Il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini ha preso la parola dal Centro di Preparazione Olimpica Acqua Cetosa "Giulio Onesti" di Roma in occasione del Media Open Day UEFA in vista della finale di Europa League di mercoledì prossimo.
Come è andata la notte? Quanto ha imparato ieri sera in vista della finale di mercoledì?
"La notte non c'è stata, si ieri abbiamo imparato. Diciamo sempre o vinciamo o impariamo, va bene. Ieri è stata una partita che ci ha lasciato dispiacere, quando arrivi in finale sei sempre a un passo dalla vittoria ma non ho cambiato opinione. Abbiamo fatto una buona gara per il momento che stiamo vivendo, non è stata una gara negativa e di certo non siamo stati inferiori agli avversari. Peccato per quell'episodio a inizio partita, per noi è stata la terza partita molto importante in sette giorni. Giovedì sera è stata dura con il Marsiglia, domenica con la Roma è stata molto dura dopo il 2-1 e la partita è stata tiratissima. Ieri era mercoledì, non abbiamo fatto niente lunedì o martedì, ieri per la prima volta ho visto poca vivacità, la condizione c'era ma non abbiamo avuto quella rapidità che serviva per superare la difesa della Juventus. Ho visto fatica in questo senso, non c'è stata la velocità necessaria per recuperare il risultato. I giocatori hanno dato tutto, potevamo fare poco di diverso perché i tempi erano quelli e adesso dovremo giocare tra due giorni a Lecce e lì sicuramente dovrò fare cambi e preparare bene la finale di Dublino dove dobbiamo arrivare con una condizione fisica e mentale al meglio".
Paradossalmente quanto può aver pesato ritrovarsi nel ruolo di favorita ieri?
"Questa condizione non ci condiziona, essere o meno favoriti non significa nulla, una finale è una finale e a meno che i valori non siano nettamente diversi si vive sull'equilibrio. La squadra ha dato veramente tutto, non ci siamo mai attaccati alla scusa della condizione fisica, dal 27 febbraio giochiamo ogni tre giorni e per la prima volta ieri ci è mancata un po' di rapidità giusta contro la formazione meno ideale per questo. Non è colpa di nessuno, è andata così. La vera sconfitta di ieri è aver perso De Roon, perdere 1-0 contro questa Juventus non è così negativo. Globalmente non la considero una finale così negativa".
A Dublino ci sarà Scamacca, quanto conterà il suo rientro?
"Indubbiamente ha avuto un'evoluzione molto positiva, specialmente negli ultimi mesi. È chiaro che la sua assenza si è notata specialmente ieri viste le sue caratteristiche, in quel tipo di partita così bloccata la sua presenza fisica sarebbe stata un riferimento più visibile e più forte anche per i compagni. Avrebbe permesso di giocare e sviluppare meglio, indubbiamente è mancato. Per mercoledì sarà un'altra finale contro un avversario molto forte. Stiamo giocando tutte partite decisive da mesi, lo abbiamo fatto a Liverpool prima e a Marsiglia poi, se non vincevi andavi a casa. Se non ribaltavamo con la Fiorentina andavamo a casa, se non battevamo la Roma eravamo fuori dalla Champions. Quando giochi tutte queste partite puoi anche perdere queste partite, mercoledì vogliamo arrivare meglio ancora di come siamo arrivati ieri, ci prepariamo per questo. Dobbiamo ricordare la partita di Lecce, per il campionato abbiamo bisogno di tre punti per la matematica certezza della Champions, vogliamo chiudere il prima possibile. È chiaro però che il pensiero di tutti è a Dublino e vogliamo arrivarci nella miglior condizione possibile".
Che sensazioni ci sono su De Roon? A Lecce ci sarà una gestione delle energie in vista di Dublino?
"Risparmio di energie è una brutta parola, se risparmi nel campionato italiano fai molta fatica a fare punti. Sto sicuramente pensando in vista di Dublino a un turnover molto ampio, il turnover con i cinque cambi lo puoi fare anche con degli spezzoni di partita. De Roon è tornato a Bergamo per gli accertamenti, credo sia molto difficile possa giocare a Dublino. Sono più fiducioso per gli Europei, aspettiamo però gli accertamenti e l'esito degli esami".
Fino a che punto è recuperato Toloi? Può essere una soluzione in difesa?
"Toloi dal punto di vista fisico ha recuperato, chiaramente è un giocatore che negli ultimi mesi ha subito diversi infortuni e il livello di condizione non può essere il migliore. È un ragazzo che ha un attaccamento tale e un'adattabilità alla difesa che farà di tutto per essere disponibile e protagonista".
Che avversario è il Bayer Leverkusen?
"I numeri sono molto chiari per questa squadra, sappiamo benissimo che incontriamo una squadra che non perde da 50 partite. Ha dominato la Bundesliga e ha conquistato la finale, la partita con la Roma ci ha dato buona fiducia sotto certi aspetti ma affrontiamo una squadra top a livello europeo. È una finale e non credo che nelle finali pesi la storia, ma semplicemente la forza e la condizione. La storia è storia, conta il presente".
Cosa si aspetta nella finale da De Ketelaere?
"Non è che se ieri sera ha fatto fatica ho cambiato opinione, solo per un tempo giocato non benissimo. Rimangono tutti gli apprezzamenti fatti negli ultimi mesi, poi da qui a mercoledì vedremo. Davanti c'è lui, c'è Scamacca, c'è Lookman, c'è Miranchuk e c'è Touré, fortunatamente abbiamo qualche giorno per decidere chi giocherà".
Percepisce che possa esserci un contraccolpo psicologico dopo la stanchezza accumulata e la sconfitta di ieri?
"No, penso che siamo immuni anche perché è una squadra che ha sempre avuto grande capacità di reazione. Quella di ieri sera è stata una partita dura e difficile per entrambe le squadre. Abbiamo comunque perso con la Juventus, mi aspetto una reazione importante ma poi bisogna considerare la forza dell'avversario. L'esempio di De Ketelaere è perfetto, tre giorni prima con la Roma è stato esaltato, ieri è stato massacrato. Non ci si può basare su una singola partita, la valutazione è molto più estesa. Forse non ha recuperato dal punto di vista fisico o nervoso, queste sono componenti che vanno controllate ma una reazione ci sarà. La reazione ci sarà nella prestazione e c'è stata anche ieri, poi purtroppo il risultato non è stato favorevole".
Come si gestirà un carico di lavoro del genere con un calendario così pesante anche nel futuro con la nuova Champions e il Mondiale per club?
"Noi già da mesi alleniamo solo chi non gioca, chi gioca ha tempo solo per recuperare, per fare defaticante e lavorare sulla tattica. Sotto l'aspetto atletico non si può allenare, poi se qualcuno salta una partita c'è tempo per fare qualche allenamento. Con questa continuità di partite è difficile, quello che stiamo vivendo noi è molto molto duro e impegnativo. Mi chiedo come nel ciclismo si riescano a fare 24 tappe di fila, nel tennis giocare partite di cinque ore e poi giocare il giorno dopo. Il nostro sport forse ha margine per adattarsi, noi siamo stati un esempio. Anche ieri la prestazione è stata fatta, non eravamo piantati. Abbiamo giocato tante settimane ogni tre giorni e ci siamo arrangiati, probabilmente nel calcio ciò che si è pensato fino ad adesso non è vero e forse si può giocare più spesso. Ciò che va ricaricato è l'aspetto mentale e nervoso, sull'aspetto fisico ci sono margini. Questo però vale per tutto, anche il tennista ti fa una grande partita e poi due giorni dopo va fuori. Questo è un tema diffuso e ampio, poi ci sono gli psicologi. Quel che preoccupa sono gli infortuni e quasi tutti avvengono in partita, questo è un dato evidente. Da una statistica non mia la maggior parte degli infortuni se li procura chi gioca poco, chi gioca tanto e si allena poco si fa meno male. De Roon ha fatto 45 partite ma è un caso, tra di noi chi ha giocato di più si è fatto meno male mentre si sono infortunati chi ha giocato meno".
Quante possibilità ci sono di vedere De Ketelaere con l'Atalanta anche il prossimo anno?
"Su questo si è già espresso il presidente e l'amministratore delegato, credo sarà un tema che si affronterà al termine del campionato".
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