Ci sono partite che si giocano sul prato verde e altre che si decidono, mesi o anni prima, nelle stanze segrete degli hotel del calciomercato. La sfida tra Atalanta e Inter non è solo uno scontro d'alta quota, ma il punto di caduta di una gigantesca "sliding door" che si è aperta e chiusa nell'estate rovente del 2023. Quella del voltafaccia di Romelu Lukaku, dello psicodramma nerazzurro a Milano e dell'intuizione fulminea della Dea. Domenica sera, Gianluca Scamacca e Marcus Thuram si guarderanno negli occhi da avversari, consapevoli che il destino, con un pizzico di ironia, avrebbe potuto vederli correre fianco a fianco con la stessa maglia.

IL BLITZ CHE BEFFÒ MAROTTA – Per capire il presente bisogna riavvolgere il nastro ai giorni della "sparizione" di Big Rom - spiega La Gazzetta dello Sport -. L'Inter, scossa e stralunata dal tradimento del belga, si era lanciata alla caccia di un nuovo numero 9. Beppe Marotta e Piero Ausilio avevano individuato proprio in Scamacca l'erede designato, intavolando una trattativa serrata con il West Ham. Sembrava fatta, ma il club inglese tenne duro sui milioni e, nel varco dell'incertezza, si inserì l'Atalanta. Offerta più alta, giocatore convinto e Inter beffata due volte: dal suo ex idolo e dalla Dea. A Milano era già sbarcato Thuram a parametro zero: se Scamacca avesse varcato il portone di viale della Liberazione, oggi parleremmo di una super coppia interista.

COMPLEMENTARI, NON DOPPIONI – L'ipotesi di vederli insieme non era fantacalcio, ma una suggestione tattica tecnicamente validissima. I due sono colossi d'area, ma interpretano il ruolo in modo diametralmente opposto e, per questo, compatibile. L'atalantino è il centravanti classico che riempie l'area, la torre che fa a sportellate e calcia da ogni posizione; l'interista è un animale da spazi aperti, che dà il meglio quando può allungare la falcata e attaccare la profondità. Sarebbero state due torri complementari, ma la storia ha voluto che diventassero i terminali offensivi di due filosofie rivali.

LA RINCORSA AI NUMERI – Oggi il confronto statistico pende leggermente verso la sponda milanese. In questa stagione Thuram ha trovato la via della rete con maggiore frequenza: 9 sigilli in 17 presenze globali tra tutte le competizioni. Scamacca risponde con 6 gol in 15 gare tra Italia ed Europa. Entrambi amano le soluzioni complicate – colpi di tacco, girate acrobatiche, torsioni impossibili – ma il francese, a 28 anni, appare oggi un giocatore più "finito" e definito. L'azzurro, che il 1° gennaio spegnerà 27 candeline, dà ancora l'impressione di non aver dispiegato interamente il suo potenziale. Il tempo non manca, ma serve un'accelerazione.

Sarà una sfida nella sfida. Il gigante che deve ancora compiersi contro quello che ha trovato la sua dimensione. Chi vincerà il duello aereo e fisico indirizzerà inevitabilmente il big match, lasciando agli almanacchi i rimpianti di quello che poteva essere un tandem devastante e che invece è diventato un duello rusticano.

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Sezione: Rassegna Stampa / Data: Dom 28 dicembre 2025 alle 07:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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