Mentre a Bergamo l'attenzione è catalizzata dal big match contro l'Inter, l'occhio vigile della dirigenza orobica scruta con estrema soddisfazione quanto accade lontano da casa. A Cagliari c'è un pezzo di futuro nerazzurro che sta crescendo a vista d'occhio, bruciando le tappe e strappando applausi. Marco Palestra, inviato in Sardegna a farsi le ossa, è diventato in pochi mesi un perno imprescindibile dello scacchiere rossoblù, tanto da meritarsi un'investitura pubblica che sa di consacrazione definitiva. Le parole del suo allenatore, Fabio Pisacane, dopo il blitz vincente contro il Torino, suonano come musica per le orecchie dei vertici atalantini.

UN DIAMANTE PURO – Fabio Pisacane non usa mezzi termini per descrivere il talento che ha tra le mani. Ai microfoni di Sky Sport, il tecnico ha dipinto il ritratto di un esterno moderno e devastante: «Palestra è un patrimonio del calcio italiano. Ha uno strapotere fisico impressionante, è abile con entrambi i piedi e svolge le due fasi con una scioltezza disarmante. Quello che mi ha colpito subito di lui è la personalità quando ha la palla: è imprevedibile, non sai mai dove può andare. Arriva sul fondo e può crossare indifferentemente di destro o di sinistro».

BASTONE E CAROTA – Tuttavia, per forgiare un campione serve anche l'atteggiamento giusto e la capacità di accettare le critiche. Pisacane, da buon educatore, alterna gli elogi a qualche richiamo all'ordine per tenere il ragazzo con i piedi per terra: «Visto che è un ragazzo intelligente e che ascolta, stavolta mi sento di dire anche che nelle ultime due gare non sono rimasto soddisfatto al 100% del suo lavoro nelle due fasi. Deve mantenere sempre alta l'asticella». Una "tirata d'orecchie" benevola, mirata a non far sedere il giocatore sugli allori.

LE SIRENE DI GENNAIO – Con prestazioni di questo livello, è inevitabile che il nome di Palestra inizi a circolare su taccuini importanti in vista della finestra invernale. Il rischio che il prestito possa essere interrotto o che qualche big (o la stessa Atalanta per necessità) possa richiamarlo esiste. Pisacane, però, è chiaro: - «Io non ho paura che me lo portino via. La "paura" è la stessa che mi ha spinto a lanciarlo titolare. Noi crediamo che il percorso giusto per la sua crescita sia quello che abbiamo pianificato a luglio. Mi auguro vivamente che possa rimanere con noi fino alla fine».

Zingonia osserva e prende nota. Avere un "patrimonio del calcio italiano" parcheggiato in Serie A a farsi le ossa è un lusso che conferma, ancora una volta, la lungimiranza del vivaio atalantino. Che torni a gennaio o a giugno, la fascia destra della Dea ha già il suo futuro prenotato.

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Sezione: Primo Piano / Data: Dom 28 dicembre 2025 alle 00:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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