Investire sui giovani, valorizzare i talenti del territorio e puntare sulla qualità tecnica prima ancora che sul fisico. Questi i punti cardine di Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, ospite negli studi di BergamoTV. Un viaggio a tutto tondo dentro il cuore pulsante del club nerazzurro, tra Youth League, nuovi progetti infrastrutturali e una visione chiara del futuro che passa attraverso l’impegno quotidiano, la crescita personale e lo sviluppo delle potenzialità dei ragazzi. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Direttore, quest’anno la Primavera ha vissuto un'avventura formativa nella Youth League. Quanto ha inciso questa esperienza?
«Tantissimo. È stata un'opportunità preziosa non solo per i ragazzi, ma anche per tutto il nostro staff tecnico. Abbiamo disputato otto partite europee, tra cui alcune trasferte impegnative come quelle in Turchia, che ci hanno permesso di misurarci in contesti diversi. Paradossalmente, la partita che avremmo meritato maggiormente di vincere è stata quella che ci ha eliminato ai rigori davanti a un pubblico straordinario di oltre 10.000 persone. Nonostante la sconfita, sono proprio queste esperienze che accelerano enormemente la maturazione dei ragazzi. Vedere da vicino come si comportano i professionisti e confrontarsi con un calcio più aperto e propositivo rispetto a quello italiano è un vantaggio incalcolabile per la loro crescita».
La Primavera quest’anno ha avuto difficoltà in campionato, poi è arrivata la svolta recente con tre vittorie consecutive. Qual è il bilancio della stagione?
«È stata sicuramente una stagione difficile, soprattutto nella prima parte, anche a causa di tanti infortuni e un pizzico di sfortuna, che raramente ho visto così concentrata in un solo anno. Abbiamo giocato spesso bene, dominato territorialmente, creato occasioni, ma non riuscivamo a concretizzare. Ora stiamo raccogliendo i frutti di tanto lavoro: la squadra, molto giovane, con ragazzi addirittura dell'Under 17 come Stefanoni, ha mostrato progressi enormi. Sono soddisfatto perché Bosi e il suo staff hanno lavorato in modo eccellente, riuscendo a far emergere valori e talenti che, magari inizialmente in difficoltà, ora stanno dimostrando il loro vero potenziale».
Avete intenzione di continuare a puntare su giocatori tecnici alla Morfeo piuttosto che su fisicità e atletismo?
«Assolutamente sì. L'identità del settore giovanile dell’Atalanta si fonda su due aspetti fondamentali: il senso di appartenenza alla maglia e la qualità tecnica. Sono questi i principi che Favini ci ha insegnato e che oggi portiamo avanti con determinazione. Vogliamo giocatori che sappiano giocare bene a calcio, non semplicemente atleti. Questo non vuol dire tornare indietro, ma restare fedeli a ciò che ha reso grande l’Atalanta in passato e adattarlo ai tempi moderni».
Avete annunciato importanti novità a Zingonia. Quali sono i prossimi passi?
«Stiamo ampliando ulteriormente il centro sportivo di Zingonia. Presto avremo nuovi campi e infrastrutture, incluso il ritorno definitivo della Primavera a giocare in casa propria. La rapidità con cui la società realizza i progetti è
straordinaria: qui tra il pensiero e l’azione il passo è brevissimo. Questi investimenti sono fondamentali per continuare a garantire ai ragazzi tutto ciò che serve per allenarsi al meglio e svilupparsi pienamente».
In futuro vedremo una prima squadra femminile dell’Atalanta?
«È una scelta strategica che la società valuterà quando i tempi saranno maturi. Attualmente puntiamo fortemente sulla crescita delle ragazze nel nostro settore giovanile, senza fretta. La nostra filosofia non prevede acquisti di titoli o fusioni con altre realtà. Quando decideremo di fare questo passo, sarà perché siamo pronti a farlo al meglio».
Dal punto di vista della crescita dei giovani talenti in Italia, quale situazione vede?
«Sono molto preoccupato. Il calcio italiano è indietro rispetto a tanti altri paesi europei nella formazione e nello sviluppo di giovani talenti. Non basta il lavoro di pochi settori giovanili virtuosi, come il nostro. Serve un intervento strutturale a livello nazionale, che coinvolga tutte le società professionistiche e dilettantistiche. Investire nei giovani non può essere una scelta opzionale, dev'essere un obbligo, perché il nostro futuro dipende da questo».
Samaden conclude con un messaggio forte e positivo: «Il settore giovanile dell’Atalanta rimarrà un'eccellenza, grazie a investimenti mirati, un grande senso di appartenenza e soprattutto il coraggio di guardare sempre avanti con fiducia e ottimismo. Solo così costruiremo non solo talenti, ma uomini e donne del futuro».
© Riproduzione riservata
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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