Dietro il volto noto del giornalismo sportivo italiano c’è una donna determinata e appassionata. Marialuisa Jacobelli, giornalista di Mediaset e seguitissima sui Social con oltre 4,6 milioni di follower su Instagram, si racconta a TuttoAtalanta.com in un’intervista che va oltre il calcio. Dalla passione ereditata dal padre Xavier, bergamasco doc e firma prestigiosa del giornalismo sportivo, alla nascita del suo progetto personale «A Day with MJ», la 33enne apre una finestra sul dietro le quinte della sua professione, senza tralasciare temi importanti come prevenzione e sostegno alle donne. Naturalmente, non manca un focus sull’Atalanta, la squadra della sua città.
Marialuisa e il calcio: una passione trasmessa da papà?
«In casa si è sempre respirato calcio e da qualche anno la domenica per me significa solo questo. Avevo studiato Relazioni internazionali per intraprendere una carriera diplomatica, ma un giorno, durante una partita, mi proposero una diretta per Telelombardia. Da quel momento non ho più smesso di fare televisione. Avevo 26 anni e tutti mi vedevano come la figlia di Xavier Jacobelli. In realtà lui mi ha sempre detto che avrei dovuto cavarmela da sola, che la mia carriera non sarebbe stata più facile solo grazie al cognome. Non ho mai sentito quel peso: i risultati me li sono guadagnati con impegno e sacrificio. Adesso sono semplicemente Marialuisa. Con papà ci confrontiamo spesso: ci scambiamo opinioni su calciatori, squadre in crisi o in un grande momento. È bello e divertente parlare con lui di calcio».
Da piccola andavi a vedere l’Atalanta allo stadio?
«Fino ai 20 anni ho abitato a pochi minuti dallo stadio di Bergamo. Andavo spesso a vedere le partite e ovviamente tifavo Atalanta, la squadra della mia città. Ora, però, per il mio lavoro devo essere imparziale».
Che idea ti sei fatta della nuova Atalanta di Juric?
«Credo che possa fare bene anche quest’anno. Certo, sarebbe un peccato perdere Lookman, ma la società ha fatto buoni acquisti. Penso, ad esempio, a Krstovic e a Zalewski, un giovane molto forte e promettente».
Per quali obiettivi può lottare la Dea?
«Ormai ha consolidato una mentalità vincente. Dopo tanti anni in Europa, credo che l’obiettivo resti quello. Gasperini ha lasciato un’impronta fortissima e Juric ha tutte le qualità per portare avanti quel lavoro. Forte dell’esperienza acquisita, credo che l’Atalanta possa fare un buon cammino anche in Europa. Se fossi un tifoso, sarei ottimista: ci sono tutte le premesse per fare bene».
Quale squadra vedi favorita per lo scudetto?
«Napoli e Inter. Lo scorso anno, secondo me, l’Inter era più forte del Napoli, ma quest’anno le vedo sullo stesso livello. Il Napoli, inoltre, si è rinforzato più di tutte».
E in Champions League?
«Per me le squadre inglesi hanno una marcia in più: il Liverpool e il City di Guardiola su tutte. Poi vedo bene anche le spagnole, senza dimenticare il Paris Saint-Germain e il Bayern Monaco».
Due anni fa per Mediaset hai seguito la Champions League: che esperienza è stata?
«Non c’è paragone con nessun’altra competizione. È un’atmosfera unica. Ho un debole per le notti europee: mi hanno dato la possibilità di entrare in stadi leggendari in tutta Europa».
Quali sono lo stadio e la partita che ti hanno emozionato di più?
«Il mio stadio preferito resta San Siro: quando entri lì respiri calcio puro. Ma anche l’Allianz Arena di Monaco ti toglie il fiato. La partita più emozionante? La finale di Wembley 2024 tra Borussia Dortmund e Real Madrid».
Pallone d’Oro: per te chi lo merita?
«Io lo darei a Donnarumma. Mi piacerebbe che fosse lui a vincerlo».
I progetti di Marialuisa per questa stagione calcistica?
«Con Mediaset continuerò a girare l’Italia e l’Europa per raccontare club, calciatori e allenatori. Seguirò Coppa Italia, Supercoppa e Casa Azzurri, sia per la Nazionale maschile che per quella femminile. Prosegue anche il mio canale YouTube “A Day with MJ”, dove mostro il calcio da una prospettiva più personale: backstage, trasferte, momenti che non si vedono in TV. Affronto anche tematiche femminili: a volte con leggerezza, altre con più serietà. Molte donne mi scrivono per consigli su bellezza o prevenzione: nei miei contenuti coinvolgerò anche medici ed esperti. Se riusciremo ad aiutare anche una sola donna a non sentirsi sola, sarà già un successo».
Marialuisa Jacobelli parla di calcio con competenza e sensibilità. Tra stadi iconici, trasferte europee e riflessioni su tematiche sociali, la sua voce contribuisce a rendere il mondo dello sport più autentico e inclusivo. E mentre continua a raccontare il calcio con passione, senza dimenticare le radici bergamasche, il suo messaggio resta chiaro: informare, ispirare, e non lasciare mai nessuna donna da sola.
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