Negli studi di Sky Sport, durante il consueto appuntamento domenicale con "Sky Calcio Club", si è acceso il dibattito sulla vittoria sofferta dell'Atalanta contro il Genoa. A prendere la parola con la consueta autorevolezza è stato Giuseppe Bergomi. L'ex capitano dell'Inter e campione del mondo, voce tecnica di punta dell'emittente satellitare, ha analizzato senza filtri la prestazione della squadra di Palladino. Nonostante i tre punti fondamentali per la classifica, Bergomi ha evidenziato diverse criticità, soffermandosi in particolare sulla dicotomia tra rendimento casalingo ed esterno e su alcune scelte tattiche che, a suo avviso, hanno rischiato di depotenziare il talento offensivo della Dea, salvata solo dal risultato finale ma non dalla prestazione. Ecco  quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com:

Beppe, l'Atalanta torna da Marassi con il bottino pieno, interrompendo un digiuno esterno preoccupante. Tuttavia, la prestazione ha lasciato più di un dubbio. Qual è la tua lettura di questa vittoria arrivata in extremis?
«Il mio giudizio è netto: l'Atalanta deve cambiare radicalmente atteggiamento quando gioca lontano da Bergamo. Onestamente, guardando lo svolgimento della gara, mi viene da chiedermi come sarebbe andata a finire se si fosse giocato undici contro undici per tutti i novanta minuti. Ho seri dubbi che l'esito sarebbe stato lo stesso. Non ho molto da aggiungere alle analisi fatte in studio perché la realtà è sotto gli occhi di tutti: è stata una vittoria di nervi, ma sul piano del gioco e della gestione della superiorità numerica, la squadra ha faticato enormemente».

Hai sottolineato spesso il valore del coraggio nel calcio moderno. Oggi il Genoa, pur in inferiorità numerica, sembra aver incarnato meglio questo spirito rispetto ai nerazzurri...
«Esattamente. Parlo tanto di coraggio e il Genoa ne ha avuto da vendere. De Rossi ha fatto scelte coraggiose, mantenendo le punte in campo, e io sono convinto che siano proprio gli attaccanti a farti giocare bene quando si sacrificano come hanno fatto loro. Hanno svolto un doppio lavoro massacrante sia in fase di possesso che di non possesso, tenendo viva la squadra. Al contrario, l'Atalanta arrivava da tre sconfitte consecutive fuori casa e ha confermato di essere una squadra dai due volti: gioca un calcio scintillante tra le mura amiche, ma in trasferta si trasforma in negativo. Palladino sta provando a inculcare un atteggiamento diverso, ma la verità è che anche oggi, in undici contro dieci, per lunghi tratti il Genoa si è fatto preferire».

Dal punto di vista tattico, c'è stata una mossa di Palladino che non ti ha convinto? Mi riferisco in particolare alla gestione dei trequartisti e alla convivenza dei mancini...
«Sì, ci sono delle scelte che mi lasciano perplesso. Quando togli Maldini per inserire Samardzic, vai a creare un imbuto tattico. Ti ritrovi con due giocatori mancini puri in attacco, Samardzic e De Ketelaere, e questo costringe inevitabilmente il belga a giocare defilato. È evidente che De Ketelaere, in quella zona di campo e con il piede invertito rispetto alla sua naturale tendenza a rientrare, fa molta più fatica a incidere. Palladino ha cercato di rimediare nel finale con ulteriori aggiustamenti e alla fine l'ha vinta, è vero. Ma se dobbiamo guardare alla sostanza della prestazione, la sintesi è chiara: l'ha vinta, ma non ha convinto».

Un'analisi lucida e severa quella dello "Zio", che non si lascia abbagliare dal risultato. L'Atalanta incassa i tre punti e respira, ma il campanello d'allarme sul gioco e sull'identità in trasferta continua a suonare forte negli studi di Sky.

GENOA-ATALANTA 0-1 (p.t. 0-0)
94' Hien (A)

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Sezione: Interviste / Data: Dom 21 dicembre 2025 alle 23:47
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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