Domenica sera la New Balance Arena si accende per una sfida che vale molto più dei tre punti e che profuma di alta classifica. Atalanta-Inter non è mai una partita banale, soprattutto per chi ha vestito entrambe le maglie lasciando un pezzo di cuore a Bergamo. Ezequiel Schelotto, il "Galgo", scende in campo ai microfoni di TuttoMercatoWeb per analizzare il momento d'oro della Dea di Palladino e riavvolgere il nastro dei ricordi, tra l'orgoglio per il passato e la stima per il nuovo corso nerazzurro che cerca la terza vittoria consecutiva.
L'IMPATTO DI RAFFAELE - Il primo pensiero va al presente e alla guida tecnica che sta facendo sognare i tifosi. Schelotto non ha dubbi sulle qualità dell'attuale mister nerazzurro: «Mister Palladino ha portato una ventata d'aria fresca incredibile. Ho giocato con lui a Parma nel 2013/14 ed era già un leader nato, sono felice dei suoi progressi». La ricetta vincente? La stessa che si vede in campo ogni domenica: «La sua forza è la compattezza, porta energia positiva e la squadra lo segue unita, remando tutta nella stessa direzione». Un lavoro facilitato da chi conosce l'ambiente come le proprie tasche: «Peluso è fondamentale, un ragazzo importante per l'Atalanta che può aiutare molto Raffaele. Lavorano insieme da anni, sono una famiglia».
ORGOGLIO E PENALIZZAZIONE - Il nastro dei ricordi si riavvolge a stagioni eroiche, vissute sempre sul filo del rasoio ma con un cuore enorme. «Ho vissuto due anni fantastici, arrivando fino alla Nazionale. Il primo anno, nonostante il -6 in classifica, è stato incredibile. Senza quella penalizzazione saremmo andati in Europa League». La chiave di quel miracolo sportivo era il gruppo: «Eravamo neopromossi ma volevamo dimostrare di essere all'altezza. Eravamo uniti, gli avversari ci temevano quando arrivavano a Bergamo. Ricordo ancora il mio primo gol contro il Novara e lo stadio che cantava il mio nome: eravamo primi in classifica virtuale, un'emozione unica dedicata ai miei genitori».
I MAESTRI E LA SOCIETÀ - Parole al miele per chi lo ha guidato e gestito in quegli anni formidabili. Su Stefano Colantuono, l'ex esterno è categorico: «Mi ha fatto crescere tanto, era esigente ma mi trasmetteva una carica unica. Spero di rincontrarlo, persone come lui sono uniche». Elogi sperticati anche per la famiglia Percassi: «Antonio e Luca sono persone eccezionali, una delle poche famiglie che sa davvero come gestire una società di calcio». C'è spazio anche per un rimpianto calcistico, o meglio, un sogno mancato legato a Gian Piero Gasperini: «Con Gasp mi sarei esaltato alla grande. Lui gioca tantissimo con gli esterni, ha fatto la storia qui. Sarebbe stato bellissimo averlo come allenatore».
LA FERITA CHIUSA E IL BIG MATCH - Un capitolo a parte merita il passaggio all'Inter, spesso fonte di polemiche in passato, ma che Schelotto considera ormai archiviato. «È stato un trasferimento normale, ma persone estranee al calcio vollero darmi colpe che non avevo. L'anno scorso, tornando allo stadio, la gente mi ha chiesto foto e ringraziato: mi sono commosso, tengo molto ai bergamaschi». Domenica, però, sarà battaglia vera contro l'Inter di Cristian Chivu: «Christian sta facendo bene, segue una linea simile a quella di Palladino basata su unità ed esperienza. Sarà una grande gara, l'Inter dovrà stare molto attenta perché la Dea oggi siede stabilmente al tavolo delle grandi e ha vinto l'Europa League. Giocare a Bergamo è sempre difficile per tutti».
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