È un'analisi che non concede sconti quella di Pietro Serina. Intervenuto ai microfoni di RadioDea dal rispettivo canale Youtube nel post-partita di un Genoa-Atalanta deciso solo all'ultimo respiro dalla zampata di Hien, intervistato da Fabio Gennari, il giornalista ha smorzato i toni trionfalistici per il risultato, mettendo in luce le profonde ombre della prestazione. Nonostante i tre punti vitali per la classifica, Serina ha puntato il dito contro un atteggiamento generale parso involuto, criticando severamente l'approccio di alcuni big e la gestione tattica della superiorità numerica da parte di Raffaele Palladino. Una vittoria definita "fortunosa" che impone, secondo l'opinionista, una riflessione immediata in vista dei prossimi, decisivi impegni contro l'Inter e, soprattutto, contro la Roma dell'ex Gasperini. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com:
Al di là dei tre punti pesantissimi conquistati al Ferraris, che sapore lascia questa prestazione? Possiamo dire che la classifica sorride più del gioco espresso?
«Dobbiamo essere onesti fino in fondo: se avessimo raccolto i punti che meritavamo all'inizio della stagione, probabilmente non avremmo nemmeno cambiato allenatore. E se non avessimo cambiato guida tecnica, forse oggi avremmo qualche problema in più di quelli attuali. Detto questo, la sintesi è brutale: stasera siamo stati molto fortunati. È faticoso commentare una vittoria dopo una prestazione del genere, perché a conti fatti già il pareggio sarebbe stato un premio eccessivo per noi e stretto per il Genoa. I rossoblù, pur giocando in dieci uomini per quasi novanta minuti, hanno fatto meglio di noi. Loro aggredivano, giocavano con l'adrenalina e trasformavano la partita in una battaglia; noi, contro avversari sulla carta inferiori e per di più in inferiorità, siamo andati piano, con un possesso palla sterile, un "tic e toc" lento che non ha mai fatto esplodere la superiorità numerica. Dal punto di vista dell'atteggiamento non è stata una gara da Atalanta: siamo ricascati in vecchi difetti. Abbiamo vinto, bene per la classifica, ma l'analisi deve andare oltre».
Sei sempre molto attento alle dinamiche individuali e tattiche. Chi ti ha deluso maggiormente in questa serata e come giudichi la gestione della superiorità numerica da parte di Palladino?
«Preferisco parlare chiaro: ho visto prestazioni inaccettabili da parte di giocatori chiave. De Ketelaere malissimo, Ederson irriconoscibile, e Scamacca gravemente insufficiente soprattutto per l'atteggiamento mostrato in una partita di questo tipo. Non va bene. Ma le responsabilità vanno condivise anche con Palladino, che a mio avviso rischia di essere il peggiore in campo. In conferenza ci ha detto che avevamo una "doppia superiorità numerica" in difesa. Ebbene, accidenti, se hai un uomo in più e tieni tre difensori bloccati contro una sola punta, stai sprecando un vantaggio. Dovevi togliere uno dei tre dietro e inserire un giocatore offensivo molto prima. Lo ha fatto solo nell'ultimo quarto d'ora, e lì è stato bravo, ma quella mossa andava fatta dopo venti minuti, massimo mezz'ora. Alla domanda se l'espulsione abbia paradossalmente agevolato loro e danneggiato noi, non ha risposto direttamente, salvo poi ammettere che da giocatore succedeva di rilassarsi con l'uomo in più. Meno male che abbiamo fatto i punti, ma la gestione lascia perplessi».
Ora il calendario non ammette distrazioni: c'è l'Inter e poi lo scontro diretto con la Roma di Gasperini, il tutto condito dalle voci di mercato. Quale deve essere la rotta per non disperdere questo risultato?
«È difficile fare previsioni adesso, specialmente contro un'Inter che avrà tutta la settimana per recuperare e smaltire la delusione, presentandosi come una bestia ferita. Noi non sappiamo ancora chi recupereremo, ma una cosa è certa: dobbiamo azzerare questa partita e ripartire da capo, perché così non va bene. E poi, fatemi dire una cosa in vista del Natale e del mercato: non facciamoci turbare dalle chiacchiere sui trasferimenti o dal livello degli avversari. Abbiamo tre partite fondamentali prima della fine del girone. La Roma di Gasperini sta facendo un campionato bellissimo e se dovessimo batterla nello scontro diretto, andremmo a soli cinque punti da loro. Non sarebbe affatto male. Quindi ragioniamo sul nostro passo, che dipende esclusivamente dall'atteggiamento dell'Atalanta. Facciamo più punti possibili in questo trittico, poi ci sarà ancora tempo, tre o quattro settimane, per sistemare la squadra se necessario. Ma impariamo la lezione di Genova: se non giochiamo con l'adrenalina e con il "sacro furore", non andiamo da nessuna parte».
Il monito di Serina è chiaro: i tre punti di Genova sono ossigeno puro, ma non possono nascondere la polvere sotto il tappeto. Senza un cambio di passo mentale e una maggiore audacia tattica, il rischio è che la fortuna presentata dal destino al Ferraris non si ripeta contro avversari di caratura superiore.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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