Non chiamateli avversari. Perché, uno di fronte all'altro, loro due proprio non possono esserlo. Alessandro Carrozza e Giuseppe Sannino si ritroveranno sabato a contendersi la medesima posta. L'uno con addosso la casacca dell'Atalanta. L'altro, invece, sulla panchina del Siena. L'allievo e il maestro, il mentore e lo scolaro. Due che hanno scoperto il sapore dolcissimo della Serie A forse tardi, ma che vogliono dimostrare di meritarsela, eccome.

Esordire nell'Olimpo del calcio a trent'anni non è facile. Ma è più bello. Ha più gusto. E' il giusto premio a una gavetta eterna e dura, che ti porta dalla polvere dei campi di periferia ai tempi pagani e dorati del dio pallone. Da Gallipoli a San Siro la strada è tanta. Ma è la bella favola di chi si è ritrovato calciatore per sfida e ha saputo vincere le infinite battaglie di cui è lastricata la strada del successo. La svolta, per Carrozza, è arrivata grazie a Beppe Sannino, l'avversario di domenica. Il biennio insieme a Varese è significato gioie e soddisfazioni. La crescita e la trasformazione. Da punta a esterno, ma con la duttilità sempre innestata nel cervelletto. La promozione in Serie B e un'annata vissuta a mille, col sogno della A che evapora uno sputo dal concretizzarsi. Ma il grande appuntamento è solo rimandato: basta cambiare l'abito.

Al grande traguardo ci arrivano come Dorando Pietri. Col sostegno della caparbietà e di una Dea bendata che ogni tanto si ricorda di chi ha meriti. Il primo a citofonare ai cancelli della massima serie è Sannino. Lo Special One di Ottaviano, un Mourinho di periferia che parla con il dizionario dei fatti. A Siena sta dando conferma della sua tempra. Per Carrozza, invece, le porte si aprono con sei mesi di ritardo. A gennaio arriva la chiamata della vita. Dall'alto. Nerazzurra. Certo, non i colori dell'Inter, ma per chi è faceva il muratore i colori della Dea valgono quanto un'assegno in bianco per l'apoteosi. Potevano anche ritrovarsi insieme, a gennaio. Anche il Siena si era mosso per assicurarsi Carrozza, ma l'Atalanta ha avuto la meglio. E ora rieccoli. Ma no, non chiamateli avversari. Loro, che a braccetto hanno coronato i propri sogni. E non vogliono certo fermarsi.

Sezione: Altre news / Data: Mer 04 aprile 2012 alle 08:00
Autore: Luca Bonzanni
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