obiettivo è fargli fare più gol possibile. Nel mio passato gli attaccanti hanno sempre segnato tanto. Gianluca deve capire che oltre a far giocare bene la squadra, deve andare ad attaccare di più l'area piccola. È lì dentro che si fanno i gol, sulle palle "sporche" o "morte". Se capisce questo e inizia a fare quei gol "facili", parliamo di un giocatore straordinario».
Raffaele Palladino non lascia nulla al caso. L'obiettivo è chiaro: trasformare l'Atalanta in una macchina da guerra anche in campionato, sfruttando le settimane "vuote" per inculcare definitivamente i suoi principi. Cagliari è il primo test di maturità per capire se la Dea è guarita davvero.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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