Marco Morotti, figlio dell’indimenticato Franco – consigliere, amministratore delegato e poi presidente dell’Alzano dei miracoli – è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoAtalanta.com. Nelle sue parole, il calcio diventa memoria, affetto e appartenenza, con l’Atalanta come filo conduttore di una storia familiare lunga oltre quarant’anni.

Marco, raccontaci le tue prime volte allo stadio.
«Ho cominciato ad andare allo stadio quando avevo 4 anni. È una passione che papà ha trasmesso a me e a tutta la famiglia, tanto che nelle trasferte più vicine andavamo tutti insieme: lui, io, mamma e mia sorella – che ancora oggi sono abbonate all’Atalanta. Lo seguivo ovunque, fin dalla metà degli anni Settanta. Se ci penso, mi rivedo piccolo, attaccato a lui, negli stadi e negli spogliatoi di tutta Italia, dall’Olimpico a San Siro».

Avrai incontrato tanti campioni e avrai tanti aneddoti da raccontare.
«Tantissimi, ma alcuni mi fanno sorridere più di tutti. Penso alla prima di campionato di Serie A, Atalanta–Inter a Bergamo del 16 settembre 1984, ricordata per il record di presenze. Avevo 12 anni e masticavo un chewing gum: lo offrii a Rummenigge, che lo accettò durante un’intervista con Galeazzi. Due anni dopo, contro il Milan, finì 2-2: a fine partita Berlusconi scese negli spogliatoi dell’Atalanta per fare i complimenti alla squadra. Da vero signore».

Una passione che nasce dai ricordi più puri: un padre e un figlio, una città e una squadra che diventano parte della stessa famiglia.

LEGGI QUI - L’intervista integrale di Marco Morotti ai microfoni esclusivi di TuttoAtalanta.com

© Riproduzione riservata

© foto di gentile concessione intervistato
© foto di gentile concessione intervistato
Sezione: Interviste / Data: Mar 07 ottobre 2025 alle 12:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print