L'autocritica di Luciano Spalletti subito dopo Spagna-Italia porta con sé dubbi e punti interrogativi sul proseguo del cammino dell'Italia. Se è vero come dice Buffon che le sconfitte son più facili da gestire delle vittorie, che i passi falsi portano in dote riflessioni e lavoro, l'Italia all'indomani della meritata sconfitta contro le Furie Rosse s'è ritrovata a doversi interrogare sul perché sia ancora così distante dalla Spagna.
Non se l'aspettava nessuno, nemmeno il commissario tecnico che per spiegare la prestazione dei suoi ha puntato tutto sulla precaria condizione fisica. Su una squadra, la stessa di cinque giorni prima, che non aveva il passo per evitare le sverniciate di Nico Williams e Yamal, le imbucate di Fabian Ruiz e il furore agonistico di Cucurella.
Sotto gli occhi di Re Felipe s'è vista la migliore Spagna di de la Fuente. Sotto quelli di oltre 30mila tifosi azzurri presenti all'Arena AufSchalke Spalletti s'è ritrovato la peggior Italia della sua gestione. Perché è vero che avevamo perso e male anche a Wembley, ma a ottobre contro l'Inghilterra qualche occasione l'Italia l'aveva costruita. Era passata in vantaggio con Gianluca Scamacca (il suo unico gol in azzurro), s'era illusa che otto mesi dopo quella sconfitta il livello s'era alzato. Non è così. Appena si alza l'asticella l'Italia va in tilt, non ha la qualità necessaria per ripartire con continuità.
Spalletti a Gelsenkirchen ha ammesso di aver sbagliato a confermare gli undici di Dortmund. Parole figlie di una prestazione anche individualmente deludente: questo Di Lorenzo non è il Capitano del suo Napoli e andrà messo a riposo per evitare il rischio di un'altra prestazione come quella di giovedì sera, Jorginho sostituito dopo quarantacinque minuti non è sembrato il timoniere adatto a trascinare, nemmeno per un minuto, la nave fuori dalla tempesta.
Ma quanti cambi fare contro la Croazia? Quale modulo adottare? Come dopo l'Albania, nel primo allenamento post Spagna la Nazionale s'è ritrovata all'Hemberg Stadion di mattina così da concedere alla squadra mezza giornata libera. E anche se in campo c'erano solo coloro che giovedì sera non sono scesi in campo dal primo minuto (né dal 46esimo), la squadra è stata schierata col solito 4-2-3-1 con Bellanova terzino e Raspadori trequartista. Se è un indizio di continuità inizieremo a capirlo solo questa sera, ma intanto all'Arena AufSchalke proprio l'ingresso di Raspadori ha ridato alla squadra quel briciolo di aggressività che prima era totalmente mancata. E allora perché no un 3-5-2 con l'attaccante del Napoli seconda punta e Retegui al posto di un deludente Scamacca? E' un'ipotesi, uno di quei dubbi che attanagliano il commissario tecnico. Che sembravano finiti in soffitta dopo il 2-1 di Dortmund
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